LA RAGAZZA DELL’OPÉRA di Adriana Valenti Sabouret – Intervista all’autrice

Adriana Valenti Sabouret, nata a Siracusa, laureata in Lingue e Letterature straniere, da molti anni risiede in Francia. Ha insegnato presso l’Istituto Statale Italiano Leonardo da Vinci, a Parigi, e presso il Liceo Internazionale di Saint-Germain-en-Laye. Ha lavorato come traduttrice e ha collaborato con alcune riviste. Trasferitasi ad Alghero con il marito e i figli, ha esordito nel suo Paese di adozione con il romanzo Le rêve d’Honoré (Éditions du Panthéon, 2019). Con Arkadia Editore ha pubblicato Madame Dupont (2021) e La ragazza dell’Opéra (2023).

1. Adriana, il tuo ultimo romanzo è ambientato nei quartieri popolari di Parigi nella seconda metà dell’Ottocento, dove la miseria spinge le famiglie allo sfruttamento delle figlie ancora bambine, usate come risorsa economia. La protagonista, Émilie detta Millie, piccola danzatrice e oggetto del desiderio di uomini molto più anziani di lei, ha due relazioni importanti che cambiano il corso della sua vita: la prima con il principe italiano Valerio Cedronio, la seconda con l’inglese Lord Sutton Bunbury. Continua a leggere

NULLA D’IMPORTANTE TRANNE I SOGNI di Rosalia Messina

Tolstoj ci allerta sul fatto che tutte le famiglie felici s’assomigliano mentre ogni famiglia infelice lo è a modo suo. Rosalia Messina in Nulla d’importante tranne i sogni ci conduce nel peculiare labirinto di luce nera di una famiglia della borghesia siciliana: soprattutto, due sorelle, per motivi diversi in rotta con la vita, separate da tutto, ma più che d’ogni altra cosa dallo iato che genera solo l’ineguale distribuzione del talento, diversità che alimenta sull’una supponenza e sull’altra invidia: i fallimenti puzzano e i successi profumano, addirittura, puzzano e odorano di più quelli, di entrambe le categorie, ingiustificati.

Ro, scrittrice di successo, speleologa della psiche femminile, Nana sciatta, tendente alla pinguedine, insegnante insoddisfatta, sola contro il mondo: un figlio, Fosco, che gode del successo ed è riconosciuto dalla isomorfa zia, e una figlia, Giada, alcolista, in lotta con la vita e soprattutto con sé stessa; Ro: una specialità nel raffigurare la deflagrazione dei legami sociali, una Vita ispirata alla letteratura sulla vita.

Fin da quando aveva iniziato, giovanissima, a scrivere, si era prefissa di far intravedere, come in controluce, i meccanismi che fanno nascere odi sotterranei e dipendenze che strangolano vittime e carnefici.

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DIVORZIO DI VELLUTO di Jana Karšaiová

Divorzio di velluto è l’espressione con la quale si descrive la separazione fra la Repubblica Ceca e la Slovacchia (1 gennaio1993).

Questo romanzo di Jana Karšaiová (Feltrinelli, 2022) racconta, sullo sfondo della scissione della Cecoslovacchia in due Stati distinti, una serie di distacchi: dal Paese, dalla famiglia, da un amore.

La Cecoslovacchia era durata meno di settantacinque anni, non era mai esistita una nazione “cecoslovacca”, anche se per aumentare la credibilità del nuovo Stato si era cercato di cavalcare questa idea. La lingua e la cultura slovacca si erano sviluppate più tardi rispetto a quelle ceche, e le due non si erano mai veramente amalgamate. Anche per questo, e per la maggioranza numerica dei cechi che erano quasi il doppio, in Cecoslovacchia gli slovacchi erano economicamente e culturalmente più deboli. Durante il comunismo le divergenze fra le due nazioni si erano un po’ affievolite, il regime rappresentava il nemico comune da combattere per tutti. Ma poi l’avevano sconfitto.

Katarína torna a Bratislava da Praga per trascorrere il Natale con la famiglia. Da sette anni sua sorella Dora, la persona alla quale fin dall’infanzia è stata più legata, vive negli Stati Uniti. Continua a leggere

