LA PANNE di Friederich Dürrenmatt

La via della colpa all’innocenza è sì difficile ma non impossibile, mentre è un’impresa addirittura disperata voler conservare la propria innocenza, e il risultato non può che essere disastroso.

Ci sono ancora storie degne di uno scrittore? Storie che, senza essere arricchite, strappate, ricucite e ridisegnate sono, nella loro nudità, interessanti? È con questa riflessione che si apre La panne. Una storia ancora possibile di Friederich Dürrenmatt, quasi a voler significare che lui è stato in grado di scovare una di queste rare storie, come un diamante in una miniera di carbone. Impossibile dire se questo diamante sia davvero allo stato grezzo, delineando, grazie al dubbio, un’aura misteriosa e conturbante nella mente del lettore, accompagnandolo per tutta la durata della lettura, tanto breve quanto intensa.
Alfredo Traps, un commerciante di tessuti, si ritrova bloccato in un minuscolo paese tra le montagne svizzere. La colpa di tale evento è da attribuire alla sua meravigliosa berlina nuova rosso fiammante che, tanto borghese ed elegante, è andata in panne. Questo lo spingerà a dover chiedere ospitalità nell’unica casa che sembra avere una stanza disponibile per il pernottamento: quella di un simpatico anziano signore, il quale, assieme ai suoi amici attempati, ama trascorrere le serate estive ricordando i bei vecchi tempi andati.
Non è di amori adolescenziali o di marachelle giovanili che si parla nel circolo di vecchietti al quale Traps, come ospite, ha il privilegio di partecipare: i quattro rivivono le rispettive occupazioni esercitate nel corso della loro vita. Un ex-giudice, un ex-pubblico-ministero, un ex-avvocato e un ex-boia si riuniscono ogni sera per cenare, gustare del buon vino e mettere in scena i grandi processi della storia: Socrate, Gesù, Giovanna d’Arco, Dreyfus. Tuttavia, ora che hanno l’onore di cenare con un nuovo membro onorario, non esitano nel far svolgere ad Alfredo Traps il ruolo dell’imputato. È così che la vita del commerciante di tessuti, vissuta nel più totale nulla, assume forme grottesche inimmaginabili. D’altronde, “che lo si voglia o no, c’è sempre qualcosa da confessare”.

…una giustizia grottesca e strampalata, una giustizia in pensione, ma anche così era pur sempre La Giustizia…

Friedrich Dürrenmatt ha il potere non comune di spingere i lettori a porsi domande. Disturba le vite di chi inciampa in una sua storia, insinuando il tarlo di “Sono come appaio o c’è dell’altro?”. La nostra, così come la vita di Alfredo Traps, non è poi come noi stessi la vediamo. Ogni scritto di questo autore destruttura il genere stesso a cui appartiene. La panne. Una storia ancora possibile è un giallo senza delitto, un processo senza colpa, un noir dallo scenario idilliaco e tragicomico che incolla alle pagine. Viene da chiedersi se, dinnanzi alla nostra stessa vita, non condividiamo tutti la stessa colpa: limitarci ad una gradevole superficie.

Non vi è più un dio che minacci, né una giustizia, né un fatto come nella quinta sinfonia; ci sono solo incidenti stradali, dighe che cedono per un errore di costruzione, fabbriche di ordigni nucleari che saltano in aria per colpa di un tecnico distratto, incubatrici regolate male. In questo mondo di panne conduce la nostra strada.

 

LA PANNE
Friederich Dürrenmatt
Trad. Eugenio Bernardi
Adelphi (Piccola Biblioteca Adelphi)
pp. 87
euro 10

One thought on “LA PANNE di Friederich Dürrenmatt

  1. Grazie di averci traghettano nel mare di Dürrenmatt, libro in effetti bellissimo, con echi kafkiani: Traps come Josef K. de “Il Processo”, mondi saturi di antinomia e d’infelicità… ma immersi nella poesia.

    Antonio

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