MICHAEL MIO‭ ‬di Amos Oz‭

Il romanzo Michael mio segnò, nel1968, l’accesso di Amos Oz alla celebrità, nella cittadella della letteratura moderna, che mantenne per tutta l’esistenza.

L’autore racconta in prima persona la vita famigliare di una coppia di israeliti osservata dal punto di una donna: Hannah narra la sua esistenza, il suo matrimonio incastonato nel solido delle convenzioni indotte dall’appartenenza, dai riti religiosi, dal pensare comune, dal conformismo. Hannah anestetizza i propri sogni per poterseli estirpare e conformarsi a un certo ideale di donna, soprattutto smette di studiare Lettere per consentire al marito di portare a termine i suoi studi di Geologia, e poi l’arrivo del primo figlio ridimensiona ulteriormente lo spazio del possibile.

Con maestria Oz si cala dentro la sua eroina, anzi, diviene la sua eroina intenta a studiare, quasi biologicamente, i tratti caratteriali del marito, Michael, completamente assorbito dal dover essere e del tutto ignaro del volere essere suo e della moglie: un uomo a una sola dimensione, quella del rispetto delle regole storicamente fissate e del sogno di una carriera universitaria.

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NON SI FRUGA NELLA POLVERE di William Faulkner

Sud degli Stati Uniti, mitica contea di Yoknapatawpha, un po’ Macondo di Marquez, dove Faulkner ha ambientato molti dei suoi racconti: un negro “libero”, Lucas Beauchamp, si comporta da bianco” e uccide il rampollo (ovvio, bianco!) di una delle famiglie più in vista e potenti della contea. In un dialogo di infiniti silenzi e flussi di coscienza, insomma à la Faulkner, Lucas interloquisce con il protagonista del libro, il sedicenne Charles. I due si sono incontrati per la prima volta durante una battuta di caccia, quando il giovane era finito in un torrente andando poi ad asciugarsi a casa di Lucas. Nel suo immaginario d’adolescente, Lucas gli parve un nero, anzi negro – come dicono i personaggi di Faulkner – atipico, che si comportava – follia! – da bianco.

Prima dobbiamo fare di lui un negro. Deve ammettere che è un negro. Poi forse lo accetteremo come sembra voler essere accettato.

Lucas convince Charles che il morto non è stato ucciso dalla sua pistola, pertanto gli chiede di disseppellirne il cadavere per provare la sua innocenza. Charles – ricco della sua ingenuità da giovane scevro di pregiudizi – gli crede e insieme al suo amico nero Aleck Sander e all’eccentrica settantenne signorina Habersham, fruga nel fango e riesuma la verità. Continua a leggere

LE NOTTI DI SALEM di Stephen King

Salem’s Lot, negli anni ’70, è abitata da pochissime anime. La ragione principale della sua desolazione è la moltitudine di storie che vengono sussurrate sul suo conto. Racconti da incubo che tengono svegli i bambini la notte e che, inconsciamente, si insinuano come un tarlo nelle fervide convinzioni degli adulti, facendole pian piano vacillare. La protagonista di questi tenebrosi racconti è Casa Marsten che, silenziosa, osserva Salem’s Lot dalla cima della collina sulla quale sorge. Gli abitanti non si possono sottrarre al suo sguardo.

In autunno, così cade la notte a Salem’s Lot: il sole dapprima perde la sua debole presa sull’aria, raffreddandola e ricordando a tutti che l’inverno si avvicina, e sarà lungo. Si formano nuvole sottili e le ombre si allungano. Non hanno la profondità delle ombre dell’estate, perché non ci sono foglie sugli alberi o grosse nuvole in cielo a renderle spesse: sono ombre smilze, meschine, che mordono la terra come denti.

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PATRIA di Fernando Aramburu

Secondo Marx, le circostanze fanno gli uomini non meno di quanto gli uomini facciano le circostanze. In Patria di Fernando Aramburu le circostanze creano un mondo dove i valori sono intercambiabili, i giudizi impossibili. I protagonisti sono contrabbandieri di sentimenti, outsiders.

Riguardo gli outsiders, la letteratura d’occidente è un fiume carsico, che scorre tra chi è guidato da una visione del mondo (Achille, Stavrogin, Ulrich, Castorp) e tra chi invece è prono di un habitat incomprensibile che lo sovrasta (Edipo, Samsa, Josef K, Pasenow). I primi sono spesso folli, i secondi di frequente schiavi. Secondo la scelta di narrare il mondo da un lato o dall’altro, cambia la diagnosi e la cura. Aramburu opta per la seconda possibilità, costruendo un romanzo solo apparentemente storico, solo apparentemente sulla questione basca, solo apparentemente sull’omicidio come atto morale nei confronti del “tiranno”: in realtà edificato sull’impossibile approdo umano alla conoscenza del giusto, che è forse la caratteristica del nuovo nichilismo.

