Quando ho saputo dell’onore che mi facevate, la mia prima reazione è stata quella di dirmi: “ma no, è troppo, non dovevano!” La voce che risuonava in me non era quella dell’uomo che sono diventato e che oggi vi ringrazia. Era quella del bambino, del pessimo allievo che sono stato che non perde occasione per denigrare la legittimità dell’adulto che sono diventato.
Nel 2008, in occasione dell’uscita in Italia di Diario di scuola, a Venezia, nell’Aula Magna dell’Ateneo Veneto, ho assistito a un incontro/presentazione con Daniel Pennac. In quell’occasione, con ironia, l’autore francese ha raccontato la sua accidentata storia di studente, che, da ultimo della classe, arriva all’insegnamento e alla scrittura.
Molti degli argomenti che Pennac espresse a Venezia in un clima informale, li ho ritrovati leggendo Una lezione d’ignoranza, un libro di poche pagine e dal formato ridotto uscito nella collana assaggi dell’editore Astoria.
Una lezione d’ignoranza è il testo della Lectio Magistralis che Pennac ha tenuto all’Università di Bologna nel marzo 2013 in occasione del conferimento della laurea ad honorem in pedagogia.
Pennac si concentra su alcuni punti: l’importanza di incontrare negli anni della scuola quell’adulto che “ci ha cambiato la vita”, quei professori che “sembravano incarnare la loro materia. Gli altri si limitavano a insegnarla e, a giudicare dalla loro espressione, a un uditorio che non consideravano neppure di riceverla” e che ricordiamo come persone speciali, che ci hanno fatto sentire grandi e ci hanno trattato con la pazienza di ci crede capaci di condividere con loro sapere e entusiasmo.
Le altre figure al centro del discorso di Pennac sono: i pedagoghi e i demagoghi, i guardiani del tempio e i passeur.
Il pedagogo deve comprendere e accogliere l’adolescente, ci deve aiutare a sviluppare quello spirito critico e quella curiosità che sono linfa vitale per farci diventare “individui pensanti, aperti e tolleranti, che messi insieme formano una comunità umana solida e democratica”; per contro, il demagogo sostituisce “il dogma allo spirito critico, lo slogan al ragionamento, il pettegolezzo all’evidenza dei fatti, le convinzioni cieche ai dubbi illuminati, le credenze ai saperi, il diktat indiscutibile a una pedagogia misurata”, indicando la via più facile, cercando di portare a sé chi per la paura del fallimento o per la vergogna di aver fallito, si sente solo, e una cosa pare ben chiara all’autore:
il fallimento scolastico è sempre il frutto della stessa catena di cause ed effetti: paura di fallire, vergogna di aver fallito,sensazione di inadeguatezza, paura del futuro, solitudine mentale.
I guardiani del tempio sono facilmente riconoscibili (e facilmente se ne incontrano -in tutti i campi-), denunciano e decretano prendendo il libri, la lettura, la cultura in ostaggio asservendola ai loro scopi, facendosi arbitri di ogni contesa.
Guardiano del tempio non è una funzione, è un atteggiamento, un ruolo. È la lettura ridotta a conoscenza, la conoscenza considerata una proprietà privata e il posto di custode garantito a vita. Il guardiano del tempio coltiva la certezza che oggi trasmettere non sia più possibile.
Infine i passeur: il passeur non è un ruolo, è un modo di essere, passeur è chi legge con curiosità e porta agli altri il meglio di questa esperienza con gesto altruista e disinteressato.
Ai passeur devo tutto. Devo loro la mia resurrezione scolastica, grazie alla fantasia pedagogica e all
a generosità intellettuale di alcuni insegnanti.
Ai passeur devo la felicità dei momenti di lettura, che tanto peso hanno nella felicità di una vita.
Ai passeur devo il successo del mio lavoro di scrittore, che con il passaparola è arrivato fino a voi.
Passeur, nel mio rapporto con l’Italia, sono stati Stefano Benni che ha introdotto i miei libri da voi e Yasmina Melaouah che fa scivolare i miei testi dalla mia lingua alla vostra.
Passeur, infine, siete voi oggi che avete scelto di onorarmi, cosa che mi tocca più di quanto io possa esprimere. Grazie quindi di cuore a tutti voi.
Come ho detto prima, in questa Lectio Pennac non porta novità a ciò che già altrove ha detto, e questo aspetto combinato al prezzo (non alto ma nemmeno troppo modico), rende questo libro forse attraente per gli affezionatissimi dell’autore francese, ma certo non indispensabile per chiunque altro.
Una lezione d’ignoranza
di Daniel Pennac
Astoria (collana Assaggi)
Anno 2015
pp.30
€ 6,00
Disponibile anche in eBook