SIRENE di Laura Pugno

Di solito docili come vacche, le femmine di sirena si rivelavano stupendamente feroci alla fine della monta. Non appena cessato l’estro che le manteneva narcotizzate e placide, alla mercé dei maschi, le femmine li avrebbero uccisi e in parte divorati. Era l’unica occasione in cui la specie – o così credevano gli scienziati – consumava carne.

Con la mattanza, l’acqua si sarebbe scurita di sangue e sarebbe stato necessario liberare le carcasse nell’oceano, procedere allo svuotamento delle vasche. I maschi servivano solo a fecondare le femmine, la loro carne era velenosa per l’uomo.

L’ozono ha abbandonato il Pianeta Terra. Le radiazioni solari affondano le loro lame nella carne umana senza alcuna pietà. Per gli uomini esse non sono solo letali, ma addirittura pandemiche, diffondendo, per chiunque si esponga alla luce, il cancro nero, una malattia del derma che ha termine solo con la morte dell’individuo infetto. La minaccia spinge l’umanità, o meglio, i pochi ricchi privilegiati, a costruire le loro dimore sotto la superficie dell’acqua, godendo in questo modo della confortante sicurezza degli abissi. Continua a leggere

TUTTO TORNA di Giulia Carcasi

Ho visto migliaia di film, letto centinaia di libri, senza chiedermi se fossero veri. Mi bastava di una storia che fosse bella. A un’emozione non ho chiesto documenti. Perché non può essere così anche con le persone? Mi sono commosso in un cinema e davanti a una pagina, ma se penso a quando mi sono commosso davanti ad Antonia, mi sento stupido e non riesco a sopportarlo.

Diego, docente all’università di Pisa, vive smarrito tra le sue paure, l’Alzheimer di sua madre che non lo riconosce, la distanza da suo padre, l’assalto dei ricordi amari. Nel cerchio asfittico della sua vita irrompe Antonia. Si incontrano in treno, sulla tratta da Roma a Pisa, e lei lo soccorre durante un attacco di panico.

Mi avevano detto che il passato condiziona il futuro, ma non mi avevano detto che vale anche il contrario: il futuro riscrive il passato, come l’ultima pagina di un romanzo trasfigura tutto quello che è stato letto a tal punto che a volte è necessario rileggere. Stai riscrivendo il passato, Antonia, sei arrivata e ci sei sempre stata.

Con una scrittura al tempo stesso scabra e poetica, l’autrice racconta una storia d’amore, disagio e solitudine. Continua a leggere

IL GIARDINO SEGRETO di Frances Hodgson Burnett

“Quando hai un giardino, hai un futuro e se hai un futuro, sei vivo”, scriveva Frances Hodgson Burnett, autrice di uno dei più iconici romanzi in lingua inglese: Il giardino segreto.

L’immagine di un giardino appartato come posto sicuro, rifugio per il corpo e per la mente è molto contemporanea e mi ha motivata a rileggere il libro nella nuova traduzione di Giancarlo Carlotti per l’Universale Economica Feltrinelli/Classici.

Ho scelto l’edizione completata dal racconto inedito Il mio pettirosso che ha come protagonista proprio quell’uccellino simbolo stesso del luogo in cui vive. Burnett ricorda, tra le tante ricevute, la lettera di una lettrice che le chiede se avesse posseduto davvero il famoso pettirosso, vista la descrizione così plausibile presente nel romanzo. La scrittrice risponde raccontandole la breve storia dell’intima amicizia con Tweetie, alato abitante di un roseto nel Kent. Le rose, l’albero sotto il quale sedeva a scrivere, il giardino in parte recintato da mura in mattoni rossi e la villa stessa in cui viveva oltre, naturalmente, all’uccellino saranno di ispirazione per Il giardino segreto. Continua a leggere

TERESA DEGLI ORACOLI di Arianna Cecconi

Prima de morir tu anima esce dal corpo per recuperare le sue tracce. L’anima deve camminare in tutti i luoghi donde è stata perché allì ha lasciato un pezzetto, un poquito de sé. Deve riprenderli tutti. Solo asì può ripartire completa. Seguro che la mi anima prima de morir dovrà traversar el oceano e tornare in Italia e in tutti i paesi e le città in cui sono stata. Verrà también a trovare voi e poi camminerà sulle montagne donde ho pascolato le mie pecore. Dovrà passar anche da Lima, la capital. Quella della nonna ya sta camminando. Sarà tornata nella cascina donde abitava prima o starà facendo un gireto per il pueblo. Quando l’anima esce anche il corpo trema, e gli oggetti se desplazan.

