UN’ESTATE CON LA STREGA DELL’OVEST di Naho Nashiki

La piccola Mai soffre di una forma d’asma che le impedisce di stringere legami con i suoi coetanei. Il respiro affaticato con la quale convive la costringe a isolarsi dalle lunghe chiacchierate, dalle risate a pieni polmoni e dalle corse in cortile. Ogni giorno più chiusa in sé stessa, la meraviglia dei primi anni di vita è stata rilegata in una cantina nascosta del suo cuore.

Sotto stretto consiglio dei medici, i genitori decidono di mettere in pausa la scuola per farle trascorrere qualche mese in montagna assieme alla nonna. L’aria pulita che circonda la piccola dimora di quest’ultima potrebbe giovare al corpo e allo spirito di Mai. Una vita nuova: la speranza che un animo più felice guarisca anche i suoi polmoni.

Forse imparerei a vivere facendomi meno problemi, sgusciando tra le difficoltà come un pesce che nuota nell’acqua

Mai e la nonna non si sono viste spesso e, appena scesa dalla macchina, la figura minuta pronta ad accoglierla le incute timore. Capelli bianchi come la neve, fitte ragnatele sotto gli occhi e un sorriso accennato, senza denti in mostra, con un pizzico di furbizia come quella che possiedono le streghe. Non ha gli occhi a mandorla come i suoi: la nonna è di origini inglesi e la notte, quando aiuta Mai ad infilarsi sotto le coperte, ripete «‘night ‘night sweetie». Continua a leggere

PARADISI PERDUTI di Emanuele Zeffiro

Davide è un archetipo. È laureato in fisica, ha un lavoro stabile in un ente pubblico ed è single. I suoi amici sono accasati e, quelli che non lo sono ancora, compiranno presto il grande passo. Il fratello Alessandro desidera una famiglia da cui tornare ogni sera.

L’immagine che ci si potrebbe fare di Davide è quella di un bianco etero libertino che affronta con successo il suo lavoro e colleziona aneddoti da raccontare alle numerose donne che ammalia e accompagna in camera da letto. Non è così. Davide non sa avere successo e non riesce a comunicare, specialmente con le donne.

«Ma io a volte mi sento inadeguato» aveva farfugliato lui, rendendosi conto che stava, di nuovo, restituendole solo una pallida fotografia della realtà. Avrebbe voluto dirle che in quella relazione gli sembrava di camminare in un campo minato: lasciava trapelare ben poco di sé, nel timore di irritarla con una delle sue frasi fuori luogo…

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UVA. UNA VITA ALTROVE di Giovanni Capotombolo

Chiunque sia stato giovane negli Anni ’90, aveva amici, un fratello, una sorella o un conoscente anche solo lontana che faceva parte di una rock band.
Le sale prove erano i garage del componente con la casa più grande o, semplicemente, con i genitori e i vicini più tolleranti. I social network, la realtà mediatica e la FOMO erano concetti lontani.
Solitamente si presentavano come esseri mitologici di poche parole, con le cuffiette che collegavano direttamente le orecchie al walkman e le magliette con stampate sopra facce di altri esseri mitologici. Eppure, ai concerti, si scatenavano: tiravano fuori la voce e pogavano via ogni problema della vita.

Sono come guerrieri urbani dentro l’Inferno dantesco, sono colorati e vivaci, vivi e vitali. In una parola: bellissimi.

UVA e Wally sono amici da una vita. Non hanno combinato troppi guai e, da bravi fratelli minori, vivono per emulare i maggiori. Così, appena questi ultimi compiono il loro battesimo del fuoco nel panorama del rock, i due amici non possono astenersi dall’imitarli. Continua a leggere

TEORIA E PRATICA DI OGNI COSA di Marisha Pessl

Blue Van Meer ed il padre Gareth conquistano e abbandonano città come fossero tappe di una mappa del tesoro. La madre è morta quando Blue aveva cinque anni, lasciandole il nome della farfalla preferita della sua collezione, la Cassius Blue.
Il padre le racconta spesso di quanta dedizione ci mettesse a contattare venditori privati per tutto il paese al fine di conquistare delle nuove ali da aggiungere alle teche della sua collezione. La stessa irremovibile volontà è quella che spinge lui oggi a non mettere radici: arrivano in una città, il padre tiene le conferenze accademiche che il suo lavoro gli impone e poi ripartono, lasciando indietro una scia di scarabee ammaliate e straziate dal suo fascino di uomo inconcludente.

