GIORNI SENZA TEMPO di Cristina Pacinotti

Dal giorno alla notte, il tempo non esiste più. Le ore sono fatte di minuti e i minuti di secondi. Che valore hanno questi se nulla li scandisce? Che differenza c’è tra il mattino e la sera, se possono essere solo viste da una finestra?

…quando lo stupore inizia a scemare, lentamente, così com’è arrivata, la notte se ne va, una nuova alba saluta il giorno che, coma la salute dopo una malattia, si fa apprezzare di più

È in questa osservazione che la protagonista del memoir è costretta, come tutti noi, alla segregazione in casa causata dalla pandemia di Covid – 19. I giorni senza presente vengono colmati dal passato. Le case di ognuno di noi, se riusciamo ad isolare il silenzio e percepirne il lieve rumore, raccontano storie meravigliose.

Nel romanzo, la voce incastonata nei muri viene amplificata dal ritrovamento di una vecchia scatola di fotografie e di una completa collezione di biglietti ormai sbiaditi. È qui che la vita passata ricomincia. Continua a leggere

LA TERRA INESPLORATA DELLE DONNE a cura di Sara Durantini

Nel buio di una notte che sembra non finire, si accendono tredici lumi. A loro, se ne aggiungono poi centinaia. Migliaia. Milioni. Questo è il potere dei racconti: avvicinare. Così i lumi, con le loro fiamme rassicuranti, si raggiungono. Ogni luce è pronta ad illuminare le storie taciute. Ogni voce si unisce al coro per cantare la propria canzone e ogni penna è pronta a trascriverla perché non sia più dimenticata.

Ho capito, altresì, che la voce si è fatta scrittura, luogo di passaggio dove donne di diversa età, provenienza, formazione e cultura si incontrano per tessere la loro personale trama e unirla a quella delle altre compagne.

Comunità significa ascolto e condivisione. È così che sentiamo il disagio di essere una figlia e la responsabilità che si nutre nel soddisfare le aspettative della famiglia, le stesse del mondo che è lì, immobile, ad aspettarla. Imposizioni, sempre le stesse, alle quali sottostare. Continua a leggere

LE BUGIE NON SALVANO NESSUNO di Monica Coppola

Quel momento era stato il culmine di una giornata perfetta, un cerchio tracciato con il compasso, un insieme che ci comprendeva tutti e quattro, io, mio fratello, mio padre e mia madre, protetti dall’abbraccio di una circonferenza.

Annina, piccola abitante della periferia torinese,come tutte le sorelle minori del mondo, ha un obiettivo: rendere il proprio fratello orgoglioso di lei. Ogni volta che Enzo si inventa un gioco, non importa il grado di pericolo corso o l’esperienza richiesta, Anna è pronta a seguirlo.

Non desidera altro che una famiglia come quella di Francesco, al piano di sopra: rumorosa, vitale e che la domenica prepara le polpette al sugo. Si, persino la madre è compresa nelle sue immaginazioni di famiglia che prepara il sugo. Eppure lei non è disposta a stare al gioco. Continua a leggere

GUAIO DI NOTTE di Patrizia Rinaldi

«Sa perché dalle mie parti un guaio molto brutto si dice “guaio di notte”, ’nu guaio ’e notte? Perché di notte anche un imprevisto di media importanza si complica.»

Si ride e ci si commuove, leggendo le vicende tragicomiche delle due protagoniste dell’opera più recente di Patrizia Rinaldi,Guaio di notte, romanzo pubblicato da Rizzoli. E ci si appassiona alle vicende di un duo che per i guai sembra avere una calamita. Guai gravi, perché un guaio di notte, a Napoli, è un guaio grave, un guaio brutto: di notte ogni cosa appare nella luce peggiore.

La Signora e Andrea sono in fuga dalle rispettive vite passate. La prima è attempata ma bella, affetta da fisime e da vere fobie, ma detesta che le si chiami fobie. Sdrammatizza le difficoltà e le affronta con le armi migliori reperibili sul mercato: fascino, intelligenza, spregiudicatezza, duttilità e ironia. Continua a leggere

NON ANCORA di Cristina Pacinotti

Good girls go to heaven. Bad girls go everywhere. Maria Fermi lo sa bene. Lei è una ragazzaccia, ma d’altronde, siamo negli anni ’80. Ogni ragazza ha lo spregiudicato diritto di essere ribelle.