PENELOPE di Silvana La Spina

Penelope, romanzo di Silvana La Spina ispirato alle vicende della sposa di Odisseo, è stato pubblicato per la prima volta da La Tartaruga nel 1998 ed è stato ripubblicato nel maggio di quest’anno.
Con scrittura elegante e al tempo stesso sanguigna, l’autrice rovescia tutti gli stereotipi ai quali siamo abituati: Penelope felicemente prigioniera del ruolo di donna paziente, Penelope moglie e madre che attende il ritorno dell’eroe infedele rimanendogli fedele, regina nel suo gineceo ma priva di ogni potere, tanto che perfino il figlio giovanissimo, Telemaco, la esclude con durezza e fermezza dalle decisioni importanti, rimandandola alle sue stanze, al suo telaio, alle “cose da donne”.
La storia di Penelope, come la ricostruisce e la reinventa Silvana La Spina, non inizia con l’attesa del ritorno del guerriero vagabondo, come se nulla di importante potesse esserle accaduto prima; già solo per il risalto che l’autrice dà alle vicende che precedono l’incontro e il matrimonio con Odisseo, questa Penelope ha un risalto da protagonista anziché da sbiadita figura di contorno in una storia tutta maschile, incentrata sul celebre marito, sul figlio Telemaco, sui Proci che aspirano a sposarla per regnare su Itaca. Continua a leggere

GIORNI SENZA TEMPO di Cristina Pacinotti

Dal giorno alla notte, il tempo non esiste più. Le ore sono fatte di minuti e i minuti di secondi. Che valore hanno questi se nulla li scandisce? Che differenza c’è tra il mattino e la sera, se possono essere solo viste da una finestra?

…quando lo stupore inizia a scemare, lentamente, così com’è arrivata, la notte se ne va, una nuova alba saluta il giorno che, coma la salute dopo una malattia, si fa apprezzare di più

È in questa osservazione che la protagonista del memoir è costretta, come tutti noi, alla segregazione in casa causata dalla pandemia di Covid – 19. I giorni senza presente vengono colmati dal passato. Le case di ognuno di noi, se riusciamo ad isolare il silenzio e percepirne il lieve rumore, raccontano storie meravigliose.

Nel romanzo, la voce incastonata nei muri viene amplificata dal ritrovamento di una vecchia scatola di fotografie e di una completa collezione di biglietti ormai sbiaditi. È qui che la vita passata ricomincia. Continua a leggere

LA TERRA INESPLORATA DELLE DONNE a cura di Sara Durantini

Nel buio di una notte che sembra non finire, si accendono tredici lumi. A loro, se ne aggiungono poi centinaia. Migliaia. Milioni. Questo è il potere dei racconti: avvicinare. Così i lumi, con le loro fiamme rassicuranti, si raggiungono. Ogni luce è pronta ad illuminare le storie taciute. Ogni voce si unisce al coro per cantare la propria canzone e ogni penna è pronta a trascriverla perché non sia più dimenticata.

Ho capito, altresì, che la voce si è fatta scrittura, luogo di passaggio dove donne di diversa età, provenienza, formazione e cultura si incontrano per tessere la loro personale trama e unirla a quella delle altre compagne.

Comunità significa ascolto e condivisione. È così che sentiamo il disagio di essere una figlia e la responsabilità che si nutre nel soddisfare le aspettative della famiglia, le stesse del mondo che è lì, immobile, ad aspettarla. Imposizioni, sempre le stesse, alle quali sottostare. Continua a leggere

LE BUGIE NON SALVANO NESSUNO di Monica Coppola

Quel momento era stato il culmine di una giornata perfetta, un cerchio tracciato con il compasso, un insieme che ci comprendeva tutti e quattro, io, mio fratello, mio padre e mia madre, protetti dall’abbraccio di una circonferenza.

Annina, piccola abitante della periferia torinese,come tutte le sorelle minori del mondo, ha un obiettivo: rendere il proprio fratello orgoglioso di lei. Ogni volta che Enzo si inventa un gioco, non importa il grado di pericolo corso o l’esperienza richiesta, Anna è pronta a seguirlo.

Non desidera altro che una famiglia come quella di Francesco, al piano di sopra: rumorosa, vitale e che la domenica prepara le polpette al sugo. Si, persino la madre è compresa nelle sue immaginazioni di famiglia che prepara il sugo. Eppure lei non è disposta a stare al gioco. Continua a leggere

GUAIO DI NOTTE di Patrizia Rinaldi

«Sa perché dalle mie parti un guaio molto brutto si dice “guaio di notte”, ’nu guaio ’e notte? Perché di notte anche un imprevisto di media importanza si complica.»

Si ride e ci si commuove, leggendo le vicende tragicomiche delle due protagoniste dell’opera più recente di Patrizia Rinaldi,Guaio di notte, romanzo pubblicato da Rizzoli. E ci si appassiona alle vicende di un duo che per i guai sembra avere una calamita. Guai gravi, perché un guaio di notte, a Napoli, è un guaio grave, un guaio brutto: di notte ogni cosa appare nella luce peggiore.

