JULIE DE CARNEILHAN di Colette

Allegri, protetti contro le avversità da una frivolezza che assomigliava al coraggio e che spesso lo generava.

Si potrebbe parlare per ore di Julie o con Julie e comunque non la si capirebbe, si uscirebbe fuori dalla conversazione confusi, appannati, inchiodati alla certezza di una bellezza senza fine né tempo che non smetterà mai di stupirci e affannarci. Eppure, a un primo sguardo superficiale, (superficiale come Julie), si potrebbe cadere nel fatale errore di credere che non ci sia nulla da capire, da approfondire. Colette ci dipinge un personaggio chiaro tanto nell’aspetto esteriore quanto in quello interiore: una donna bella, di buona famiglia, attaccata alle sue abitudini e ancor di più a sé stessa, al tempo che passa e la rende più bella, liscia, superficiale. E allora ci può venir da credere che Julie la conosciamo l’abbiamo incontrata forse un migliaio di volte nella vita o tra le righe di un libro. Però poi qualcosa cambia: Julie incontra il suo ex, Herbert d’Espivant.

L’una e l’altra volevano solo abbandonarsi a cuor leggero a un qualcosa che non avrebbe mai potuto essere chiarito

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SCRIVERE È UN TIC di Francesco Piccolo

A trent’anni dalla sua prima pubblicazione per minimum fax, Einaudi ripropone Scrivere è un tic, il primo libro di Francesco Piccolo.

Il sottotitolo I metodi degli scrittori è chiaro sul contenuto, infatti in questo centinaio di pagine Francesco Piccolo ordina una specie di sua personale collezione di citazioni di scrittori che parlano del loro rapporto con la scrittura, di cosa significa essere scrittori e di come è scandita la giornata di uno scrittore.

Credo che Scrivere è un tic, per chi lo legge adesso, possa continuare a raccontare con una certa spietatezza la vita quotidiana di uno scrittore e i vari modi in cui mette in atto il suo sforzo creativo – e possa così essere utile sia a chi è curioso di fare un giro nel mondo della scrittura, sia a chi ha il desiderio di raccontare e vuole capire come lo fanno gli altri. È allo stesso tempo inquietante e rassicurante, perché rende la scrittura un mestiere comprensibile in cui c’è bisogno di fatica e costanza come in qualsiasi altro mestiere. È una rapida terapia di educazione creativa.

Se fosse uscito oggi per la prima volta potremmo dire che è l’ennesimo libro che parla di scrittura scritto da uno scrittore, ma nel 1994 il panorama editoriale era ben diverso rispetto a oggi e i libri sulla scrittura come questo erano merce rara sugli scaffali delle librerie. Continua a leggere

L’OTTAVA VITA (PER BRILKA) di Nino Haratischwili

L’ottava vita (per Brilka) è un romanzo di Nino Haratischwili, scrittrice e drammaturga nata a Tbilisi, in Georgia, nel 1983 ma che vive in Germania e scrive in lingua tedesca. Il suo romanzo profuma del “grande romanzo storico” dell’ottocento, con l’eco evidente di Guerra e pace contaminato con pillole di “sano” realismo magico à la Marquez, tra pozioni metafisiche (la cioccolata, ricetta miracolistica del capostipite, stigma della speranza e della morte) e morti che ricompaiono imperterriti a suggerire la vita ai vivi.

La storia cavalca e scollina il cosiddetto secolo breve: dal 1900 al 2007. L’occhio del lettore vede: la prima guerra mondiale, la rivoluzione d’ottobre, la guerra civile nell’URSS, la seconda guerra mondiale, la guerra in Vietnam, Michail Gorbaciov e la sua perestroika, il disgregarsi dell’URSS e la nascita della repubblica della Georgia.

Il libro è per alcuni versi profetico: per capirlo, basta accettare la chiave di lettura dell’isomorfismo tra movimento centrifugo e contro-movimento centripeto di una famiglia georgiana e dinamica disgregativa delle repubbliche sovietiche, seguita dall’attuale tentativo putiniano di ricostruzione dell’Unione. Continua a leggere

AFFETTI NON DESIDERATI di Elena Rui

La dimensione narrativa breve non è particolarmente amata dal pubblico italiano (soprattutto dagli editori italiani); eppure, una mole esigua può coesistere con la profondità e mostrare, attraverso un frammento di esistenza, tutto un mondo. Affetti non desiderati è il titolo dell’ultima opera di Elena Rui, una raccolta di racconti appena pubblicata da Arkadia Editore.

Quello degli affetti non desiderati è un territorio di cui tutti abbiamo esperienza: chi, almeno una volta nella vita, non ha subìto malvolentieri l’attaccamento di una persona percepita come molesta, superflua, sgradevole, nella migliore delle ipotesi patetica? Viceversa, a chi non è capitato di provare sentimenti benevoli non ricambiati o che, addirittura, suscitano l’ostilità della persona che ne è destinataria?