Il destino dell’uomo è determinato dalle vicissitudini dell’ambiente o dal libero arbitrio? Io propendo per il libero arbitrio, poiché ciò che pensiamo, ciò a cui dedichiamo i nostri pensieri – siano sogni o paure – esercita un effetto diretto sul mondo fisico. Più si pensa alla propria disfatta, alla propria rovina, più grande è la probabilità che essa si verifichi. Viceversa, più si pensa alla vittoria, più sarà probabile ottenerla.

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GIORNI SENZA TEMPO di Cristina Pacinotti

Dal giorno alla notte, il tempo non esiste più. Le ore sono fatte di minuti e i minuti di secondi. Che valore hanno questi se nulla li scandisce? Che differenza c’è tra il mattino e la sera, se possono essere solo viste da una finestra?

…quando lo stupore inizia a scemare, lentamente, così com’è arrivata, la notte se ne va, una nuova alba saluta il giorno che, coma la salute dopo una malattia, si fa apprezzare di più

È in questa osservazione che la protagonista del memoir è costretta, come tutti noi, alla segregazione in casa causata dalla pandemia di Covid – 19. I giorni senza presente vengono colmati dal passato. Le case di ognuno di noi, se riusciamo ad isolare il silenzio e percepirne il lieve rumore, raccontano storie meravigliose.

Nel romanzo, la voce incastonata nei muri viene amplificata dal ritrovamento di una vecchia scatola di fotografie e di una completa collezione di biglietti ormai sbiaditi. È qui che la vita passata ricomincia. Continua a leggere

LA TERRA INESPLORATA DELLE DONNE a cura di Sara Durantini

Nel buio di una notte che sembra non finire, si accendono tredici lumi. A loro, se ne aggiungono poi centinaia. Migliaia. Milioni. Questo è il potere dei racconti: avvicinare. Così i lumi, con le loro fiamme rassicuranti, si raggiungono. Ogni luce è pronta ad illuminare le storie taciute. Ogni voce si unisce al coro per cantare la propria canzone e ogni penna è pronta a trascriverla perché non sia più dimenticata.

Ho capito, altresì, che la voce si è fatta scrittura, luogo di passaggio dove donne di diversa età, provenienza, formazione e cultura si incontrano per tessere la loro personale trama e unirla a quella delle altre compagne.

Comunità significa ascolto e condivisione. È così che sentiamo il disagio di essere una figlia e la responsabilità che si nutre nel soddisfare le aspettative della famiglia, le stesse del mondo che è lì, immobile, ad aspettarla. Imposizioni, sempre le stesse, alle quali sottostare. Continua a leggere

LE BUGIE NON SALVANO NESSUNO di Monica Coppola

Quel momento era stato il culmine di una giornata perfetta, un cerchio tracciato con il compasso, un insieme che ci comprendeva tutti e quattro, io, mio fratello, mio padre e mia madre, protetti dall’abbraccio di una circonferenza.

Annina, piccola abitante della periferia torinese,come tutte le sorelle minori del mondo, ha un obiettivo: rendere il proprio fratello orgoglioso di lei. Ogni volta che Enzo si inventa un gioco, non importa il grado di pericolo corso o l’esperienza richiesta, Anna è pronta a seguirlo.

Non desidera altro che una famiglia come quella di Francesco, al piano di sopra: rumorosa, vitale e che la domenica prepara le polpette al sugo. Si, persino la madre è compresa nelle sue immaginazioni di famiglia che prepara il sugo. Eppure lei non è disposta a stare al gioco. Continua a leggere

L’ANNO DEL PENSIERO MAGICO di Joan Didion

Il cambiamento si insinua, senza far rumore, nel claustrofobico spazio tra il prima ed il dopo. Tra i due, tuttavia, è solo il secondo a catturare la nostra attenzione. Joan Didion ne è la prova.

La vita cambia in fretta. La vita cambia in un istante. Una sera ti metti a tavola e la vita che conoscevi è finita. Il problema dell’autocommiserazione.

Una sera, al ritorno dalla visita in ospedale alla figlia Quintana, Joan è pronta a sedersi a tavola con il marito John, consumare una cena riscaldata e poi, chissà, magari scrivere. Magari leggere. Magari parlare del fatto che la loro figlia sia stesa in un letto d’ospedale. Non dovrebbe essere il contrario?