La Signora e Andrea sono in fuga dalle rispettive vite passate. La prima è attempata ma bella, affetta da fisime e da vere fobie, ma detesta che le si chiami fobie. Sdrammatizza le difficoltà e le affronta con le armi migliori reperibili sul mercato: fascino, intelligenza, spregiudicatezza, duttilità e ironia. Continua a leggere

NON ANCORA di Cristina Pacinotti

Good girls go to heaven. Bad girls go everywhere. Maria Fermi lo sa bene. Lei è una ragazzaccia, ma d’altronde, siamo negli anni ’80. Ogni ragazza ha lo spregiudicato diritto di essere ribelle.

Il disastro nucleare di Chernobyl è il presente, così come lo sono l’AIDS e l’ecstasy. Il mondo sembra andare a rotoli, eppure nel parallelo e distintissimo universo di Maria, tutto è in stallo. Tutto è successo e, allo stesso tempo, non è accaduto assolutamente nulla. A Parigi, dove studia per laurearsi in semiotica, Maria osserva la vita di città, frequenta lezioni di danza, respira e gusta l’aria pesante della metropolitana, arricchita dalle radiazioni. Ogni sera indossa la maglietta con la scritta che più si addice al suo stato d’animo, sfoggiando una moltitudine di frasi significanti che anche lei ha qualcosa da dire di sé. Esce, sola o in compagnia dell’amico Umberto, gay, saggio e senza nessun pelo sulla lingua. Beve, si cala la giusta quantità di pasticche e fuma sempre una sigaretta in più del dovuto, anche se sta cercando di smettere.

Al giorno d’oggi andare in giro è un suicidio. Ma stare a casa, che cos’è stare a casa? Una dissoluzione a fuoco lento.
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SUI PASSI DI LEI di Emma Di Rao

Una storia di misteri, silenzi, fughe e ritorni in questo romanzo di Emma Di Rao.

La protagonista, Lea Calì, lavora come editor in una casa editrice torinese. Ha abbandonato la natia Sicilia per mettere fra sé e il passato una distanza che è misurabile non solo in chilometri, ma anche in differenze profonde fra i due contesti. Eppure, il passato non passa mai davvero, non si lascia cancellare del tutto dalla memoria, si riesce a lasciarlo ai margini della consapevolezza ma infine si ripresenta, in modi vari e imprevedibili, a far sentire la sua voce e il suo peso.

Quando Lea torna in Sicilia, per la morte della madre, il nuovo lutto si aggiunge al ricordo di un’assenza già sperimentata anche mentre la donna, distaccata e fredda, era viva. Nodi incomprensibili riemergono, vecchie ferite che distanza e tempo non hanno guarito si riaprono. Domande che non hanno mai avuto risposta premono di nuovo sull’anima di una donna che ha attraversato abbandoni e smarrimenti, trovando conforto nelle parole scritte, nelle storie di invenzione letteraria.

Perché la morte aveva reso definitiva l’assenza, inghiottendo tutte le risposte alle mille domande che non aveva mai osato rivolgere alla madre.

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LA ROSA È VIVA di Denise Ciampi

«E io ho il cuore nero e tanta gente mi vorrebbe al cimitero, Ma io ho il cuore nero e me ne frego e sputo in faccia al mondo intero!». Marco ha messo i 270 Bis e canta, pigiando il piede sull’acceleratore. Alla fine della canzone stende il braccio quanto gli consente il tettino della macchina: «A noi!».

Questa musica mi piace, quando la ascolto mi sento parte di qualcosa di grande, che cambierà il mondo. Qualche mese fa sono stata anche a un concerto, Marco mi teneva il braccio sulle spalle e cantava, io invece non cantavo un granché, perché tante canzoni non le conoscevo. Allora ho incominciato a ascoltare la nostra musica con gli auricolari, così imparo le parole.

Con La rosa è viva, romanzo pubblicato da ChiPiùNeArt Edizioni, Denise Ciampi intreccia una storia contemporanea, attualissima, a una storia, che risale agli anni Quaranta, di fascismo, antifascismo e resistenza. Continua a leggere

SIRENE di Laura Pugno

Di solito docili come vacche, le femmine di sirena si rivelavano stupendamente feroci alla fine della monta. Non appena cessato l’estro che le manteneva narcotizzate e placide, alla mercé dei maschi, le femmine li avrebbero uccisi e in parte divorati. Era l’unica occasione in cui la specie – o così credevano gli scienziati – consumava carne.

Con la mattanza, l’acqua si sarebbe scurita di sangue e sarebbe stato necessario liberare le carcasse nell’oceano, procedere allo svuotamento delle vasche. I maschi servivano solo a fecondare le femmine, la loro carne era velenosa per l’uomo.

