IL PASSEGGERO di Cormac McCarthy

Finalmente è uscito anche in italiano (Einaudi, traduzione di Maurizia Balmelli) Il passeggero, il nuovo romanzo di Cormac McCarthy, il primo dopo il successo planetario de La strada.

La trama, come sempre in questo autore, è assai meno importante sia dei temi che sostengono i piani narrativi, sia del linguaggio.

Il racconto è un sostanziale dittico, un ping-pong tra le vicende di Bobby e Alicia, un fratello è una sorella, figli di un fisico che ha collaborato con Oppenheimer al progetto Manhattan che portò alla bomba atomica. Bobby, fisico di buon livello ma non geniale, si ricicla in infiniti altri lavori, da pilota nelle corse di automobili fino a quello di sommozzatore; Alicia, genio della matematica, quindi del linguaggio, ma preda dei fantasmi del non linguaggio con cui è tessuta la schizofrenia di cui è preda, finisce suicida. Tra loro il totem e tabù dell’incesto: McCarthy a rapporto dal suo padre spirituale Faulkner, nel crogiolo del liquefarsi dei rapporti famigliari nel Sud degli Stati Uniti, illuminato dal riverbero della decadenza morale. Continua a leggere

TEORIA E PRATICA DI OGNI COSA di Marisha Pessl

Blue Van Meer ed il padre Gareth conquistano e abbandonano città come fossero tappe di una mappa del tesoro. La madre è morta quando Blue aveva cinque anni, lasciandole il nome della farfalla preferita della sua collezione, la Cassius Blue.
Il padre le racconta spesso di quanta dedizione ci mettesse a contattare venditori privati per tutto il paese al fine di conquistare delle nuove ali da aggiungere alle teche della sua collezione. La stessa irremovibile volontà è quella che spinge lui oggi a non mettere radici: arrivano in una città, il padre tiene le conferenze accademiche che il suo lavoro gli impone e poi ripartono, lasciando indietro una scia di scarabee ammaliate e straziate dal suo fascino di uomo inconcludente.

Il destino dell’uomo è determinato dalle vicissitudini dell’ambiente o dal libero arbitrio? Io propendo per il libero arbitrio, poiché ciò che pensiamo, ciò a cui dedichiamo i nostri pensieri – siano sogni o paure – esercita un effetto diretto sul mondo fisico. Più si pensa alla propria disfatta, alla propria rovina, più grande è la probabilità che essa si verifichi. Viceversa, più si pensa alla vittoria, più sarà probabile ottenerla.

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MICHAEL MIO‭ ‬di Amos Oz‭

Il romanzo Michael mio segnò, nel1968, l’accesso di Amos Oz alla celebrità, nella cittadella della letteratura moderna, che mantenne per tutta l’esistenza.

L’autore racconta in prima persona la vita famigliare di una coppia di israeliti osservata dal punto di una donna: Hannah narra la sua esistenza, il suo matrimonio incastonato nel solido delle convenzioni indotte dall’appartenenza, dai riti religiosi, dal pensare comune, dal conformismo. Hannah anestetizza i propri sogni per poterseli estirpare e conformarsi a un certo ideale di donna, soprattutto smette di studiare Lettere per consentire al marito di portare a termine i suoi studi di Geologia, e poi l’arrivo del primo figlio ridimensiona ulteriormente lo spazio del possibile.

Con maestria Oz si cala dentro la sua eroina, anzi, diviene la sua eroina intenta a studiare, quasi biologicamente, i tratti caratteriali del marito, Michael, completamente assorbito dal dover essere e del tutto ignaro del volere essere suo e della moglie: un uomo a una sola dimensione, quella del rispetto delle regole storicamente fissate e del sogno di una carriera universitaria.

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GIORNI SENZA TEMPO di Cristina Pacinotti

Dal giorno alla notte, il tempo non esiste più. Le ore sono fatte di minuti e i minuti di secondi. Che valore hanno questi se nulla li scandisce? Che differenza c’è tra il mattino e la sera, se possono essere solo viste da una finestra?