Nei nove racconti che compongono la raccolta si narrano, appunto, relazioni d’amore e d’amicizia sbilenche: il termine è usato dall’autrice in Compromessi, storia dell’incontro fra un tredicenne non omologato ‒ che ama i libri e cerca il confronto con gli adulti estranei alla sua famiglia ‒ e un libraio trentottenne introverso e irrisolto. Fra i due nasce una comunicazione e, per un momento, un legame significativo, nonostante la grande differenza d’età. Continua a leggere

A CASA di Judith Hermann

Il ricordo la coglie inaspettatamente. Quella volta in cui ha rischiato di partire per Singapore, su una nave da crociera con due perfetti sconosciuti. Erano un mago e la moglie. Lui l’aveva vista alla stazione di servizio e si era avvicinato: “sono un mago e tu sei bassa abbastanza”. Così le aveva detto, intendendo il numero che aveva in mente di preparare. Cercava una ragazza da mettere in una scatola e tagliare a metà. Con questo avrebbero debuttato sulla nave da crociera. È quasi partita. All’epoca lavorava da poco alla fabbrica di sigarette, catena di montaggio, nulla di speciale.

Guardavo la taglierina che sezionava il cilindro in singole sigarette, ne cadevano giù a migliaia, tutte quelle sigarette che poi la gente in città avrebbe fumato. Prima di entrare al lavoro. In pausa pranzo. Dopo mangiato. Durante un litigio. Durante l’amore e dopo l’amore.

Però aveva quel piccolo monolocale che, la sera, si illuminava del colore della scritta al neon del locale di fronte. Non è partita. Continua a leggere

TRA IL SILENZIO E IL TUONO di Roberto Vecchioni

Tra il silenzio e il tuono, di Roberto Vecchioni (Einaudi), è l’ultima fatica letteraria del professore, famoso, soprattutto negli anni settanta, come cantautore “impegnato”. Si tratta di un’opera inquadrabile come non-fiction, cioè con contenuti non finzionali e fondati, o perlomeno fortemente ispirati, dalla realtà.

Il tessuto del libro è costituito da una serie di lettere che un nipote scrive a suo nonno sugli avvenimenti della sua vita, dall’infanzia, alla giovinezza e oltre. Il nonno non gli risponde mai, interloquendo invece con personaggi anche famosi, un po’ come Herzog, il personaggio creato da Saul Bellow che scriveva lettere mai spedite a Nietzsche e Heidegger.

Con il passare degli anni le traiettorie di nipote e nonno s’intersecano e il lettore comprende che si tratta della stessa persona colta in periodi diversi della propria esistenza: il versante empirico, il nipote, narra i fatti della vita, da un esame universitario, a un amore finito, mettendo in scena il lento sgocciolare dell’esistenza. Continua a leggere

FUGA NELLE TENEBRE di Arthur Schnitzler

Dopo i momenti di serenità degli ultimi mesi, si abbatteva ora su di lui quella sensazione inconcepibile, afferrabile appena col pensiero e mai traducibile in parole che, minacciosa e oscura, sembrava preannunciare mali ancora peggiori?
Si erano sbagliati i medici o l’avevano ingannato di proposito affermando che sei mesi di vacanza gli avrebbero restituito completamente la salute?

I viaggi dentro se stessi sono sempre quelli più difficili, tormentati e pieni di pericoli che uno possa affrontare; simili a pellegrinaggi o a imprese eroiche, i viaggi all’interno della nostra mente e, ancora di più, del nostro animo non prevedono itinerario, rotta o sosta, ma mostri e una gran dose di nostalgia.

Impossibile tornare indietro, arduo andare avanti, certe insidie hanno la bella faccia e le belle facce sono specchi senza sorriso, riflessi perduti, ricordi come sogni e sogni come incubi. Scilla e Cariddi ci aspettano, ma come si fa a combattere e soprattutto a vincere quando i mostri peggiori siamo noi stessi? Continua a leggere

LE SCHEGGE di Bret Easton Ellis

Los Angeles, 1981. Mentre nell’ombra “il Pescatore a strascico” trucida giovani ragazze lungo tutta la costa, la vita sotto il sole californiano prosegue luminosa. Per studenti dell’ultimo anno, alla Buckley High School, vige un trattamento speciale: i ragazzi possono allentare i cravattini e sostituire le camice scolastiche con quelle di Polo Ralph Lauren; le gonne delle ragazze possono svelare qualche centimetro di coscia e si chiude un occhio riguardo al lucidalabbra.