L’ozono ha abbandonato il Pianeta Terra. Le radiazioni solari affondano le loro lame nella carne umana senza alcuna pietà. Per gli uomini esse non sono solo letali, ma addirittura pandemiche, diffondendo, per chiunque si esponga alla luce, il cancro nero, una malattia del derma che ha termine solo con la morte dell’individuo infetto. La minaccia spinge l’umanità, o meglio, i pochi ricchi privilegiati, a costruire le loro dimore sotto la superficie dell’acqua, godendo in questo modo della confortante sicurezza degli abissi. Continua a leggere

TUTTO TORNA di Giulia Carcasi

Ho visto migliaia di film, letto centinaia di libri, senza chiedermi se fossero veri. Mi bastava di una storia che fosse bella. A un’emozione non ho chiesto documenti. Perché non può essere così anche con le persone? Mi sono commosso in un cinema e davanti a una pagina, ma se penso a quando mi sono commosso davanti ad Antonia, mi sento stupido e non riesco a sopportarlo.

Diego, docente all’università di Pisa, vive smarrito tra le sue paure, l’Alzheimer di sua madre che non lo riconosce, la distanza da suo padre, l’assalto dei ricordi amari. Nel cerchio asfittico della sua vita irrompe Antonia. Si incontrano in treno, sulla tratta da Roma a Pisa, e lei lo soccorre durante un attacco di panico.

Mi avevano detto che il passato condiziona il futuro, ma non mi avevano detto che vale anche il contrario: il futuro riscrive il passato, come l’ultima pagina di un romanzo trasfigura tutto quello che è stato letto a tal punto che a volte è necessario rileggere. Stai riscrivendo il passato, Antonia, sei arrivata e ci sei sempre stata.

Con una scrittura al tempo stesso scabra e poetica, l’autrice racconta una storia d’amore, disagio e solitudine. Continua a leggere

NIENTE DI VERO di Veronica Raimo

Negli ultimi vent’anni ho vissuto in maniera schizoide tra Roma e Berlino. O meglio, ho vissuto a Roma continuando a passare dei mesi a Berlino e rimpiangendo il fatto di non viverci. Non c’è alcun motivo reale perché non mi trasferisca a Berlino, ma se mi trasferissi, smetterei di avere un solido rimpianto che mi tiene in vita tutti i giorni.

Con Niente di vero, romanzo pubblicato da Einaudi quest’anno e vincitore del Premio Strega Giovani, Veronica Raimo racconta una famiglia che potrebbe essere proprio la sua. Una famiglia dotata di ordinarie nevrosi, in cui i rapporti sono malsani e disturbati come nella maggior parte delle famiglie. Eppure ne viene fuori un libro divertente, leggero, i cui personaggi, con le loro meschinità, fisime, inadeguatezze, capacità manipolatorie, risultano simpatici e si guadagnano con facilità l’assoluzione di chi legge.

Non importa sapere quanto di vero possa esserci in questo romanzo che ha il sapore di un’autobiografia scanzonata. Potrebbe anche essere tutto inventato, o quasi, come sembra dire il titolo. Ma non è questo quello che conta. La madre, con la sua ansia incontenibile, il padre, con la sua patofobia e la mania di ridefinire gli spazi interni della casa, il fratello sleale, piccolo genio precocissimo e scrittore (anche il fratello dell’autrice è uno scrittore), e infine lei, Veronica, la voce narrante, con le sue difficoltà di adattamento: sono tutti personaggi credibili, raccontati con ironia, le cui vicissitudini non annoiano e incuriosiscono. Continua a leggere

I PASSI DI MIA MADRE di Elena Mearini

Ferma, davanti allo specchio, con la doppia ruga in mezzo agli occhi, mi accorgo di essere sulla strada di mia madre, io che le ho sempre rimproverato il cammino e mi domandavo come potesse avere piedi tanto stupidi da non imparare mai il tragitto dal suo mondo al mio. Come lei, anch’io inseguo bugie, le raggiungo e procedo loro accanto.

Agata, la protagonista di questo breve e intenso romanzo di Elena Mearini, si è persa, senza sapersi più ritrovare. Si è persa da quando sua madre è uscita di casa, una sera ‒ una delle tante sere in cui annunciava che stava uscendo con un’amica ‒ e non è più tornata. Ma forse Agata si era già persa prima, nella contemplazione desolata di una madre a disagio nel ruolo di madre, una moglie a disagio nel ruolo di moglie. Non si ritrovava nel suo sguardo assente, disapprovante, nella sua disattenzione.

Se, a questo punto, state pensando alla solita trama che ruota intorno a una famiglia disfunzionale, vi sbagliate, perché l’autrice ci sorprende con un’idea originale. Continua a leggere