LA ROSA È VIVA di Denise Ciampi

«E io ho il cuore nero e tanta gente mi vorrebbe al cimitero, Ma io ho il cuore nero e me ne frego e sputo in faccia al mondo intero!». Marco ha messo i 270 Bis e canta, pigiando il piede sull’acceleratore. Alla fine della canzone stende il braccio quanto gli consente il tettino della macchina: «A noi!».

Questa musica mi piace, quando la ascolto mi sento parte di qualcosa di grande, che cambierà il mondo. Qualche mese fa sono stata anche a un concerto, Marco mi teneva il braccio sulle spalle e cantava, io invece non cantavo un granché, perché tante canzoni non le conoscevo. Allora ho incominciato a ascoltare la nostra musica con gli auricolari, così imparo le parole.

Con La rosa è viva, romanzo pubblicato da ChiPiùNeArt Edizioni, Denise Ciampi intreccia una storia contemporanea, attualissima, a una storia, che risale agli anni Quaranta, di fascismo, antifascismo e resistenza. Continua a leggere

SIRENE di Laura Pugno

Di solito docili come vacche, le femmine di sirena si rivelavano stupendamente feroci alla fine della monta. Non appena cessato l’estro che le manteneva narcotizzate e placide, alla mercé dei maschi, le femmine li avrebbero uccisi e in parte divorati. Era l’unica occasione in cui la specie – o così credevano gli scienziati – consumava carne.

Con la mattanza, l’acqua si sarebbe scurita di sangue e sarebbe stato necessario liberare le carcasse nell’oceano, procedere allo svuotamento delle vasche. I maschi servivano solo a fecondare le femmine, la loro carne era velenosa per l’uomo.

L’ozono ha abbandonato il Pianeta Terra. Le radiazioni solari affondano le loro lame nella carne umana senza alcuna pietà. Per gli uomini esse non sono solo letali, ma addirittura pandemiche, diffondendo, per chiunque si esponga alla luce, il cancro nero, una malattia del derma che ha termine solo con la morte dell’individuo infetto. La minaccia spinge l’umanità, o meglio, i pochi ricchi privilegiati, a costruire le loro dimore sotto la superficie dell’acqua, godendo in questo modo della confortante sicurezza degli abissi. Continua a leggere

RUMORE BIANCO di Don DeLillo

Il libro presenta tre parti: nella prima l’autore mette in scena il disagio psichico di una “normale” famiglia iper-allargata, (lui, Jack; lei, Babette) con figli eredità biologica di precedenti rapporti – scorie radioattive di passati non metabolizzati – e l’imperativo del consumo per sostenere il sistema: infatti, il titolo fa riferimento, in statistica, a una serie in cui ciascun valore è imprevedibile rispetto ai precedenti, il tutto è scorrelato; tale estraniamento in cui ogni cosa, ogni concetto, galleggia come una monade senza riferimenti con il resto, è prodotto dal consumismo e dalla tecnologia, a cui finiamo tutti per cedere le armi.

Comperavo con abbandono incurante. Comperavo per bisogni immediati ed eventualità remote. Comperavo per il piacere di farlo, guardando e toccando, esaminando merce che non avevo intenzione di acquistare ma che finivo per comperare. Mandavo i commessi a frugare nei campionari di tessuti e colori, in cerca di disegni esclusivi. Cominciai a crescere in valore e autoconsiderazione. Mi espansi, scoprii aspetti nuovi di me stesso, individuai una persona della cui esistenza mi ero dimenticato.

Per tutta la prima parte, il lettore veleggia tranquillo (o almeno crede) tra una lezione di Jack su Hitler, argomento nel quale è un’autorità, e un pomeriggio di jogging di Babette, la cui tendenza alla pinguedine è motivo di attrazione sessuale per gli uomini. Continua a leggere

IL PETALO CREMISI E IL BIANCO di Michel Faber

Vieni con me ora, via dalle strade ripugnanti della città, lontano da stanze che olezzano di paura e d’inganno, dai patti stretti con cinismo del bieco. L’amore esiste.

Abbandona i pregiudizi. Siediti. Dimentica ciò che stavi facendo e parti. Non hai bisogno di portare nulla con te. Leggerai di Sugar, prostituta da tutta la vita che ha perso la sua purezza e l’innocenza per mano di sua madre. L’accompagna quell’aura misteriosa che si crea attorno a ciò che è spezzato, frammentato e sregolato. È la più famosa e ambita prostituta di Londra. Non c’è servizio che Sugar non offra. Di lei gli uomini sanno poco, corrono voci e storie, ma nessuno sa davvero chi sia. Le domande sul suo conto vagano di bocca in bocca in cerca di risposte che William Reckhman, ricco propretario delle Profumerie Reckham, vuole trovare.

Sugar è davvero diversa dalle altre. Non le basta certo intrattenere qualche uomo ubriaco e villano che cerca in lei le attenzioni perse della moglie, o il desiderio represso per il suo stalliere, o, ancora, le braccia premurose della madre che non li ha mai cullati. Continua a leggere

Fresco d’autore: La città del vento. Intervista con Francesco Pulejo

IL ROMANZO
S., città di fiorenti traffici di malaffare e di intrecci fra criminalità organizzata e politica, è scossa dal brutale assassinio dell’avvocato Riccobono, difensore di molti mafiosi di spicco e di intere famiglie di malavitosi. Il primo movente sul quale si indirizzano le indagini sembra, però, poter essere fumo negli occhi e nascondere vicende ben più complesse della semplice insoddisfazione di un cliente di alto rango criminale per il modo in cui il legale ucciso aveva espletato il suo mandato. Si tratta di un romanzo corale in un senso molto particolare: è come se l’autore chiamasse, a narrare la storia della mafia di S., le diverse categorie coinvolte, le quali, nei dialoghi serrati che si alternano alle descrizioni dettagliate dei personaggi, degli ambienti e del paesaggio, raccontano una città, una classe dirigente e una criminalità con il diverso sguardo degli investigatori, dei colleghi della vittima, dei politici e degli stessi malavitosi. Non è l’unico tratto di originalità del bel romanzo di Francesco Pulejo, che ringrazio per aver voluto rispondere ad alcune mie domande.

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