GUAIO DI NOTTE di Patrizia Rinaldi

«Sa perché dalle mie parti un guaio molto brutto si dice “guaio di notte”, ’nu guaio ’e notte? Perché di notte anche un imprevisto di media importanza si complica.»

Si ride e ci si commuove, leggendo le vicende tragicomiche delle due protagoniste dell’opera più recente di Patrizia Rinaldi,Guaio di notte, romanzo pubblicato da Rizzoli. E ci si appassiona alle vicende di un duo che per i guai sembra avere una calamita. Guai gravi, perché un guaio di notte, a Napoli, è un guaio grave, un guaio brutto: di notte ogni cosa appare nella luce peggiore.

La Signora e Andrea sono in fuga dalle rispettive vite passate. La prima è attempata ma bella, affetta da fisime e da vere fobie, ma detesta che le si chiami fobie. Sdrammatizza le difficoltà e le affronta con le armi migliori reperibili sul mercato: fascino, intelligenza, spregiudicatezza, duttilità e ironia. Continua a leggere

DA DOVE LA VITA È PERFETTA di Silvia Avallone

Ho partecipato qualche settimana fa alla presentazione del nuovo romanzo di Silvia Avallone nella libreria Libraccio di Ferrara. Dopo aver letto e apprezzato la Piombino operaia di Acciaio e la vallata biellese di  Marina Bellezza ero curioso di sapere in quale mondo volesse trasportarci questa volta l’autrice.
Bologna. Non i portici eleganti del centro, ma la periferia, in un complesso residenziale per famiglie proletarie, i Lombriconi. E qui bisogna dare atto alla scrittrice di essere veramente efficace nel descrivere l’ambiente, nel tracciare la coreografia della storia. Pare di esserci catapultati all’improvviso, ai Lombriconi.

La sedia era una di quelle pieghevoli da campeggio, in alluminio e poliestere. La trascinava là, di fronte alla finestra della cucina, e si sedeva a guardare fuori. In silenzio, per ore.
Lo faceva da cinque anni.
Il panorama dal quarto piano non era poi così male. Oltre le colate di cemento, oltre le torri tutte uguali butterate di parabole e tapparelle sbiadite, la campagna si estendeva calma e muta come un lago verde.
Se chiudevi gli occhi, potevi persino fingere che il rumore delle auto in tangenziale fosse quello dell’acqua.

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SOLO IO POSSO SCRIVERE LA MIA STORIA. AUTORITRATTO DI UNA DONNA SCOMODA di Oriana Fallaci

autobiografiafallaci_coverSolo io posso scrivere la mia storia. Autoritratto di una donna scomoda è da giovedì 13 ottobre in tutte le librerie e io l’ho divorato in due giorni. La donna scomoda di cui parla il titolo è la giornalista e scrittrice – o meglio scrittore, come voleva essere chiamata lei – Oriana Fallaci.
Nel decimo anniversario della sua morte la casa editrice Rizzoli, che fin dal suo esordio ha pubblicato i suoi scritti, le dedica queste pagine dando vita a quello che vuole essere un autoritratto.  La quarta di copertina riporta parole precise pronunciate dalla Fallaci: “Se mai qualcuno scriverà la mia vita, un giorno, questa persona sarò io e nessun altro.” L’editore ha infatti ripercorso la vita della giornalista riportando brani tratti dai suoi scritti editi e inediti, ed è sempre e solo la voce di Oriana che ci parla.
Il libro, suddiviso in cinque parti, non tralascia nulla degli avvenimenti che hanno contraddistinto la biografia di Oriana: c’è la giovinezza segnata dalla seconda guerra mondiale, dalla Resistenza, dall’impegno di essere una piccola staffetta; c’è la casa, la mamma Tosca, il padre Edoardo, c’è l’emozionante scoperta delle prime letture; c’è la guerra e la povertà, il coraggio e la paura; ci sono le bombe che cadono a Firenze e c’è lo schiaffo del padre perché “una ragazzina non piange”. Continua a leggere

ORIANA UNA DONNA di Cristina De Stefano

OrianaUnaDonnaCoverOriana una donna è la biografia della giornalista e scrittrice italiana più celebre e discussa del Novecento, Oriana Fallaci. Una donna le cui parole risuonano ancora oggi e, forse, soprattutto oggi.
Cristina De Stefano ripercorre la vita di Oriana fin dalla sua infanzia: già da qui si dimostra la donna determinata che sarebbe sempre stata.