La trama è costituita dalle labirintiche relazioni umane interne ai componenti di due famiglie colte dall’occhio dell’autore qualche anno prima della splendente decadenza del territorio basco, causa e conseguenza della deflagrazione dell’irredentismo. Continua a leggere

ROSEMARY’S BABY di Ira Levin

«Nessuno, nessuno al mondo ha un fuoco come questo, stasera», esclamò Guy. Rosemary, in ginocchio e col bicchiere in mano, fissando il carbone che crepitava, avvolto dalle fiamme, disse: «Non è una meraviglia? Spero proprio che avremo l’inverno più freddo di tutto il secolo».

Non importa quante storie si raccontino sul Bramford: i Woodhouse non credono alle superstizioni. Chi lo dice che quello ritrovato pochi anni prima nello scantinato del condominio, avvolto dalla carta di giornale, fosse davvero il cadavere di un bambino? E, inoltre, in tutta l’America ogni giorno migliaia di persone si tolgono la vita… che importanza ha che molti di questi suicidi siano avvenuti dalle finestre di quel palazzo? Al Bramford il tempo sembra immobile: le facciate di mattoni, i finestroni e le statue gotiche non cedono alle oppressioni dell’acciaio e del vetro tipici del modernismo, rendendolo il palazzo più ambito di New York. Quando uno degli appartamenti viene liberato dalla morte della sua anziana proprietaria, i Woodhouse non possono lasciarsi scappare l’occasione. Continua a leggere

RUMORE BIANCO di Don DeLillo

Il libro presenta tre parti: nella prima l’autore mette in scena il disagio psichico di una “normale” famiglia iper-allargata, (lui, Jack; lei, Babette) con figli eredità biologica di precedenti rapporti – scorie radioattive di passati non metabolizzati – e l’imperativo del consumo per sostenere il sistema: infatti, il titolo fa riferimento, in statistica, a una serie in cui ciascun valore è imprevedibile rispetto ai precedenti, il tutto è scorrelato; tale estraniamento in cui ogni cosa, ogni concetto, galleggia come una monade senza riferimenti con il resto, è prodotto dal consumismo e dalla tecnologia, a cui finiamo tutti per cedere le armi.

Comperavo con abbandono incurante. Comperavo per bisogni immediati ed eventualità remote. Comperavo per il piacere di farlo, guardando e toccando, esaminando merce che non avevo intenzione di acquistare ma che finivo per comperare. Mandavo i commessi a frugare nei campionari di tessuti e colori, in cerca di disegni esclusivi. Cominciai a crescere in valore e autoconsiderazione. Mi espansi, scoprii aspetti nuovi di me stesso, individuai una persona della cui esistenza mi ero dimenticato.

Per tutta la prima parte, il lettore veleggia tranquillo (o almeno crede) tra una lezione di Jack su Hitler, argomento nel quale è un’autorità, e un pomeriggio di jogging di Babette, la cui tendenza alla pinguedine è motivo di attrazione sessuale per gli uomini. Continua a leggere

IL PETALO CREMISI E IL BIANCO di Michel Faber

Vieni con me ora, via dalle strade ripugnanti della città, lontano da stanze che olezzano di paura e d’inganno, dai patti stretti con cinismo del bieco. L’amore esiste.

Abbandona i pregiudizi. Siediti. Dimentica ciò che stavi facendo e parti. Non hai bisogno di portare nulla con te. Leggerai di Sugar, prostituta da tutta la vita che ha perso la sua purezza e l’innocenza per mano di sua madre. L’accompagna quell’aura misteriosa che si crea attorno a ciò che è spezzato, frammentato e sregolato. È la più famosa e ambita prostituta di Londra. Non c’è servizio che Sugar non offra. Di lei gli uomini sanno poco, corrono voci e storie, ma nessuno sa davvero chi sia. Le domande sul suo conto vagano di bocca in bocca in cerca di risposte che William Reckhman, ricco propretario delle Profumerie Reckham, vuole trovare.

Sugar è davvero diversa dalle altre. Non le basta certo intrattenere qualche uomo ubriaco e villano che cerca in lei le attenzioni perse della moglie, o il desiderio represso per il suo stalliere, o, ancora, le braccia premurose della madre che non li ha mai cullati. Continua a leggere

LA PANNE di Friederich Dürrenmatt

La via della colpa all’innocenza è sì difficile ma non impossibile, mentre è un’impresa addirittura disperata voler conservare la propria innocenza, e il risultato non può che essere disastroso.

