LA CURA DELL’ACQUA di Sophie Mackintosh

Il genere maschile ha un virus che intacca quello femminile. Al solo tocco di un uomo, la donna riporta lividi, escoriazioni e nevrosi, diventa volubile e inizia a provare quel desiderio che la condurrebbe alla morte.

Le donne che si sono lasciate toccare fuggono dalla terra ferma verso l’isola che ospita un vecchio albergo dismesso. Lì vivono quattro donne e un uomo che sono riusciti a curarsi grazie all’acqua. Loro sono le uniche persone che possono salvarle.

Parte di ciò che rendeva il vecchio mondo così terribile, così propenso alla distruzione, era una totale mancanza di preparazione per le energie personali spesso chiamate sentimenti. Mamma ci ha parlato di questo tipo di energie. Pericolose soprattutto per le donne, essendo i nostri corpi già così vulnerabili, in modi in cui i corpi maschili non lo sono.

La mamma e King hanno ideato la cura dell’acqua. La testa viene tenuta sotto finché i polmoni iniziano a gridare. Inutile dimenarsi, loro sanno esattamente quando rialzarle dall’acqua. Un attimo prima della fine. Ancora, bere l’acqua di mare ripulisce l’organismo. Basta qualche bicchiere per scatenare il vomito e bisogna continuare finché la saliva non è rosa e tutto è stato ripulito. Continua a leggere

IL RACCONTO DELL’ANCELLA di Margaret Atwood

Il 26 settembre è approdata in Italia la serie statunitense The Handmaid’s Tale: trasposizione televisiva dell’omonimo romanzo di Margaret Atwood. Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1985 ma, in Italia soprattutto, è rimasto pressoché nell’ombra fino all’annuncio della serie diretta da Bruce Miller e interpretata da Elisabeth Moss. Agli ideatori va sicuramente il merito di aver riportato in auge un romanzo distopico minacciosamente attuale.
Fine del Ventesimo secolo, Stati Uniti d’America: nell’ex Stato del Maine vige un regime totalitario di matrice teocratica, il regime galaadiano. Tutto ha cambiato nome: una rigorosa terminologia di derivazione biblica ha contaminato ogni cosa, dai negozi alle persone. La più grossa preoccupazione della Stato è quella di porre fine al “flagello” dell’infertilità, causata dalle radiazioni atomiche e da un “abuso” di varie forme di contraccezione e controllo delle nascite. Il peggior peccato-crimine è l’aborto: i medici che lo hanno praticato vengono condannati a morte, così come pure gli omosessuali e dissidenti. Da una tale situazione si è fatta strada una “rinnovata” concezione della donna: non persona, ma mero contenitore. A ogni Comandante (la più alta carica politica) la cui moglie è considerata sterile, viene assegnata un’ancella. Le Ancelle sono donne fertili, marchiate dal loro passato di ragazze madri, lesbiche, adultere, che devono provvedere a garantire una progenie alle coppie più “sfortunate”. L’assurdo triangolo comandante-moglie-ancella trova la sua legittimazione nel mito, narrato nella Genesi, di Giacobbe, Rachele e la serva Bilha. Poco importa se la sterilità riguarda l’uomo e non la donna, di questo non si fa mai apertamente ammissione. Alle ancelle vengono date solo tre possibilità per concepire, fallite le quali il loro destino diventa ancora più sinistro. Continua a leggere