La mia mamma raccontava sempre che, quando era incinta di me, non mi voleva. E poiché a quei tempi per abortire si beveva sale inglese, lei continuò a prenderlo tutte le sere fino al quarto mese di gravidanza. Ma una sera, mentre stava per portare il bicchiere alla bocca, io mi voltai nel suo ventre. Quasi a dirle: “Voglio nascere!”

Perché Oriana amava la vita, nonostante la povertà della sua famiglia, nonostante la guerra, evento fin da subito fondamentale nella sua vita, e nonostante la Resistenza, che vive in prima persona facendo da staffetta per portare giornali, messaggi, manifesti e armi al padre Edoardo. Continua a leggere

Penna a penna. Intervista con l’autore: Rosa Matteucci

RosaMatteucciQuando ha cominciato a scrivere? Era sicura di voler diventare una scrittrice?
In seguito alla morte di mio padre, per un incidente d’auto e un caso di malasanità, sono andata in pellegrinaggio a Lourdes, esperienza da cui è nato l’omonimo romanzo con cui ho esordito nel 1998.
Alla seconda domanda non so come rispondere, non sono mai stata sicura di nulla. Non si “diventa” scrittori, non credo neppure si tratti di una qualifica, sulla carta di identità non si può adottarla. Continua a leggere

L’ARABO DEL FUTURO di Riad Sattouf

Copertina l'arabo del futuroHo conosciuto Riad Sattouf alla presentazione che ha tenuto al Festival di Internazionale a Ferrara. Mentre, come dedica, mi disegnava il piccolo protagonista dai boccoli biondi (cioè se stesso) del suo magnifico romanzo a fumetti autobiografico, io sbirciavo di sottecchi, pieno di curiosità,  la sua capigliatura scura.
La voce narrante dell’opera, appena tradotta in Italia da Rizzoli Lizard, L’arabo del futuro. Una giovinezza in Medio Oriente (1978-1984), già vincitrice in Francia del prestigioso premio Fauve d’or come miglior fumetto al Festival d’Angoulême 2015, è proprio quella del piccolo Riad che racconta i suoi primi sei anni di vita trascorsi fra la Francia, la Libia e la Siria seguendo gli spostamenti per lavoro del padre, professore siriano laureato alla Sorbona. Il bambino attira su di sé le attenzioni di tutti, anche a causa dei suoi capelli biondi (l’autore ha giurato, durante l’incontro, che erano proprio così nell’infanzia): i ragazzini arabi lo chiamano ebreo per questo, mentre i francesi lo considerano un arabo per il nome strano. È un alieno ovunque vada, ma ha dalla sua un carattere espansivo e una sana curiosità che gli fanno superare tanti inconvenienti.
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Penna a penna. Intervista con l’autore: Stefano Cosmo

StefanoCosmo1. Quando ha cominciato a scrivere? Era sicuro di voler diventare uno scrittore?
Ho iniziato da ragazzo, non ricordo di preciso quando. A scuola mi divertivo a trasformare i temi normali in storie strane, appena ne avevo occasione. Alle superiori scrivevo battute comiche ma adoravo i gialli classici, quelli che in gergo si chiamano “a scatola chiusa”.
Non ero sicuro di voler diventare uno scrittore, più che altro perché non avevo le idee chiare su cosa volevo diventare. Un po’ come ora.

2. Che cosa scriveva all’inizio? È stato incoraggiato da qualcuno e se sì, da chi?
Il mio primo romanzo è stato un noir. Ci sono state due figure molto importanti che mi davano e mi danno la carica giusta per continuare a scrivere: la mia famiglia e Massimo Carlotto. Continua a leggere