Bret ha trascorso l’estate al solito modo, sballato e in compagnia dei suoi amici. Conosce Thom, Susan e Dabby dai tempi delle medie e quest’ultima, di recente, è diventata la sua ragazza. Lei è uno stupendo nascondiglio. Le fantasie di Bret sono rivolte a Susan e Thom. Sogna di poterli avere entrambi, in ogni modo possibile.

I passatempi estivi non hanno riguardato solo le fantasie erotiche: anche la scrittura ha trovato spazio. Bret vuole diventare uno scrittore, sa già che lo farà, per questo motivo la questione dell’ultimo anno alla Buckley gli sembra totalmente inutile. Continua a leggere

MARIA MALVA. BRUCIA IL GIORNO PER ME di Emiliano Dominici

Ha preso fuoco, proprio lì, sotto gli occhi dei presenti. Sarebbe meglio dire che si è data fuoco. Nessuno ha saputo salvarla. L’unico aiuto è arrivato da una donna sudamericana che ha tentato di soffocare con una giacca le fiamme che le avvolgevano il corpo. Senza successo.

Già, com’è squallido l’essere umano

La ragazza è entrata nella cartolibreria di Gemma e le ha chiesto un accendino -profondi occhi scuri, capelli neri e un’ingiusta giovinezza – . L’unico che la donna possiede, ha sopra incise le sue iniziali e quelle di suo marito Giorgio. Ci tiene particolarmente e, prima di darlo alla ragazza, le chiede di restituirglielo una volta accesa la sigaretta alla quale sarebbe dovuta servire. “Brucia il giorno per me” è ciò che la ragazza risponde, lasciando Gemma interdetta.

Esce dal negozio, si dirige al centro della piazza, vicino alla panchina, si svuota sulla testa una tanica di benzina e aziona l’accendino con incise le due “G”. La vita dei presenti è segnata per sempre. Continua a leggere

ELIZABETH FINCH di Julian Barnes

Si esprimeva con proprietà, le sue frasi erano grammaticalmente impeccabili –sembrava quasi di poter sentire le virgole, i due punti, i punti fermi. Non cominciava mai un periodo senza sapere come e quando sarebbe finito. Eppure non parlava mai come un libro stampato. Il suo lessico attingeva allo stesso vocabolario che utilizzava per scrivere e per conversare in genere. Eppure l’effetto non era in alcun modo anacronistico, anzi ancora più vivo. E le piaceva – forse per suo piacere, o per sorprendere noi – buttare là ogni tanto una frase in un registro diverso.

Il nuovo romanzo di Julian Barnes, (Einaudi, trad. di Susanna Basso), esplora con delicatezza e senso dell’umorismo una relazione che sfugge alle etichette. Le etichette non piacciono al personaggio eponimo, Elizabeth Finch, donna singolare senza arrivare alla stravaganza (è anzi descritta come sobria nel vestire e nell’alimentazione), di grande personalità e immensa cultura. La voce narrante è quella di Neil che, giunto alla vecchiaia, ripercorre le tappe di una lunga frequentazione, iniziata ai tempi in cui, trentenne insoddisfatto dei suoi percorsi e dei suoi traguardi, era tornato a studiare. Continua a leggere

ROMANZI BREVI di Joseph Roth

E’ raro trovare un altro scrittore la cui opera, come quella Joseph Roth – scrittore austriaco vissuto a cavallo tra il XIX^ e il XX^ secolo – sia totalmente inchiavardata nella storia del suo tempo: i suoi scritti sono una sonata monocorde sul tasto della crisi dell’occidente, focalizzata attraverso la disgregazione del suo “piccolo mondo antico”, costituto dall’Impero austro-ungarico, la cui Weltanschauung per generazioni aveva fatto da collante a popoli di culture svariate.

Le sue opere più famose sono: La marcia di Radetzky (1932), La cripta dei cappuccini (1938) e La leggenda del santo bevitore (1939), la prima scritta anteriormente alla presa del potere di Hitler (gennaio 1933), le altre in pieno Nazismo. In queste opere, in un certo senso, si fornisce compiutezza storica a cause che risalgono alla crisi immediatamente posteriore alla prima guerra mondiale, di cui Roth dà conto in altri tre romanzi brevi: La tela del ragno (1923), Hotel Savoy (1924), La ribellione (1924), pubblicati in Italia da Adelphi insieme al posteriore Il peso falso (1937), che tratta temi diversi, col titolo Romanzi brevi. Continua a leggere

LA CURA DELL’ACQUA di Sophie Mackintosh

Il genere maschile ha un virus che intacca quello femminile. Al solo tocco di un uomo, la donna riporta lividi, escoriazioni e nevrosi, diventa volubile e inizia a provare quel desiderio che la condurrebbe alla morte.