…quando lo stupore inizia a scemare, lentamente, così com’è arrivata, la notte se ne va, una nuova alba saluta il giorno che, coma la salute dopo una malattia, si fa apprezzare di più

È in questa osservazione che la protagonista del memoir è costretta, come tutti noi, alla segregazione in casa causata dalla pandemia di Covid – 19. I giorni senza presente vengono colmati dal passato. Le case di ognuno di noi, se riusciamo ad isolare il silenzio e percepirne il lieve rumore, raccontano storie meravigliose.

Nel romanzo, la voce incastonata nei muri viene amplificata dal ritrovamento di una vecchia scatola di fotografie e di una completa collezione di biglietti ormai sbiaditi. È qui che la vita passata ricomincia. Continua a leggere

FERROVIE DEL MESSICO di Gian Marco Griffi

Ci sono libri che anziché limitarsi a raccontare storie dipanano il meccanismo (stocastico) che genera le vite, queste narrazioni hanno come essenza la non-finitudine: in una delle novelle de Le mille e una notte, Shahrazad racconta Le mille e una notte; nell’Amleto, una compagnia di guitti recita l’Amleto; nella seconda parte del Don Chisciotte, s’ipotizza che i personaggi abbiano letto la prima; tutte queste strutture creano racconti che contengono sé stessi e tendono a infinito: questa è l’architettura di Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi.
La vicenda è compresa fra il gennaio e il febbraio del ’44, quando tutti -ma proprio tutti, salvo Hitler- sanno che le potenze del Patto d’Acciaio hanno perso la guerra. I reietti cercano di sopravvivere agli ultimi singulti di una violenza insensata, l’élite s’inebria del tramonto wagneriano, madido di caos, d’irrazionalità, sentore dell’apocalisse.

In questa aurea di cupa decadenza, il soldato della Repubblica Sociale Cesco Magetti –come in molti personaggi di Dickens, preda di uno stigma che lo distingue: un perenne mal di denti che cerca di lenire con vino, idrolitina e infinite sigarette- ultimo anello di una catena di comando che arriva fino ai vertici del regime fascista e a quello nazista, è incaricato di disegnare la mappa delle ferrovie del Messico: “i signori della guerra” si sono convinti, nell’insensatezza del reale, che esista una città, Santa Brígida de la Ciénaga -città mitologica, non segnata in alcuna carta- in cui è nascosta l’arma della vittoria finale. Continua a leggere

LA TERRA INESPLORATA DELLE DONNE a cura di Sara Durantini

Nel buio di una notte che sembra non finire, si accendono tredici lumi. A loro, se ne aggiungono poi centinaia. Migliaia. Milioni. Questo è il potere dei racconti: avvicinare. Così i lumi, con le loro fiamme rassicuranti, si raggiungono. Ogni luce è pronta ad illuminare le storie taciute. Ogni voce si unisce al coro per cantare la propria canzone e ogni penna è pronta a trascriverla perché non sia più dimenticata.

Ho capito, altresì, che la voce si è fatta scrittura, luogo di passaggio dove donne di diversa età, provenienza, formazione e cultura si incontrano per tessere la loro personale trama e unirla a quella delle altre compagne.

Comunità significa ascolto e condivisione. È così che sentiamo il disagio di essere una figlia e la responsabilità che si nutre nel soddisfare le aspettative della famiglia, le stesse del mondo che è lì, immobile, ad aspettarla. Imposizioni, sempre le stesse, alle quali sottostare. Continua a leggere

LA RICREAZIONE È FINITA di Dario Ferrari

Marcello Gori, trentenne viareggino laureato in Lettere, si lascia pigramente vivere e non sogna il successo. Sostanzialmente disoccupato, si rifiuta di lavorare nel bar di suo padre e trascina un’esistenza fatta di soddisfazioni mediocri e orizzonti angusti.

Io a trentun anni non sono molto diverso da quello che ero a ventidue, che a sua volta non era granché diverso da quello che ero a sedici. Se considero i traguardi che ho raggiunto, semplicemente, non ne vedo: checché ne pensi mia madre, una laurea in Lettere nel ventunesimo secolo non può essere considerata un traguardo. A oggi ancora non sono stato in grado nemmeno di prendere un cane, per dire. O di finire Morte a credito.