In Perù si dice che, quando si è vicini alla morte, la propria anima ripercorre i luoghi e le situazioni rimaste irrisolte negli anni per regolare i conti sospesi e poter lasciare la terra finalmente in pace. Questo processo sembra richiedere molto tempo a Teresa, da anni ferma e apparentemente dormiente nel suo letto posizionato nel salotto di casa.

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LA CREPA di Claudia Piñeiro

Al suo tavolo, Pablo Simó disegna il profilo di un edificio che non esisterà mai. Come se fosse condannato a fare lo stesso sogno ogni notte, da anni rifà quel bozzetto: un palazzo di undici piani rivolto a nord.

Se leggendo le prime pagine di questo libro vi trovaste persi non ci sarebbe da stupirsi, questo libro è così: nato per farvi perdere. Si presenta come un libro giallo, eppure fin dall’inizio noi sappiamo già chi è l’assassino, quindi è necessario abbandonare i sogni di detective e la voglia di avventure rocambolesche e è necessario soffermarsi su ciò che nella vita quasi sempre ci tormenta: il perchè.

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LE ASSAGGIATRICI di Rosella Postorino

Fra le pareti bianche della mensa quel giorno diventai un’assaggiatrice di Hitler. Era l’autunno del ’43, avevo ventisei anni, cinquanta ore di viaggio, settecento chilometri addosso. Da Berlino ero venuta nella Prussia orientale, il luogo dove era nato Gregor, e Gregor non c’era. Per sfuggire alla guerra mi ero trasferita a Gross-Partsch.

Ogni giorno, da quel giorno, la vita di Rosa Sauer, l’assaggiatrice di Rosella Postorino, vincitrice del Premio Campiello, poteva finire con un solo assaggio.
La vicenda di Rosa, intrecciata a quella di altre nove donne, si ispira alla storia di Margot Wölk: l’ultima assaggiatrice di Hitler. È da questo evento reale che si snoda un tratto della Storia poco conosciuto. 

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CAFFÈ AMARO di Simonetta Agnello Hornby

9788807031830_quartaTalvolta la storia lascia prepotente le sue impronte più nella vita degli individui che nella società e nelle istituzioni, più tra le pagine di un romanzo che sui manuali.
La Sicilia a cavallo fra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, descritta da Simonetta Agnello Hornby nel suo ultimo libro Caffè amaro ne è un esempio. Un romanzo del quale si apprezza soprattutto il meticoloso lavoro di ricerca e documentazione storica che ne precede la stesura e che si coglie subito alla lettura.
L’accadere storico non si limita a fare da cornice alla vicenda narrata, ma penetra all’interno dei suoi attori. A testimoniare il trascorrere del tempo non sono, tuttavia, solo i personaggi che si avvicendano, ma anche le cose. La narrazione si apre infatti con il rombo di un’automobile, l’Isotta Fraschini e si chiude con quello di una moto Guzzi Falcone.
Teatro della prima parte di questa storia è un paese dal nome fittizio di Camagni. Elemento, quest’ultimo, che ricorda il “marchio” Camilleri, autore dal quale l’autrice mutua anche la scelta d’inframmezzare il testo con termini dialettali.
Due famiglie, i Sala e i Marra, si uniscono per mezzo del matrimonio tra Pietro e Maria. Un matrimonio che non è frutto né dell’amore, né della violenza, in un’atmosfera di tenue e implicita costrizione, che come un sorso di caffè amaro può essere mandato giù senza troppa difficoltà. Un’unione capace di dispensare momenti di felicità ma che lascia dietro di sé una scia d’insoddisfazione. Continua a leggere

