PENELOPE di Silvana La Spina

Penelope, romanzo di Silvana La Spina ispirato alle vicende della sposa di Odisseo, è stato pubblicato per la prima volta da La Tartaruga nel 1998 ed è stato ripubblicato nel maggio di quest’anno.
Con scrittura elegante e al tempo stesso sanguigna, l’autrice rovescia tutti gli stereotipi ai quali siamo abituati: Penelope felicemente prigioniera del ruolo di donna paziente, Penelope moglie e madre che attende il ritorno dell’eroe infedele rimanendogli fedele, regina nel suo gineceo ma priva di ogni potere, tanto che perfino il figlio giovanissimo, Telemaco, la esclude con durezza e fermezza dalle decisioni importanti, rimandandola alle sue stanze, al suo telaio, alle “cose da donne”.
La storia di Penelope, come la ricostruisce e la reinventa Silvana La Spina, non inizia con l’attesa del ritorno del guerriero vagabondo, come se nulla di importante potesse esserle accaduto prima; già solo per il risalto che l’autrice dà alle vicende che precedono l’incontro e il matrimonio con Odisseo, questa Penelope ha un risalto da protagonista anziché da sbiadita figura di contorno in una storia tutta maschile, incentrata sul celebre marito, sul figlio Telemaco, sui Proci che aspirano a sposarla per regnare su Itaca. Continua a leggere

IL PASSEGGERO di Cormac McCarthy

Finalmente è uscito anche in italiano (Einaudi, traduzione di Maurizia Balmelli) Il passeggero, il nuovo romanzo di Cormac McCarthy, il primo dopo il successo planetario de La strada.

La trama, come sempre in questo autore, è assai meno importante sia dei temi che sostengono i piani narrativi, sia del linguaggio.

Il racconto è un sostanziale dittico, un ping-pong tra le vicende di Bobby e Alicia, un fratello è una sorella, figli di un fisico che ha collaborato con Oppenheimer al progetto Manhattan che portò alla bomba atomica. Bobby, fisico di buon livello ma non geniale, si ricicla in infiniti altri lavori, da pilota nelle corse di automobili fino a quello di sommozzatore; Alicia, genio della matematica, quindi del linguaggio, ma preda dei fantasmi del non linguaggio con cui è tessuta la schizofrenia di cui è preda, finisce suicida. Tra loro il totem e tabù dell’incesto: McCarthy a rapporto dal suo padre spirituale Faulkner, nel crogiolo del liquefarsi dei rapporti famigliari nel Sud degli Stati Uniti, illuminato dal riverbero della decadenza morale. Continua a leggere

TEORIA E PRATICA DI OGNI COSA di Marisha Pessl

Blue Van Meer ed il padre Gareth conquistano e abbandonano città come fossero tappe di una mappa del tesoro. La madre è morta quando Blue aveva cinque anni, lasciandole il nome della farfalla preferita della sua collezione, la Cassius Blue.
Il padre le racconta spesso di quanta dedizione ci mettesse a contattare venditori privati per tutto il paese al fine di conquistare delle nuove ali da aggiungere alle teche della sua collezione. La stessa irremovibile volontà è quella che spinge lui oggi a non mettere radici: arrivano in una città, il padre tiene le conferenze accademiche che il suo lavoro gli impone e poi ripartono, lasciando indietro una scia di scarabee ammaliate e straziate dal suo fascino di uomo inconcludente.

Il destino dell’uomo è determinato dalle vicissitudini dell’ambiente o dal libero arbitrio? Io propendo per il libero arbitrio, poiché ciò che pensiamo, ciò a cui dedichiamo i nostri pensieri – siano sogni o paure – esercita un effetto diretto sul mondo fisico. Più si pensa alla propria disfatta, alla propria rovina, più grande è la probabilità che essa si verifichi. Viceversa, più si pensa alla vittoria, più sarà probabile ottenerla.

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