I suoi amici gli assomigliano; la sua fidanzata no. Letizia, laureata in Medicina, energica e volitiva, è determinata a raggiungere obiettivi che considera vitali. La loro relazione tranquilla e grigia non sfolgora di passione, ma se la fanno bastare.

Nella routine di Marcello tutto cambia quando, per una serie di circostanze che s’incastrano una nell’altra trascinandolo in un’avventura alla quale non riesce a sottrarsi, conquista una borsa di dottorato in Italianistica.

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LE BUGIE NON SALVANO NESSUNO di Monica Coppola

Quel momento era stato il culmine di una giornata perfetta, un cerchio tracciato con il compasso, un insieme che ci comprendeva tutti e quattro, io, mio fratello, mio padre e mia madre, protetti dall’abbraccio di una circonferenza.

Annina, piccola abitante della periferia torinese,come tutte le sorelle minori del mondo, ha un obiettivo: rendere il proprio fratello orgoglioso di lei. Ogni volta che Enzo si inventa un gioco, non importa il grado di pericolo corso o l’esperienza richiesta, Anna è pronta a seguirlo.

Non desidera altro che una famiglia come quella di Francesco, al piano di sopra: rumorosa, vitale e che la domenica prepara le polpette al sugo. Si, persino la madre è compresa nelle sue immaginazioni di famiglia che prepara il sugo. Eppure lei non è disposta a stare al gioco. Continua a leggere

GUAIO DI NOTTE di Patrizia Rinaldi

«Sa perché dalle mie parti un guaio molto brutto si dice “guaio di notte”, ’nu guaio ’e notte? Perché di notte anche un imprevisto di media importanza si complica.»

Si ride e ci si commuove, leggendo le vicende tragicomiche delle due protagoniste dell’opera più recente di Patrizia Rinaldi,Guaio di notte, romanzo pubblicato da Rizzoli. E ci si appassiona alle vicende di un duo che per i guai sembra avere una calamita. Guai gravi, perché un guaio di notte, a Napoli, è un guaio grave, un guaio brutto: di notte ogni cosa appare nella luce peggiore.

La Signora e Andrea sono in fuga dalle rispettive vite passate. La prima è attempata ma bella, affetta da fisime e da vere fobie, ma detesta che le si chiami fobie. Sdrammatizza le difficoltà e le affronta con le armi migliori reperibili sul mercato: fascino, intelligenza, spregiudicatezza, duttilità e ironia. Continua a leggere

IL CANTO DI CALLIOPE di Natalie Haynes

«Cantami, o Musa» dice, e dall’urgenza nella voce si capisce che non è una richiesta. Se fossi incline a soddisfare il suo desiderio, potrei dire che affila il tono sul mio nome come fa un guerriero quando passa il pugnale su una pietra abrasiva, preparandosi alla battaglia dell’indomani. Ma oggi non sono dell’umore per fare la musa. Forse lui non ha pensato a cosa significa trovarsi nei miei panni. Certo che non ci ha pensato: come tutti i poeti, pensa solo a se stesso. È incredibile che non abbia considerato quanti altri uomini ci sono come lui, ogni giorno, tutti lì a pretendere la mia attenzione incondizionata e il mio aiuto. Di quanta poesia epica c’è davvero bisogno al mondo?

Chiunque conosce la storia della guerra di Troia, chiunque conosce e sospira il nome del grande e possente Achille, dell’astuto Odisseo e del saggio Ettore, e tutti conoscono la fine della storia, nonché la fine eroica di questi eroi, baluardi e rappresentazioni del coraggio stesso. Continua a leggere

L’ANNO DEL PENSIERO MAGICO di Joan Didion

Il cambiamento si insinua, senza far rumore, nel claustrofobico spazio tra il prima ed il dopo. Tra i due, tuttavia, è solo il secondo a catturare la nostra attenzione. Joan Didion ne è la prova.

La vita cambia in fretta. La vita cambia in un istante. Una sera ti metti a tavola e la vita che conoscevi è finita. Il problema dell’autocommiserazione.

Una sera, al ritorno dalla visita in ospedale alla figlia Quintana, Joan è pronta a sedersi a tavola con il marito John, consumare una cena riscaldata e poi, chissà, magari scrivere. Magari leggere. Magari parlare del fatto che la loro figlia sia stesa in un letto d’ospedale. Non dovrebbe essere il contrario?