VENEZIA È UN PESCE di Tiziano Scarpa

88-07-88189-3_Scarpa_Venezia è un pesce.inddNella disputa tra visitatori e abitanti, tra chi la trasforma, giorno dopo giorno, in un villaggio turistico e chi ne rivendica la proprietà, c’è chi riesce ad amare la propria Venezia, senza perdere la generosità e la capacità di donarla agli altri.
Venezia è un pesce di Tiziano Scarpa potrebbe mettere d’accordo tutti, turisti e veneziani. In questo libro la Serenissima si racconta per mezzo delle parole di un autoctono, non uno di quelli così gelosi da volersela tenere tutta per sé, ma un veneziano orgoglioso di consegnare, della sua città natale, un ritratto autentico, mai statico.
uesta insolita guida è dunque un appassionato omaggio, una dedica ad una città viva, che respira, si muove, digerisce, fagocita e rigetta. Continua a leggere

SENZA RAGIONE APPARENTE di Grazia Varesani

SeSenza ragione apparente_Verasaninza ragione apparente, quinto noir della serie che vede come protagonista l’investigatrice privata Giorgia Cantini, è il nuovo romanzo di Grazia Varesani. È passato qualche mese da quando l’ho comprato in occasione della presentazione alla libreria Feltrinelli di Ferrara, e finalmente, sono riuscito tra i troppi impegni a trovare lo spazio per leggerlo.

“Sai perché faccio questo mestiere di merda?” Gli dico avvicinandomi a ogni passo. “Perché detestavo il Carnevale. Non smette mai, dura tutto l’anno. Ci si alza al mattino e ognuno indossa la sua bella mascherina, e se la toglie di notte, come una dentiera. Allora ti chiedi quanto costa fingere, fingere sempre, senza interruzione.” Mi accendo una sigaretta, coprendo l’accendino con la mano. “Forse una verità in senso assoluto non esiste, ma esistono momenti in cui la intravedi e non puoi fare altro che braccarla, perché è una merce rara, moto rara.”

Il romanzo è ambientato a Bologna, città spesso scenario di scrittura gialla con i suoi portici che nascondono insidie e il suo sangue che ribolle. È autunno.  Senza ragione apparente si è suicidato un ragazzo di nemmeno diciott’anni, Emilio, lasciando un biglietto in cui ha scritto solamente due parole: “Sono stanco”. Continua a leggere

IL GRANDE FUTURO di Giuseppe Catozzella

Catozzella_Il grande futuro_NAR.inddSe è con la luce che la vita si presenta, io nacqui due volte. La prima volta fui Alì, e nascendo seppi tutto quello che c’era da sapere: che l’unica legge che governa la vita è la legge dell’amore.
La seconda volta fui Amal, che significa speranza, e rinascendo cancellai ciò che sapevo. Poi impiegai tutta la vita a ricordarlo. Luce su luce, dice il testo sacro. Nurun ala nur.
E così, per me, fu.

Alì, o meglio Amal, nasce su un isola il cui sfondo non è solo l’amato mare, ma soprattutto la guerra. È guerra tra Esercito Regolare e i Neri. È guerra tra soldati con il fucile e soldati con il Corano. Ed è una guerra che entrerà subito nel destino di Amal. La sua seconda vita inizia dopo che una mina lo colpisce al petto proprio mentre si trovava in un luogo sacro, la moschea del villaggio. La sua vita è subito segnata da due grandi realtà che vivranno a lungo nel suo petto: la guerra e la religione. Il cuore di Alì prima e il nuovo cuore dopo. “D’ora in avanti sarai Amal, speranza”. Continua a leggere

QUALCOSA DI VERO di Barbara Fiorio

qualcosadiveroIl romanzo di Barbara Fiorio: pieno, spumoso, fiabesco.
Non so cosa mi abbia davvero attratto di questo romanzo, forse le primissime parole – “Non è facile centrare una serratura con una chiave” – forse le parole che seguono poco più giù – “il qualcosa su cui inciampò alla fine delle scale (…) sembrava una piccola camicia da notte con una bambina dentro”-. Comunque sia, l’ho preso, senza conoscere nulla della sua scrittrice, e in una notte l’ho semplicemente finito.
Gli ingredienti sono selezionati e pur se apparentemente troppo “quotidiani”, di qualità: una “novenne” sensibile e intelligente, Rebecca, di quelle che ancora credono alle fiabe; una pubblicitaria quarantenne, Giulia, single e di successo, che con i bambini non ha niente da spartire se non le possibili percentuali di vendita di un prodotto sul mercato. Intorno, l’ufficio, la scuola, l’appartamento di Giulia, la camera di Rebecca dove le storie, quelle stesse storie che tutti abbiamo vissuto e amato, prendono una vita diversa, nuova, più autentica, forse, smaliziata e dura, forse. E poi c’è il pianerottolo, microcrocevia di un microuniverso, quello del palazzo, dove tutto comincia, accade ed evolve in altre possibili strade da percorrere. Continua a leggere