Il disastro nucleare di Chernobyl è il presente, così come lo sono l’AIDS e l’ecstasy. Il mondo sembra andare a rotoli, eppure nel parallelo e distintissimo universo di Maria, tutto è in stallo. Tutto è successo e, allo stesso tempo, non è accaduto assolutamente nulla. A Parigi, dove studia per laurearsi in semiotica, Maria osserva la vita di città, frequenta lezioni di danza, respira e gusta l’aria pesante della metropolitana, arricchita dalle radiazioni. Ogni sera indossa la maglietta con la scritta che più si addice al suo stato d’animo, sfoggiando una moltitudine di frasi significanti che anche lei ha qualcosa da dire di sé. Esce, sola o in compagnia dell’amico Umberto, gay, saggio e senza nessun pelo sulla lingua. Beve, si cala la giusta quantità di pasticche e fuma sempre una sigaretta in più del dovuto, anche se sta cercando di smettere.

Al giorno d’oggi andare in giro è un suicidio. Ma stare a casa, che cos’è stare a casa? Una dissoluzione a fuoco lento.
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SUI PASSI DI LEI di Emma Di Rao

Una storia di misteri, silenzi, fughe e ritorni in questo romanzo di Emma Di Rao.

La protagonista, Lea Calì, lavora come editor in una casa editrice torinese. Ha abbandonato la natia Sicilia per mettere fra sé e il passato una distanza che è misurabile non solo in chilometri, ma anche in differenze profonde fra i due contesti. Eppure, il passato non passa mai davvero, non si lascia cancellare del tutto dalla memoria, si riesce a lasciarlo ai margini della consapevolezza ma infine si ripresenta, in modi vari e imprevedibili, a far sentire la sua voce e il suo peso.

Quando Lea torna in Sicilia, per la morte della madre, il nuovo lutto si aggiunge al ricordo di un’assenza già sperimentata anche mentre la donna, distaccata e fredda, era viva. Nodi incomprensibili riemergono, vecchie ferite che distanza e tempo non hanno guarito si riaprono. Domande che non hanno mai avuto risposta premono di nuovo sull’anima di una donna che ha attraversato abbandoni e smarrimenti, trovando conforto nelle parole scritte, nelle storie di invenzione letteraria.

Perché la morte aveva reso definitiva l’assenza, inghiottendo tutte le risposte alle mille domande che non aveva mai osato rivolgere alla madre.

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LA ROSA È VIVA di Denise Ciampi

«E io ho il cuore nero e tanta gente mi vorrebbe al cimitero, Ma io ho il cuore nero e me ne frego e sputo in faccia al mondo intero!». Marco ha messo i 270 Bis e canta, pigiando il piede sull’acceleratore. Alla fine della canzone stende il braccio quanto gli consente il tettino della macchina: «A noi!».

Questa musica mi piace, quando la ascolto mi sento parte di qualcosa di grande, che cambierà il mondo. Qualche mese fa sono stata anche a un concerto, Marco mi teneva il braccio sulle spalle e cantava, io invece non cantavo un granché, perché tante canzoni non le conoscevo. Allora ho incominciato a ascoltare la nostra musica con gli auricolari, così imparo le parole.

Con La rosa è viva, romanzo pubblicato da ChiPiùNeArt Edizioni, Denise Ciampi intreccia una storia contemporanea, attualissima, a una storia, che risale agli anni Quaranta, di fascismo, antifascismo e resistenza. Continua a leggere

SIRENE di Laura Pugno

Di solito docili come vacche, le femmine di sirena si rivelavano stupendamente feroci alla fine della monta. Non appena cessato l’estro che le manteneva narcotizzate e placide, alla mercé dei maschi, le femmine li avrebbero uccisi e in parte divorati. Era l’unica occasione in cui la specie – o così credevano gli scienziati – consumava carne.