Tuttavia, John ha finito il tempo. Scade poco prima della cena, nel bel mezzo del salotto. Arresto cardiaco. Era significante il prima? Come hanno sempre tenuto a ripeterci, ogni istante della vita dovrebbe essere importante. Eppure nel dolore, conta solo il dopo. Il prima è un’aggravante. Continua a leggere

LA TRAVERSATA NOTTURNA di Andrea Canobbio

Torino, storia di due giovani che valicano il dopoguerra, incontrandosi, innamorandosi, sposandosi, partorendo figli. Lui -ufficiale del Genio e futuro ingegnere- è appena tornato dalla disfatta militare in Russia; lei, ammantata di nubi, respira musica e poesia. Improbabile, eppure si sposano nel 1946. Coppia preda dell’insostenibile euforia del boom economico e poi del peso invincibile che sulle spalle calano gli anni della maturità: Andrea, uno dei figli, si prenderà la briga di raccontarci in questo libro il tessuto della sua vicenda famigliare.

Prima c’era una casa, poi c’era una fossa. Non è normale che un simile prodigio sorprenda un bambino? E tutto questo l’ha fatto tuo padre. Così forte da distruggere una casa e scavare un buco largo e profondo come la casa stessa. E infatti dopo un po’ dal buco è uscita fuori una casa nuova, come se la terra l’avesse partorita e mio padre fosse una levatrice o un rabdomante o un cane da tartufo…

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NON ANCORA di Cristina Pacinotti

Good girls go to heaven. Bad girls go everywhere. Maria Fermi lo sa bene. Lei è una ragazzaccia, ma d’altronde, siamo negli anni ’80. Ogni ragazza ha lo spregiudicato diritto di essere ribelle.

Il disastro nucleare di Chernobyl è il presente, così come lo sono l’AIDS e l’ecstasy. Il mondo sembra andare a rotoli, eppure nel parallelo e distintissimo universo di Maria, tutto è in stallo. Tutto è successo e, allo stesso tempo, non è accaduto assolutamente nulla. A Parigi, dove studia per laurearsi in semiotica, Maria osserva la vita di città, frequenta lezioni di danza, respira e gusta l’aria pesante della metropolitana, arricchita dalle radiazioni. Ogni sera indossa la maglietta con la scritta che più si addice al suo stato d’animo, sfoggiando una moltitudine di frasi significanti che anche lei ha qualcosa da dire di sé. Esce, sola o in compagnia dell’amico Umberto, gay, saggio e senza nessun pelo sulla lingua. Beve, si cala la giusta quantità di pasticche e fuma sempre una sigaretta in più del dovuto, anche se sta cercando di smettere.

Al giorno d’oggi andare in giro è un suicidio. Ma stare a casa, che cos’è stare a casa? Una dissoluzione a fuoco lento.
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SUI PASSI DI LEI di Emma Di Rao

Una storia di misteri, silenzi, fughe e ritorni in questo romanzo di Emma Di Rao.

La protagonista, Lea Calì, lavora come editor in una casa editrice torinese. Ha abbandonato la natia Sicilia per mettere fra sé e il passato una distanza che è misurabile non solo in chilometri, ma anche in differenze profonde fra i due contesti. Eppure, il passato non passa mai davvero, non si lascia cancellare del tutto dalla memoria, si riesce a lasciarlo ai margini della consapevolezza ma infine si ripresenta, in modi vari e imprevedibili, a far sentire la sua voce e il suo peso.

Quando Lea torna in Sicilia, per la morte della madre, il nuovo lutto si aggiunge al ricordo di un’assenza già sperimentata anche mentre la donna, distaccata e fredda, era viva. Nodi incomprensibili riemergono, vecchie ferite che distanza e tempo non hanno guarito si riaprono. Domande che non hanno mai avuto risposta premono di nuovo sull’anima di una donna che ha attraversato abbandoni e smarrimenti, trovando conforto nelle parole scritte, nelle storie di invenzione letteraria.

Perché la morte aveva reso definitiva l’assenza, inghiottendo tutte le risposte alle mille domande che non aveva mai osato rivolgere alla madre.

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