TI METTONO IN UNA SCATOLA di Carlo Sperduti

ti-metto-in-una-scatola-carlo-sperduti-intermezziHo tentato di evitarlo per settimane, ma hai fatto pressioni, hai minacciato una separazione, hai tirato fuori sospetti… sono stato costretto ad accettare che entrassi in casa mia, ed ecco il risultato…

Cosa fareste voi, se dopo aver assistito alla lettura di un brano di un libro a una presentazione, e dopo esservi divertiti e aver molto riso e aver comprato il libro poi… non ci fosse traccia di quello che l’autore ha letto alla presentazione? Beh, io ci sono rimasto male e non ho capito. Ma adesso sì che ho capito, sono passati tre anni ma ho capito: questo è Carlo Sperduti.

Dopo cena sei voluta venire in camera mia e io ti ho detto che forse non era il caso, ma tu hai insistito ancora… e io di nuovo ti ho accontentata. Ho dovuto spiegarti un po’ di cose e non si può certo dire che non te le abbia spiegate per bene. Cosa ti ho detto appena entrati, eh? Appena hai varcato la soglia di questa stanza, cosa ti ho detto, te lo ricordi? Ti ho detto: Anna, ascoltami, cerca di fare attenzione

Ti mettono in una scatola è una raccolta di undici racconti che si intrecciano tra loro, in una corsa fatta di andate e ritorni, dove i personaggi passano da un racconto all’altro attraversando e cucendo i frammenti/racconti, anzi, le scatole. Si, perché è un libro fatto di scatole che contengono altre scatole, storie che contengono altre storie, d’altronde è un libro che come tutti i libri è una scatola ed è così che si trascorre l’esistenza, facendosi infilare in scatole sempre diverse e inserendo tutte le cose e gli animali e le piante e le persone in tutti i tipi di scatole possibili mascherando l’evidenza con smussamenti agli angoli e decorazioni, a comporre la più grande matrioska che si possa immaginare e pure quando crepi, perdio, non resistono alla tentazione di metterti in una scatola. Così nel primo racconto, Box doccia, che è quasi il manifesto della raccolta, l’esplicitazione della teoria delle scatole, dove il protagonista che argomenta passa dallo sconclusionato a una realtà rigorosa all’estremo, in una altalena che preannuncia e compendia temi e modi dei racconti successivi.

Ti sei voluta infilare nel mio letto… ok: facciamo l’amore… di cosa mi sono raccomandato prima di cominciare a spogliarti e di permetterti di togliermi la maglietta? Di questo almeno ti ricorderai, spero

Carlo Sperduti gioca con il paradosso, linguistico e non solo, sviluppando un meccanismo narrativo di precisione che non si limita al puro divertissement. Sono storie scentrate che riesce a far stare in equilibrio lasciando il lettore in forse, per poi riservare la sterzata finale che non ti aspetti. I protagonisti sono figure al limite, fuori norma, che si trovano a fare i conti con un mondo da re-interpretare attraverso la logica, o per mezzo dell’immaginazione.

Hai detto: perché non leggiamo un po’, con tutti questi libri che hai? Hai chiesto: posso sceglierne uno? Io carlo-sperdutiti ho risposto: sì, fai pure, ma ti chiedo una cortesia… ti ho detto: lo vedi questo tavolino basso basso di fianco al letto? Ti ho detto: lo sai perché lo tengo qui vicino? No? Allora te lo spiego, ti ho detto…

Questo è il secondo libro che leggo di Carlo Sperduti, il primo è stato Caterina fu gettata, il libro della presentazione era quello. Ti mettono in una scatola rispetto a Caterina fu gettata mi è parso più convincente e meglio congegnato, il gioco linguistico è meno evidente e meno forzato, e se pur non c’è stato un cambiamento stilistico nella scrittura di Sperduti, pare evidente un avanzamento, un aggiustamento di prospettiva.

Il racconto che preferisco è il secondo, Dove ogni novità nasconde errori, ma sono certo di essere condizionato dall’averlo ascoltato direttamente dalla voce dell’autore in quella fatidica presentazione di tre anni fa a Roma, in una libreria (Giufà) strapiena di gente e di risate.

Ora, a me sembra di averti avvertita: se prendi un libro, Anna, per cortesia, ti ho detto, se prendi un libro rimettilo al suo posto, perché ogni libro su quel tavolo ha il suo posto che è solo suo e non quello di un altro… e poi ho aggiunto: soprattutto, Anna, ti ho detto, non mi togliere Bainton dalla cima di quella colonnina… puoi starci attenta? Mi hai detto: sì, ci starò attenta… e invece non ci sei stata attenta neanche per il cazzo!

 

TI METTONO IN UNA SCATOLA
di Carlo Sperduti
Intermezzi Editore
Anno 2014
pp. 106
10 euro
Disponibile anche in eBook

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