Zero K di Don DeLillo

Tutti vogliono possedere la fine del mondo.

Nietzsche, nello Zarathustra, identifica la virtù suprema nella capacità di vivere per tramontare, qualità che definisce gli Ultra Uomini come coloro che “passano dall’altra parte”, la loro peculiarità starebbe, quindi, nella capacità di scomparire – d’essere un ponte piuttosto che rappresentare o avere uno scopo – per consentire una nuova alba, nel susseguirsi dell’alternanza delle forme della storia.

Le oltre 240 pagine di Zero K – il magnifico libro di Don DeLillo – sono la dimostrazione della opinione di Nietzsche ab absurdo, cioè ipotizzando che la tesi sia falsa e mostrando che in questo caso si presenterebbero delle antinomie.

Siamo un in tempo scardinato e illuminato da una luce polverosa in una data indefinita, ma figlia della fase post capitalistica, post socialista, ma soprattutto post religiosa, in cui l’afflato verso il lato metafisico della natura umana è assorbita dalla nuova fede nella scienza, una forma di neopositivismo che impronta di sé ogni aspetto della vita e, soprattutto, della morte. Continua a leggere

RUMORE BIANCO di Don DeLillo

Il libro presenta tre parti: nella prima l’autore mette in scena il disagio psichico di una “normale” famiglia iper-allargata, (lui, Jack; lei, Babette) con figli eredità biologica di precedenti rapporti – scorie radioattive di passati non metabolizzati – e l’imperativo del consumo per sostenere il sistema: infatti, il titolo fa riferimento, in statistica, a una serie in cui ciascun valore è imprevedibile rispetto ai precedenti, il tutto è scorrelato; tale estraniamento in cui ogni cosa, ogni concetto, galleggia come una monade senza riferimenti con il resto, è prodotto dal consumismo e dalla tecnologia, a cui finiamo tutti per cedere le armi.

Comperavo con abbandono incurante. Comperavo per bisogni immediati ed eventualità remote. Comperavo per il piacere di farlo, guardando e toccando, esaminando merce che non avevo intenzione di acquistare ma che finivo per comperare. Mandavo i commessi a frugare nei campionari di tessuti e colori, in cerca di disegni esclusivi. Cominciai a crescere in valore e autoconsiderazione. Mi espansi, scoprii aspetti nuovi di me stesso, individuai una persona della cui esistenza mi ero dimenticato.

Per tutta la prima parte, il lettore veleggia tranquillo (o almeno crede) tra una lezione di Jack su Hitler, argomento nel quale è un’autorità, e un pomeriggio di jogging di Babette, la cui tendenza alla pinguedine è motivo di attrazione sessuale per gli uomini. Continua a leggere