Tuttavia, John ha finito il tempo. Scade poco prima della cena, nel bel mezzo del salotto. Arresto cardiaco. Era significante il prima? Come hanno sempre tenuto a ripeterci, ogni istante della vita dovrebbe essere importante. Eppure nel dolore, conta solo il dopo. Il prima è un’aggravante. Continua a leggere

NON ANCORA di Cristina Pacinotti

Good girls go to heaven. Bad girls go everywhere. Maria Fermi lo sa bene. Lei è una ragazzaccia, ma d’altronde, siamo negli anni ’80. Ogni ragazza ha lo spregiudicato diritto di essere ribelle.

Il disastro nucleare di Chernobyl è il presente, così come lo sono l’AIDS e l’ecstasy. Il mondo sembra andare a rotoli, eppure nel parallelo e distintissimo universo di Maria, tutto è in stallo. Tutto è successo e, allo stesso tempo, non è accaduto assolutamente nulla. A Parigi, dove studia per laurearsi in semiotica, Maria osserva la vita di città, frequenta lezioni di danza, respira e gusta l’aria pesante della metropolitana, arricchita dalle radiazioni. Ogni sera indossa la maglietta con la scritta che più si addice al suo stato d’animo, sfoggiando una moltitudine di frasi significanti che anche lei ha qualcosa da dire di sé. Esce, sola o in compagnia dell’amico Umberto, gay, saggio e senza nessun pelo sulla lingua. Beve, si cala la giusta quantità di pasticche e fuma sempre una sigaretta in più del dovuto, anche se sta cercando di smettere.

Al giorno d’oggi andare in giro è un suicidio. Ma stare a casa, che cos’è stare a casa? Una dissoluzione a fuoco lento.
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LE NOTTI DI SALEM di Stephen King

Salem’s Lot, negli anni ’70, è abitata da pochissime anime. La ragione principale della sua desolazione è la moltitudine di storie che vengono sussurrate sul suo conto. Racconti da incubo che tengono svegli i bambini la notte e che, inconsciamente, si insinuano come un tarlo nelle fervide convinzioni degli adulti, facendole pian piano vacillare. La protagonista di questi tenebrosi racconti è Casa Marsten che, silenziosa, osserva Salem’s Lot dalla cima della collina sulla quale sorge. Gli abitanti non si possono sottrarre al suo sguardo.

In autunno, così cade la notte a Salem’s Lot: il sole dapprima perde la sua debole presa sull’aria, raffreddandola e ricordando a tutti che l’inverno si avvicina, e sarà lungo. Si formano nuvole sottili e le ombre si allungano. Non hanno la profondità delle ombre dell’estate, perché non ci sono foglie sugli alberi o grosse nuvole in cielo a renderle spesse: sono ombre smilze, meschine, che mordono la terra come denti.

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I MIEI STUPIDI INTENTI di Bernardo Zannoni

Mio padre morì perché era un ladro. Rubò per tre volte nei campi di Zò, e alla quarta l’uomo lo prese. Gli sparò nella pancia, gli strappò la gallina di bocca e poi lo legò a un palo del recinto come avvertimento. Lasciava la sua compagna con sei cuccioli sulla testa, in pieno inverno, con la neve.

Sopravvivere è dura se si è nati in una tana umida in mezzo al bosco. Archy è una faina. Suo padre, dopo aver fatto il suo dovere fisiologico, ha abbandonato la madre a svezzare lui ed i suoi fratelli, non sempre con successo. Tuttavia, il mondo che gli viene promesso è questo: solo i forti sopravvivono. Archy, tuttavia, è un caso a sé: reso zoppo da un incidente di caccia, non è abbastanza vigoroso da sopravvivere senza difficoltà, né abbastanza debole da lasciarsi morire. La madre perciò lo vende alla volpe Solomon, usuraio che, in cambio del figlio, le darà cibo a sufficienza per sfamare il resto della famiglia. Così la faina e la volpe iniziano la loro travagliata convivenza. È con lui che Archy scoprirà di avere degli istinti apparentemente dissimili da quelli che riconosce in chi appartiene al suo mondo, circoscritto nella vastità di una collina. Continua a leggere

ROSEMARY’S BABY di Ira Levin

«Nessuno, nessuno al mondo ha un fuoco come questo, stasera», esclamò Guy. Rosemary, in ginocchio e col bicchiere in mano, fissando il carbone che crepitava, avvolto dalle fiamme, disse: «Non è una meraviglia? Spero proprio che avremo l’inverno più freddo di tutto il secolo».

