I SACCHEGGIATORI di William Faulkner

E’ tornato nelle librerie, per la Nave di Teseo, l’ultimo dei romanzi scritti da William Faulkner, I saccheggiatori, l’opera è del 1962, lo stesso anno della morte dell’autore.
La storia prende avvio, nel Mississippi e più precisamente nella contea immaginaria di Yoknapatawpha, la Macondo di Faulkner, in una primavera di inizio ‘900: Lucius è un bambino bianco di undici anni, rampollo di una famiglia borghese e benestante; scopriamo subito che in virtù dell’approccio calvinista del padre e del nonno, non è stato abituato nella bambagia, è già inserito nel tritacarne del mondo e della vita famigliare.

…e io ero seduto sulla sedia contro il muro ad aspettare mezzogiorno quando come ogni sabato avrei ricevuto la mia paga settimanale … dopodiché sarei stato libero di raggiungere (era maggio) la partita di baseball che andava avanti dall’ora di colazione senza di me: sulla base del presupposto (non mio: del mio bisnonno) che persino a undici anni un uomo dovesse già avere alle spalle un anno in cui aveva pagato, e si era assunta la responsabilità, per lo spazio, il posto che occupava nell’economia…

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LA TRAVERSATA NOTTURNA di Andrea Canobbio

Torino, storia di due giovani che valicano il dopoguerra, incontrandosi, innamorandosi, sposandosi, partorendo figli. Lui -ufficiale del Genio e futuro ingegnere- è appena tornato dalla disfatta militare in Russia; lei, ammantata di nubi, respira musica e poesia. Improbabile, eppure si sposano nel 1946. Coppia preda dell’insostenibile euforia del boom economico e poi del peso invincibile che sulle spalle calano gli anni della maturità: Andrea, uno dei figli, si prenderà la briga di raccontarci in questo libro il tessuto della sua vicenda famigliare.

Prima c’era una casa, poi c’era una fossa. Non è normale che un simile prodigio sorprenda un bambino? E tutto questo l’ha fatto tuo padre. Così forte da distruggere una casa e scavare un buco largo e profondo come la casa stessa. E infatti dopo un po’ dal buco è uscita fuori una casa nuova, come se la terra l’avesse partorita e mio padre fosse una levatrice o un rabdomante o un cane da tartufo…

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NON SI FRUGA NELLA POLVERE di William Faulkner

Sud degli Stati Uniti, mitica contea di Yoknapatawpha, un po’ Macondo di Marquez, dove Faulkner ha ambientato molti dei suoi racconti: un negro “libero”, Lucas Beauchamp, si comporta da bianco” e uccide il rampollo (ovvio, bianco!) di una delle famiglie più in vista e potenti della contea. In un dialogo di infiniti silenzi e flussi di coscienza, insomma à la Faulkner, Lucas interloquisce con il protagonista del libro, il sedicenne Charles. I due si sono incontrati per la prima volta durante una battuta di caccia, quando il giovane era finito in un torrente andando poi ad asciugarsi a casa di Lucas. Nel suo immaginario d’adolescente, Lucas gli parve un nero, anzi negro – come dicono i personaggi di Faulkner – atipico, che si comportava – follia! – da bianco.

Prima dobbiamo fare di lui un negro. Deve ammettere che è un negro. Poi forse lo accetteremo come sembra voler essere accettato.

Lucas convince Charles che il morto non è stato ucciso dalla sua pistola, pertanto gli chiede di disseppellirne il cadavere per provare la sua innocenza. Charles – ricco della sua ingenuità da giovane scevro di pregiudizi – gli crede e insieme al suo amico nero Aleck Sander e all’eccentrica settantenne signorina Habersham, fruga nel fango e riesuma la verità. Continua a leggere