Le donne che si sono lasciate toccare fuggono dalla terra ferma verso l’isola che ospita un vecchio albergo dismesso. Lì vivono quattro donne e un uomo che sono riusciti a curarsi grazie all’acqua. Loro sono le uniche persone che possono salvarle.

Parte di ciò che rendeva il vecchio mondo così terribile, così propenso alla distruzione, era una totale mancanza di preparazione per le energie personali spesso chiamate sentimenti. Mamma ci ha parlato di questo tipo di energie. Pericolose soprattutto per le donne, essendo i nostri corpi già così vulnerabili, in modi in cui i corpi maschili non lo sono.

La mamma e King hanno ideato la cura dell’acqua. La testa viene tenuta sotto finché i polmoni iniziano a gridare. Inutile dimenarsi, loro sanno esattamente quando rialzarle dall’acqua. Un attimo prima della fine. Ancora, bere l’acqua di mare ripulisce l’organismo. Basta qualche bicchiere per scatenare il vomito e bisogna continuare finché la saliva non è rosa e tutto è stato ripulito. Continua a leggere

IL PECCATO di Josephine Hart

Cosa sarebbe successo se fossi nata per prima? Lei sarebbe stata… come me? Cosa sarebbe successo se Set, il terzo figlio dopo Caino e Abele, fosse stato il primogenito? Cosa sarebbe successo se il Signore fosse stato contento del dono di Caino? Caino avrebbe mai risvegliato il mostro che dormiva dentro di lui? Scelsi la veste da indossare. Non avevo, capite?, grandi piani. Perché non ero ambiziosa. Non avevo bisogno degli applausi del pubblico. Ero spirituale per natura. Una creatura spirituale e maligna. Credo che ce ne siamo molte, in giro.

Difficile spiegare perché leggere Il peccato di Josephine Hart, anzi, a dirla tutta, sarebbe molto più facile spiegare perché non si dovrebbe leggerlo. Primo motivo fra tutti è che questo è il libro dell’odio, della rabbia, del rancore e della vendetta; mai mi ero mai avvicinata ad un libro infestato di tutte queste emozioni negative eppure, ad oggi, non ho nessun rimpianto. E questo grazie a come l’autrice, attraverso la sua scrittura, permette al lettore di scivolare su parole amare e scene brutali con la tranquillità, l’indifferenza e perché no, con l’ironia che solo la totale assenza di sentimento può provocare. Continua a leggere

IL MESTIERE DI SCRIVERE di Raymond Carver

Ogni lettore, a un certo punto della sua carriera, dovrebbe fare mea culpa. Il motivo è molto semplice e non ammetterlo sarebbe ipocrisia: siamo egoisti. Gli scrittori con fatica hanno riempito pagine e pagine, mentre editor e traduttori hanno lavorato per portare a noi lettori questi libri. Noi in cambio abbiamo fatto ben poco, al più abbiamo speso un po’ di soldi e abbiamo dedicato loro qualche ritaglio di tempo Ammettiamolo, spesso come lettori siamo ingenerosi. Cosa possiamo fare, allora, per gli autori? Ascoltare con più attenzione ciò che vogliono dirci. Andare oltre la pagina. Avvicinarsi al lato più umano della letteratura.

Le parole sono tutto ciò che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste.

Una volta impegnati in questa missione, ciò che si scopre è inaspettato. Raymond Carver, ad esempio, non cerca di raccontare bugie, la realtà è semplice, anche quella degli scrittori.

Alcolizzato, mai troppo felice e intrappolato in un matrimonio distrutto. E nei suoi libri è questo che dice. Lo stile minimale dell’autore è diventato iconico e ha fatto di lui un insegnante di Creative Writing presso alcuni dei più prestigiosi college degli Stati Uniti. Continua a leggere

STONER di John Williams

Nella prefazione a Stoner Peter Cameron scrive:

E la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria.

Questa è la vita di William Stoner, protagonista del romanzo.

Figlio di genitori contadini, impara da bambino a coltivare la terra che li avrebbe sepolti, consapevole e insofferente al fatto che non sarebbero mai andati via di lì.

A metà della sua vita, William ha raccolto molti momenti grigi, di nessun apparente valore. Come una collezione di francobolli nella quale appaiono sono quelli più comuni o, persino, doppi.

La Verità, il Bene, il Bello. Sono appena dietro l’angolo, nel corridoio accanto; sono nel prossimo libro, quello che non hai ancora letto, o sullo scaffale più in alto, dove non sei ancora arrivato. Ma un giorno ci arriverai.

Durante gli anni di università alla Columbia, il primo conflitto mondiale arriva a sconvolgere il paese, ma non Stoner.

Mentre i suoi amici Dave Masters e Gordon Finch partono per la Francia, lui rimane. Continua a leggere