Ci sono ancora storie degne di uno scrittore? Storie che, senza essere arricchite, strappate, ricucite e ridisegnate sono, nella loro nudità, interessanti? È con questa riflessione che si apre La panne. Una storia ancora possibile di Friederich Dürrenmatt, quasi a voler significare che lui è stato in grado di scovare una di queste rare storie, come un diamante in una miniera di carbone. Impossibile dire se questo diamante sia davvero allo stato grezzo, delineando, grazie al dubbio, un’aura misteriosa e conturbante nella mente del lettore, accompagnandolo per tutta la durata della lettura, tanto breve quanto intensa.
Alfredo Traps, un commerciante di tessuti, si ritrova bloccato in un minuscolo paese tra le montagne svizzere. La colpa di tale evento è da attribuire alla sua meravigliosa berlina nuova rosso fiammante che, tanto borghese ed elegante, è andata in panne. Questo lo spingerà a dover chiedere ospitalità nell’unica casa che sembra avere una stanza disponibile per il pernottamento: quella di un simpatico anziano signore, il quale, assieme ai suoi amici attempati, ama trascorrere le serate estive ricordando i bei vecchi tempi andati. Continua a leggere

L’OPERA di Émile Zola

Era quella, esattamente quella la figura che aveva inutilmente cercato per il suo quadro, e già quasi in posa. Un poco esile, un poco gracile d’infanzia, ma così morbida, d’una giovinezza così fresca! E, sul tutto, seni già maturi. Dove diavolo l’aveva nascosto, la sera prima, quel seno così, che non l’aveva neanche sospettato? Una vera rivelazione!

Romanzo assai curioso e tra i meno conosciuti di Zola, maestro nonché inventore del realismo letterario, L’opera racconta la vita di un artista a Parigi negli anni della rivoluzione artistica portata dall’impressionismo e da tante altre correnti che sottovoce, bisbigliavano parole nuove incomprensibili alla tradizione e al mondo.

E Zola con l’occhio del fotografo ha ripreso e narrato, non solo la vita di un artista in quegli anni, ma anche e soprattutto il rapporto dell’artista con la sua opera. Ma qui non parliamo di un’opera qualsiasi, di una qualsiasi produzione, qui parliamo dell’Opera, quella che secondo l’artista lo rappresenta al meglio,e che è fatta di ripensamenti e di sudore, di incubi e notti insonni, dove la linea è complicata come quella del pensiero: nulla conta tranne Lei. Continua a leggere

DOPPIO SOGNO di Arthur Schnitzler

Doppio sogno di Arthur Schnitzler, è un dipinto che non scolorisce mai.

Doppio sogno, è un dipinto che non scolorisce mai. Le sue tinte fosche, notturne, si animano di soprassalto dei colori di un ballo in maschera tanto eccitante quanto pericoloso. Ma tutti lo sappiamo e nessuno può negarlo: spesso le cose più eccitanti sono proprio quelle più  pericolose. Potremmo rimanere sorpresi quando a cadere nella trappola della tentazione non è il classico dandy, (figura cardine della letteratura decadentista), ma uno stimato dottore dedito alla professione e alla famiglia. Avreste mai detto che proprio lui potesse cadere come un’idolo davanti al credente?! Forse sì.

Il fatto è che la fantasia è un’arma pericolosa della nostra mente, a volte ci libera e a volte ci imprigiona nella bellezza di un sogno o di un doppio sogno, e avvolti nella tela del ragno, con difficoltà si riesce a distinguere cosa è vero da cosa non lo è.  Eppure quest’opera, con maestria e diligenza, intreccia due fantasie, una causa e una effetto: quella della moglie che confessa al marito di aver immaginato di tradirlo con un altro uomo, e quella del marito che sentitosi ferito da questa confessione, sconvolto,  si butta in strada nel cuore della notte cercando vendetta, con addosso il bruciore di una fantasia proibita e nel cuore la voglia di realizzarla. Continua a leggere

IL PROBLEMA SPINOZA di Irvin D. Yalom

«Come si chiama, giovanotto?»
«Bento Spinoza. In ebraico mi chiamano Baruch».
«E in latino il suo nome è Benedictus. Un nome bello, santo. Io sono Franciscus van den Enden. Dirigo un’accademia di studi classici. Spinoza, ha detto… uhm, dal latino spina e spinosus, che rispettivamente significano “spina” e “pieno di spine”».
«De Espinoza, in portoghese» dice Bento, annuendo. «“Da un luogo pieno di spine”».
«Il suo genere di domande può risultare spinoso per gli educatori ortodossi e dogmatici». Le labbra di van den Enden s’increspano in un sorriso malizioso. «Mi dica, giovanotto, lei è stato una spina nel fianco dei suoi insegnanti?» Anche Bento sorride.