Con la mattanza, l’acqua si sarebbe scurita di sangue e sarebbe stato necessario liberare le carcasse nell’oceano, procedere allo svuotamento delle vasche. I maschi servivano solo a fecondare le femmine, la loro carne era velenosa per l’uomo.

L’ozono ha abbandonato il Pianeta Terra. Le radiazioni solari affondano le loro lame nella carne umana senza alcuna pietà. Per gli uomini esse non sono solo letali, ma addirittura pandemiche, diffondendo, per chiunque si esponga alla luce, il cancro nero, una malattia del derma che ha termine solo con la morte dell’individuo infetto. La minaccia spinge l’umanità, o meglio, i pochi ricchi privilegiati, a costruire le loro dimore sotto la superficie dell’acqua, godendo in questo modo della confortante sicurezza degli abissi. Continua a leggere

TUTTO TORNA di Giulia Carcasi

Ho visto migliaia di film, letto centinaia di libri, senza chiedermi se fossero veri. Mi bastava di una storia che fosse bella. A un’emozione non ho chiesto documenti. Perché non può essere così anche con le persone? Mi sono commosso in un cinema e davanti a una pagina, ma se penso a quando mi sono commosso davanti ad Antonia, mi sento stupido e non riesco a sopportarlo.

Diego, docente all’università di Pisa, vive smarrito tra le sue paure, l’Alzheimer di sua madre che non lo riconosce, la distanza da suo padre, l’assalto dei ricordi amari. Nel cerchio asfittico della sua vita irrompe Antonia. Si incontrano in treno, sulla tratta da Roma a Pisa, e lei lo soccorre durante un attacco di panico.

Mi avevano detto che il passato condiziona il futuro, ma non mi avevano detto che vale anche il contrario: il futuro riscrive il passato, come l’ultima pagina di un romanzo trasfigura tutto quello che è stato letto a tal punto che a volte è necessario rileggere. Stai riscrivendo il passato, Antonia, sei arrivata e ci sei sempre stata.

Con una scrittura al tempo stesso scabra e poetica, l’autrice racconta una storia d’amore, disagio e solitudine. Continua a leggere

NIENTE DI VERO di Veronica Raimo

Negli ultimi vent’anni ho vissuto in maniera schizoide tra Roma e Berlino. O meglio, ho vissuto a Roma continuando a passare dei mesi a Berlino e rimpiangendo il fatto di non viverci. Non c’è alcun motivo reale perché non mi trasferisca a Berlino, ma se mi trasferissi, smetterei di avere un solido rimpianto che mi tiene in vita tutti i giorni.

Con Niente di vero, romanzo pubblicato da Einaudi quest’anno e vincitore del Premio Strega Giovani, Veronica Raimo racconta una famiglia che potrebbe essere proprio la sua. Una famiglia dotata di ordinarie nevrosi, in cui i rapporti sono malsani e disturbati come nella maggior parte delle famiglie. Eppure ne viene fuori un libro divertente, leggero, i cui personaggi, con le loro meschinità, fisime, inadeguatezze, capacità manipolatorie, risultano simpatici e si guadagnano con facilità l’assoluzione di chi legge.

Non importa sapere quanto di vero possa esserci in questo romanzo che ha il sapore di un’autobiografia scanzonata. Potrebbe anche essere tutto inventato, o quasi, come sembra dire il titolo. Ma non è questo quello che conta. La madre, con la sua ansia incontenibile, il padre, con la sua patofobia e la mania di ridefinire gli spazi interni della casa, il fratello sleale, piccolo genio precocissimo e scrittore (anche il fratello dell’autrice è uno scrittore), e infine lei, Veronica, la voce narrante, con le sue difficoltà di adattamento: sono tutti personaggi credibili, raccontati con ironia, le cui vicissitudini non annoiano e incuriosiscono. Continua a leggere

I PASSI DI MIA MADRE di Elena Mearini

Ferma, davanti allo specchio, con la doppia ruga in mezzo agli occhi, mi accorgo di essere sulla strada di mia madre, io che le ho sempre rimproverato il cammino e mi domandavo come potesse avere piedi tanto stupidi da non imparare mai il tragitto dal suo mondo al mio. Come lei, anch’io inseguo bugie, le raggiungo e procedo loro accanto.