Non importa quante storie si raccontino sul Bramford: i Woodhouse non credono alle superstizioni. Chi lo dice che quello ritrovato pochi anni prima nello scantinato del condominio, avvolto dalla carta di giornale, fosse davvero il cadavere di un bambino? E, inoltre, in tutta l’America ogni giorno migliaia di persone si tolgono la vita… che importanza ha che molti di questi suicidi siano avvenuti dalle finestre di quel palazzo? Al Bramford il tempo sembra immobile: le facciate di mattoni, i finestroni e le statue gotiche non cedono alle oppressioni dell’acciaio e del vetro tipici del modernismo, rendendolo il palazzo più ambito di New York. Quando uno degli appartamenti viene liberato dalla morte della sua anziana proprietaria, i Woodhouse non possono lasciarsi scappare l’occasione. Continua a leggere

SIRENE di Laura Pugno

Di solito docili come vacche, le femmine di sirena si rivelavano stupendamente feroci alla fine della monta. Non appena cessato l’estro che le manteneva narcotizzate e placide, alla mercé dei maschi, le femmine li avrebbero uccisi e in parte divorati. Era l’unica occasione in cui la specie – o così credevano gli scienziati – consumava carne.

Con la mattanza, l’acqua si sarebbe scurita di sangue e sarebbe stato necessario liberare le carcasse nell’oceano, procedere allo svuotamento delle vasche. I maschi servivano solo a fecondare le femmine, la loro carne era velenosa per l’uomo.

L’ozono ha abbandonato il Pianeta Terra. Le radiazioni solari affondano le loro lame nella carne umana senza alcuna pietà. Per gli uomini esse non sono solo letali, ma addirittura pandemiche, diffondendo, per chiunque si esponga alla luce, il cancro nero, una malattia del derma che ha termine solo con la morte dell’individuo infetto. La minaccia spinge l’umanità, o meglio, i pochi ricchi privilegiati, a costruire le loro dimore sotto la superficie dell’acqua, godendo in questo modo della confortante sicurezza degli abissi. Continua a leggere

IL PETALO CREMISI E IL BIANCO di Michel Faber

Vieni con me ora, via dalle strade ripugnanti della città, lontano da stanze che olezzano di paura e d’inganno, dai patti stretti con cinismo del bieco. L’amore esiste.

Abbandona i pregiudizi. Siediti. Dimentica ciò che stavi facendo e parti. Non hai bisogno di portare nulla con te. Leggerai di Sugar, prostituta da tutta la vita che ha perso la sua purezza e l’innocenza per mano di sua madre. L’accompagna quell’aura misteriosa che si crea attorno a ciò che è spezzato, frammentato e sregolato. È la più famosa e ambita prostituta di Londra. Non c’è servizio che Sugar non offra. Di lei gli uomini sanno poco, corrono voci e storie, ma nessuno sa davvero chi sia. Le domande sul suo conto vagano di bocca in bocca in cerca di risposte che William Reckhman, ricco propretario delle Profumerie Reckham, vuole trovare.

Sugar è davvero diversa dalle altre. Non le basta certo intrattenere qualche uomo ubriaco e villano che cerca in lei le attenzioni perse della moglie, o il desiderio represso per il suo stalliere, o, ancora, le braccia premurose della madre che non li ha mai cullati. Continua a leggere

LA PANNE di Friederich Dürrenmatt

La via della colpa all’innocenza è sì difficile ma non impossibile, mentre è un’impresa addirittura disperata voler conservare la propria innocenza, e il risultato non può che essere disastroso.

Ci sono ancora storie degne di uno scrittore? Storie che, senza essere arricchite, strappate, ricucite e ridisegnate sono, nella loro nudità, interessanti? È con questa riflessione che si apre La panne. Una storia ancora possibile di Friederich Dürrenmatt, quasi a voler significare che lui è stato in grado di scovare una di queste rare storie, come un diamante in una miniera di carbone. Impossibile dire se questo diamante sia davvero allo stato grezzo, delineando, grazie al dubbio, un’aura misteriosa e conturbante nella mente del lettore, accompagnandolo per tutta la durata della lettura, tanto breve quanto intensa.
Alfredo Traps, un commerciante di tessuti, si ritrova bloccato in un minuscolo paese tra le montagne svizzere. La colpa di tale evento è da attribuire alla sua meravigliosa berlina nuova rosso fiammante che, tanto borghese ed elegante, è andata in panne. Questo lo spingerà a dover chiedere ospitalità nell’unica casa che sembra avere una stanza disponibile per il pernottamento: quella di un simpatico anziano signore, il quale, assieme ai suoi amici attempati, ama trascorrere le serate estive ricordando i bei vecchi tempi andati. Continua a leggere