Con affascinante maestria e profonda abilità, Irvin D. Yalom, dopo Le lacrime di Nietzsche e La cura Schopenhauer, inventa l’ennesimo romanzo a marchingegno, un’altra bomba pronta a esploderti nelle mani che non c’è modo di lasciar andare prima di averlo letto fino in fondo.

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CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO di David Grossman

Perché a volte, nei momenti più impensati, per strada, puoi sentire l’anima lacerarsi, catturata dalla storia di qualcuno che ti è appena passata accanto. 

La storia di Yair e Myriam è una storia vera, inventata, esiste altrove, nell’anima, nel cuore, nella speranza che ognuno di noi inizia a nutrire, una volta che legge questo libro, che l’amore si nasconde dietro i nostri gesti più insignificanti e qualcuno è lì, ad osservarli, capirli e alla fine, quasi per magia, amarci.

È così che Yair nota Myriam, in mezzo ad un gruppo di persone ma lei è diversa da tutti gli altri, questo Yair lo capisce subito perché percepisce in lei, nei suoi gesti, nel suo sguardo, la voglia di allontanarsi, isolarsi, andare via. Per Yair, la fragilità di questa donna, e quindi la sua bellezza, si racchiude in questi suoi primi gesti, attirandolo ed emozionandolo, ormai è tardi, non può più resistere o ignorarla.

Amore è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stesso.

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AMORI RIDICOLI di Milan Kundera

Ma più si sforzava di dargli tutto, più le sembrava di negargli qualcosa.

Lungi dall’essere uno scrittore superficiale, come sempre Kundera si diverte a dissezionare le pieghe dell’anima e i tarli della mente. Con bisturi affilato, come nella sua opera più importante, L’insostenibile leggerezza dell’essere, taglia e cuce pezzi di amore, di tempo e di sogni.

Amori ridicoli è composto da sette racconti tutti incentrati, a modo loro, sul motore dell’universo: l’amore. Questo sentimento ci appare come mai visto così prima d’ora, sotto la lente d’ingrandimento di Kundera: distorto, crudele, vanesio, lascivo, come tutte le donne in questi racconti, personaggi lontani da quella sensibilità e passione che si dice che l’amore dovrebbe scaturire.

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I RAGAZZI DELLA NICKEL di Colson Whitehead

Elwood ricevette il più bel regalo della sua vita il giorno di Natale del 1962, anche se gli mise in testa le idee che lo avrebbero rovinato. Martin Luther King at Zion Hill era l’unico disco che possedeva, e non lo toglieva mai dal piatto. 

Elwood Curtis è un ragazzino nero che va a scuola, vive con la nonna e fa il garzone nella tabaccheria del signor Marconi. Sono gli anni Sessanta, siamo in Florida, e per essersi trovato al posto sbagliato al momento sbagliato, improvvisamente si vede sottrarre sogni e vita.

Elwood è un tipo sveglio, gli piace studiare e mette via i soldi per andare al college. È curioso, e quando la nonna gli regala un disco con incisi i discorsi di Martin Luther King, Elwood lo ascolta e lo riascolta all’infinito, tanto basta per scatenare la sua fame di giustizia, “si sentiva collegato alla lotta per i diritti nell’intero paese”

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L’ASSASSINIO DEL COMMENDATORE di Haruki Murakami

Un ragno che tesse la sua ragnatela attorno al lettore, lentamente, sornione. Poi i cerchi si fanno sempre più stringenti, sino a catturarne la curiosità, a imprigionarla.
E’ l’effetto che mi ha fatto leggere l’ultima opera di Murakami L’Assassinio del Commendatore, pubblicato in due parti da Einaudi.
In questo libro i temi spaziano dalla cucina alla moda, dalla musica classica al rock al pop; tratta della differenza tra vinile e compact disc, tra analogico e digitale; analizza la pittura e la tecnica pittorica; espone pezzi di Storia del Giappone e dell’Austria; discute della qualità di varie marche di whisky; mostra una variegato parco auto, in particolare Jaguar; in più ci sono sogni, relazioni di vario tipo e livello, sentimenti, emozioni, idee, metafore, filosofia. E molto altro ancora.
Una macedonia quindi, ma tutto è unito dalla scrittura e dalla semplicità che rende questo libro l’ennesima prova della bravura del Maestro.

“A volte ci sono delle cose che una persona è meglio che non sappia”, mi aveva detto. E forse aveva ragione. Ci sono verità che è meglio ignorare. Ma non si può restare all’oscuro per sempre. Prima o poi, a tempo debito, anche tappandoci bene le orecchie, il rumore della verità arriva a morderci il cuore. Non lo si può fermare. Se non siamo d’accordo, non resta che rifugiarsi in un mondo vuoto.

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