NULLA D’IMPORTANTE TRANNE I SOGNI di Rosalia Messina

Tolstoj ci allerta sul fatto che tutte le famiglie felici s’assomigliano mentre ogni famiglia infelice lo è a modo suo. Rosalia Messina in Nulla d’importante tranne i sogni ci conduce nel peculiare labirinto di luce nera di una famiglia della borghesia siciliana: soprattutto, due sorelle, per motivi diversi in rotta con la vita, separate da tutto, ma più che d’ogni altra cosa dallo iato che genera solo l’ineguale distribuzione del talento, diversità che alimenta sull’una supponenza e sull’altra invidia: i fallimenti puzzano e i successi profumano, addirittura, puzzano e odorano di più quelli, di entrambe le categorie, ingiustificati.

Ro, scrittrice di successo, speleologa della psiche femminile, Nana sciatta, tendente alla pinguedine, insegnante insoddisfatta, sola contro il mondo: un figlio, Fosco, che gode del successo ed è riconosciuto dalla isomorfa zia, e una figlia, Giada, alcolista, in lotta con la vita e soprattutto con sé stessa; Ro: una specialità nel raffigurare la deflagrazione dei legami sociali, una Vita ispirata alla letteratura sulla vita.

Fin da quando aveva iniziato, giovanissima, a scrivere, si era prefissa di far intravedere, come in controluce, i meccanismi che fanno nascere odi sotterranei e dipendenze che strangolano vittime e carnefici.

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