Agata, la protagonista di questo breve e intenso romanzo di Elena Mearini, si è persa, senza sapersi più ritrovare. Si è persa da quando sua madre è uscita di casa, una sera ‒ una delle tante sere in cui annunciava che stava uscendo con un’amica ‒ e non è più tornata. Ma forse Agata si era già persa prima, nella contemplazione desolata di una madre a disagio nel ruolo di madre, una moglie a disagio nel ruolo di moglie. Non si ritrovava nel suo sguardo assente, disapprovante, nella sua disattenzione.

Se, a questo punto, state pensando alla solita trama che ruota intorno a una famiglia disfunzionale, vi sbagliate, perché l’autrice ci sorprende con un’idea originale. Continua a leggere

Fresco d’autore: La misura della distanza. Intervista con Gabriella Bampo.

 

Sinossi
Venezia, anni Settanta. Isabella conosce un giovane studente persiano, Farid, di cui si innamora perdutamente. Nonostante l’opposizione delle famiglie si sposano e si trasferiscono a Teheran. Isabella resta incinta, ma per il parto la coppia sceglie l’Italia. Di ritorno in Iran, le differenze culturali si fanno sentire e i conflitti con Farid diventano frequenti. La donna si sente prigioniera di un meccanismo di sottomissione che mina la fiducia in se stessa. Nel 1979 scoppia la rivoluzione islamica e la coppia fugge in Italia. Il matrimonio, già in crisi, si spezza quando Isabella trova la forza per ribellarsi. Dopo qualche anno la donna reincontra un amico persiano, ex rivoluzionario. Parleranno del passato, della malinconia che ormai colora la loro vita, della perdita degli ideali.

INTERVISTA
Questo libro nasce da una storia vera, la tua storia. Quando hai sentito l’urgenza di scriverla e come hai fatto a prendere le distanze dal tuo vissuto personale per scrivere la storia del tuo romanzo?
Avevo intenzione di scriverla da anni, l’ho avuta da sempre, ma dopo i primi tentativi mi sono resa conto di non essere in grado di esercitare un sufficiente distacco da alcuni fatti della mia vita. Ho dovuto aspettare a lungo, non senza scrivere, anzi, scrivendo furiosamente, perché quando si è coinvolti in una storia e i ricordi sono ancora freschi c’è bisogno di metabolizzare. Ho avuto anche la tentazione di lasciare, mi cimentavo con racconti di altro genere, ma continuavo a pensarci, la storia aveva un’urgenza che mi pressava. Volevo riflettere sulla storia particolare che avevo vissuto e il miglior modo di approfondire per me, è scriverne. L’argomento principale su cui mi interrogo ancora è se sia possibile un amore fra due persone di culture diverse.

Negli anni settanta ne eravamo certi, i giovani, coinvolti nel movimento di ribellione culturale del sessantotto che aveva messo in discussione alcuni presupposti della società, infiammati dalle idee nuove e dall’entusiasmo giovanile, erano convinti di poter cambiare il mondo. Si aprivano prospettive inimmaginabili. Anche l’amore era sdoganato dai pregiudizi e dalle differenze sociali e culturali, soprattutto fra gli studenti delle università. A Venezia le facoltà di lingue straniere e soprattutto di architettura accoglievano studenti greci, etiopi, iraniani, che ho frequentato in varie occasioni, partecipavano ai collettivi politici portando avanti principi di giustizia e di democrazia con la speranza di trasmetterle e perseguirle nei loro paesi di origine. Era una parte del mondo che arrivava vicino a me e ci sentivamo tutti sullo stesso piano. Cittadini del mondo.

Come sia riuscita a prendere il distacco, non so. È stato un lavoro molto lungo su me stessa, aiutata dal tempo che attenua le situazioni critiche e stende una patina di tolleranza su vicende del passato, anche su quelle che hanno provocato dolore .