VENEZIA È LAGUNA di Roberto Ferrucci

VeneziaLagunaCome se dei tir attraversassero piazza Duomo a Milano, o dei carri armati percorressero Ponte Vecchio a Firenze, come se degli aerei atterrassero sugli Champs Élysées a Parigi o dei treni tagliassero in due piazza Navona a Roma.

Con queste similitudini viene definito, nell’opera di Roberto Ferrucci, il passaggio delle navi da crociera nella laguna di Venezia. Una laguna che, sottolinea l’autore, “non è mare”, e nella sua peculiarità andrebbe rispettata.
Il passaggio dei “mostri composti da tonnellate di acciaio” sullo sfondo di una delle città più belle del mondo diventa narrativa: a parlare infatti, prima che un giornalista che fa un’inchiesta, è un abitante che guarda a questo fenomeno con gli occhi lucidi e preoccupati di chi sente la propria casa in pericolo, trovando un alleato in un vecchio pescatore che, al passaggio di ogni mostro, dalla riva della laguna, deve riavvolgere in fretta il suo filo da pesca per proteggere la propria attrezzatura (o forse, come piace pensare all’autore, per “una timida forma di silenziosa protesta”).

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IL BUIO OLTRE LA SIEPE di Harper Lee

Il buio oltre la siepeL’attesa per l’uscita in Italia del sequel Va’ metti una sentinella prevista per il 19 novembre in edizione Feltrinelli è talmente elevata che mi ha spinto a leggere un classico della letteratura americana: Il buio oltre la siepe (titolo originale “To Kill a Mockingbird”  – Uccidere un usignolo). Conoscevo poco della figura di Harper Lee e i commenti che avevo ricevuto su questo romanzo scritto negli anni ‘60 erano tutti entusiastici.

Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede.

La storia è ambientata nell’Alabama degli anni ’30 in un paese chiamato Maycomb ed è narrata dalla voce sfrontata e innocente della protagonista, Jean Louise detta Scout, una bambina che vive con il fratello più grande Jem, il padre avvocato Atticus Finch (portato sullo schermo nella versione cinematografica da Gregory Peck che con quest’interpretazione vinse l’Oscar) e la governante di colore Calpurnia. Continua a leggere

SIGNORI BAMBINI di Daniel Pennac

signori-bambini-pennac-feltrinelliJoseph e Igor: “venticinque anni in due”, amici da sempre; Nourdine, mezzo arabo di seconda generazione che fa di tutto per integrarsi, perfino attribuirsi colpe che non ha. Compagni di scuola e compagni di sventura: la sventura di essere alunni del professor Albert Craistang.

Quanti anni poteva avere quel prof inossidabile che trasformava da sempre i suoi allievi in statue di sale? Non lo vedevi entrare in classe. Lo aspettavi, non era ancora lì. Alzavi la testa e non vedevi altri che lui: lo stesso completo da sempre, la stessa macchia viola sotto il fermaglio della penna, lo stesso cerotto sulla stanghetta destra degli occhiali… e così pallido che vedevi di lui solo i lineamenti: il profilo di una caricatura.

Durante la lezione, i tre ragazzi si passano sotto banco un disegno satirico in cui il professore viene inseguito da una folla che marcia dietro a uno striscione con su scritto: “Craistang farabutto pagherai caro, pagherai tutto.” La punizione arriva inesorabile: per l’indomani i tre studenti dovranno svolgere un tema immaginando di trasformarsi in adulti, mentre i loro genitori sono diventati bambini. “E niente soluzioni di comodo.”
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