Penna a penna. Intervista con l’autore: Christian Mascheroni

CHRISphoto2016Quando hai cominciato a scrivere? Eri sicuro di voler diventare uno scrittore?
Innanzitutto ciao a tutti come state? Spero bene! Ok, ora sono pronto per rispondere: ho iniziato sin da quando avevo 6 anni. Ricordo che prima ancora di saper scrivere e leggere, mia madre mi aveva portato dentro il meraviglioso mondo dei libri leggendomeli prima di dormire ed io già da bambino volevo essere dall’altra parte, ovvero nelle vesti del narratore. Pensavo, guardando le foto degli scrittori sulle quarte di copertina, che avessero poteri magici e che fossero persone speciali. Perciò sin da quell’età non vedevo l’ora di diventare anche io speciale, magico; diventare come loro uno scrittore capace di portare le persone dentro le storie. Continua a leggere

SE QUESTO È UN UOMO di Primo Levi

SeQuestoeUnUomo_Cavaglion“Se questo è un uomo -un libro che reincontreremo al Giudizio Universale- offre un’immagine quasi lievemente attenuata dell’infamia, perché il testimone Levi racconta scrupolosamente ciò che ha visto di persona e, anziché calcare le tinte sullo sterminio come pure sarebbe stato logico e comprensibile, vi allude pudicamente, quasi per rispetto a chi è stato annientato dallo sterminio dal quale egli, in extremis, si è salvato”. Così il 12 aprile 1987, all’indomani della morte di Primo Levi, Claudio Magris sul Corriere della Sera ricorda lo scrittore piemontese. Oggi, le parole di Magris mi sembrano ancora le più adatte e le più belle per ricordare l’uomo e lo scrittore Primo Levi. 

Se questo è un uomo è stato tradotto in tutto il mondo, ed è considerato un classico -non solo- della letteratura testimoniale, un libro per certi versi strano, che Levi stesso rispondendo a Philip Roth dice di aver scritto: “per tentare di spiegare agli altri, e a me stesso gli eventi in cui mi ero trovato coinvolto, ma senza particolari intenti letterari. Il mio modello (o se preferisci il mio stile) è stato quello del ‘rapportino settimanale’ che si usa fare in fabbrica: dev’essere preciso, conciso, e scritto in una lingua comprensibile a chiunque nella gerarchia aziendale”, quindi aperto a chiunque. Continua a leggere

TI METTONO IN UNA SCATOLA di Carlo Sperduti

ti-metto-in-una-scatola-carlo-sperduti-intermezziHo tentato di evitarlo per settimane, ma hai fatto pressioni, hai minacciato una separazione, hai tirato fuori sospetti… sono stato costretto ad accettare che entrassi in casa mia, ed ecco il risultato…

Cosa fareste voi, se dopo aver assistito alla lettura di un brano di un libro a una presentazione, e dopo esservi divertiti e aver molto riso e aver comprato il libro poi… non ci fosse traccia di quello che l’autore ha letto alla presentazione? Beh, io ci sono rimasto male e non ho capito. Ma adesso sì che ho capito, sono passati tre anni ma ho capito: questo è Carlo Sperduti.

Dopo cena sei voluta venire in camera mia e io ti ho detto che forse non era il caso, ma tu hai insistito ancora… e io di nuovo ti ho accontentata. Ho dovuto spiegarti un po’ di cose e non si può certo dire che non te le abbia spiegate per bene. Cosa ti ho detto appena entrati, eh? Appena hai varcato la soglia di questa stanza, cosa ti ho detto, te lo ricordi? Ti ho detto: Anna, ascoltami, cerca di fare attenzione

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Penna a penna. Intervista con l’autore: Giusi Marchetta

GiusiMarchettaQuando ha cominciato a scrivere? Era sicura di voler diventare una scrittrice?
Da piccola lo sognavo di sicuro. Al liceo ho cominciato a scrivere racconti ma non pensavo che avrei potuto superare certi blocchi e diventare una scrittrice.

Che cosa scriveva all’inizio? È stata incoraggiata da qualcuno e se sì, da chi?
Scrivevo storie col finale a sorpresa, fantastiche o di fantascienza. Sperimentavo col punto di vista. Un disastro. All’università ho frequentato il laboratorio di Antonella Cilento che mi ha fatto scoprire alcuni autori necessari, ha evidenziato tutte le mancanze della mia pagina ma ha anche creduto molto in me. Lei mi ha fatto pensare che dovevo provarci. Continua a leggere

I MIEI GENITORI NON HANNO FIGLI di Marco Marsullo

I-miei-genitori-non-hanno-figli-marco-marsulloI miei genitori non hanno figli è un romanzo che all’inizio lascia perplessi. Non si capisce dove voglia andare a parare, se così si può dire. Eppure, contemporaneamente, crea una curiosità di proseguirne la lettura che poi non delude.
A parlare è un diciottenne, figlio di genitori divorziati da cinque anni, ma, nei ricordi dell’io narrante, estranei da molto più tempo. I genitori appartengono a quella generazione fedele a un unico progetto nella vita, anche qualora tale progetto si rivelasse fallace o quanto meno fallibile:

una scelta e una soltanto, promessa indissolubile con se stessi, per la quale si sono fatti debiti, economici e morali, con il futuro.

Sprecato il solo colpo in canna, non ce n’è un altro: l’esistenza diventa soltanto un disperato tentativo di rattoppare, raddrizzare, correggere. Mai una seconda, autentica possibilità da darsi. Continua a leggere

L’INVENZIONE DELLA MADRE di Marco Peano

L'invenzione della madre

L’invenzione della madre è un libro che si legge con trasporto. È una storia che riguarda e ha riguardato molti di noi, che qui assume i connotati specifici e soggettivi del commiato dalla madre, ma in cui non manca una dimensione più universale che tocca i temi della sofferenza e della separazione.

Mattia, appassionato di cinema, è un ventiseienne che fa fatica a “smarcarsi dalla condizione di figlio”: vive ancora con i genitori, ha lasciato l’università, ha una ragazza con la quale fa fatica ad immaginare un futuro.

È in questa incapacità d’inventarsi un’altra vita che lo coglie la malattia della madre. Continua a leggere