Prendere la distanza dalla propria storia è importante, penso sia comune a tutti gli autori che scrivono di vissuti personali, è un discorso molto lungo, ma per vedere i fatti un’altra prospettiva bisogna mettersi in discussione, ritrovare una certa serenità, ricostruire il passato presuppone anche una certa forza d’animo. L’ho dovuta trovare.

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ANTONIA POZZI (13 febbraio 1912 – 3 dicembre 1938)

Flora alpina

ad A.M.C.

Ti vorrei dare questa stella alpina.
Guardala: è grande e morbida. Sul foglio,
pare un’esangue mano abbandonata.
Sbucata dalle crepe di una roccia,
o sui ghiaioni, o al ciglio di una gola,
là si sbiancava alla più pura luce.
Prendila: è monda e intatta. Questo dono
non può farti del male, perché il cuore
oggi ha il colore delle genzianelle.

Pasturo, 18 luglio 1929 Continua a leggere

AZZORRE di Cecilia M. Giampaoli

Un arcipelago dà il titolo a questo romanzo (in uscita il 19 giugno), e paragonabile ad un arcipelago è la storia che affiora, ora dolce ora aspra, a seconda dei momenti e dei punti di vista, dalla calma ordinata della narrazione.

La vicenda si basa su un fatto drammatico, realmente accaduto: nel 1989 un charter partito da Bergamo, con 144 persone a bordo, si schianta su una montagna delle isole Azzorre. La figlia di una delle vittime, venticinque anni dopo, decide di partire per il luogo del disastro, alla ricerca di una verità che sente di non avere ancora.

Occhi, sesso, stomaco e lingua: vasi riversi di piombo sottile sotto la curva morbida della mia schiena. Acqua tutt’intorno.
Per la seconda volta, un uomo che diceva di amarmi se ne andava, e in quel momento, nonostante fossero diversi, i due tipi di abbandono mi sembravano la stessa cosa.

La protagonista è la voce narrante: il suo è un viaggio fatto di persone e luoghi, di testimonianze, ricordi, reticenze, incontri fortuiti e voluti. Da ciascuno di questi incontri ne esce rafforzata, arricchita, consapevole del suo venire a patti con il passato.

Lo stile è ricco, sobrio, delicato. Accompagna il lettore, lo tiene per mano durante il cammino in saliscendi attraverso una natura struggente.

Il modo migliore per conoscere un posto è camminare, misurare lo spazio, relazionare la distanza alla lunghezza delle proprie gambe e l’altitudine alla propria fatica. Questo è il mio quarto giorno sull’isola: è arrivato il momento di iniziare le misurazioni.

La fotografia a pagina 155 è un suggello d’amore che chiude alla perfezione questa bellissima testimonianza.

AZZORRE
Cecilia M. Giampaoli
Neo Edizioni
pp. 156
Anno di pubblicazione: 2020
Euro 14,00

TERESA DEGLI ORACOLI di Arianna Cecconi

Prima de morir tu anima esce dal corpo per recuperare le sue tracce. L’anima deve camminare in tutti i luoghi donde è stata perché allì ha lasciato un pezzetto, un poquito de sé. Deve riprenderli tutti. Solo asì può ripartire completa. Seguro che la mi anima prima de morir dovrà traversar el oceano e tornare in Italia e in tutti i paesi e le città in cui sono stata. Verrà también a trovare voi e poi camminerà sulle montagne donde ho pascolato le mie pecore. Dovrà passar anche da Lima, la capital. Quella della nonna ya sta camminando. Sarà tornata nella cascina donde abitava prima o starà facendo un gireto per il pueblo. Quando l’anima esce anche il corpo trema, e gli oggetti se desplazan.

In Perù si dice che, quando si è vicini alla morte, la propria anima ripercorre i luoghi e le situazioni rimaste irrisolte negli anni per regolare i conti sospesi e poter lasciare la terra finalmente in pace. Questo processo sembra richiedere molto tempo a Teresa, da anni ferma e apparentemente dormiente nel suo letto posizionato nel salotto di casa.

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