LA FORMA MINIMA DELLA FELICITÀ di Francesca Marzia Esposito

LaFormaMinima_Cover Luce vive a Milano, Luce vive barricata in casa, perché uscire fa paura. Luce guarda solo il Canale 32, l’unico che la tv riceve, televendite di gioielli giorno e notte. Luce sopravvive. Fino a quando, prima impercettibilmente e poi in modo via via sempre più evidente, qualcosa cambierà. Nella sua routine entra la piccola Viola/Bambina. Viola che non parla ma capisce, Viola che attacca post-it sulla parete, Viola che telefona a Canale 32 e che fa entrare così nella vita di Luce una forma minima di felicità.

Trascorse il tempo così, post-it appiccicato sul vetro sporco, occhi proiettati a chilometri di distanza. Una parte di me ripercorreva nei suoi silenzi l’esatta percezione dell’essere piccoli in un mondo sconfinato. Mi dava le spalle, i capelli raccolti sulla nuca tonda, la pelle trasparente del collo, le suole degli stivaletti a vista sotto i glutei. Toccò con l’indice il vetro, lo fece scorrere come a tracciare una linea, poi si bloccò e riprese in un’altra direzione.

Mi sono ritrovata seduta accanto a Luce, su quel divano, a guardare con lei Canale 32. Mi sono sentita avvolgere dalle sue paure, insieme a lei ho sbirciato fuori dalla finestra del suo appartamento quella Milano fredda, fatta di gente indifferente e colori effervescenti. Pagina dopo pagina, sono entrata nella sua mente, nei suoi pensieri, nella sua vita. Luce bambina e le cose accadute che cambiano il modo -suo,nostro- di affrontare la vita. Luce adulta, le cose che accadono e fanno male. Luce ero io.

Ho paura.FrancescaMarziaEsposito
Ho paura di tutto.
Di vivere.
Degli uomini.
Delle donne.
Delle strade,
Delle cose.
Delle cose troppo lunghe.
Le vite troppo lunghe, i percorsi troppo lunghi.
i tunnel,
le cose troppo corte, quelle vorresti durassero per sempre e invece sono così corte, perchè così corte,
ho paura della sofferenza e degli altri,
di rimanere sola,
di perdermi,
di stare con gli altri,
di stare senza

Francesca Marzia Esposito ha costruito un romanzo esistenzialista, intimo, che parla di solitudini e abbandoni. Nessuna parola è fuori posto, tutte le frasi sono costruite con tecnica precisa. Ha voluto osare e ci è riuscita. Tra le poche e trascurabili pecche ho trovato la troppa ricercatezza, voluta, nella costruzione di alcune frasi, quasi fine a se stessa. E l’uso del grassetto. Ma la potenza della storia che la Esposito ha deciso di raccontarci e il come lo ha fatto, rendono La forma minima della felicità un romanzo da consigliare e regalare.

Gli avvisi condominiali e i pensieri di D’io sono spesso esilaranti. Mi è piaciuta anche la trovata della fine dopo la fine, la carrellata di avvenimenti di tutto quello che avremmo voluto sapere e non avremmo mai saputo.

La forma minima della felicità è il romanzo d’esordio di Francesca Marzia Esposito. Assolutamente da leggere.

La forma minima della felicità
di Francesca Marzia Esposito
Anno 2015
pp. 259
€ 16,00
Baldini & Castoldi  (collana Romanzi e racconti)
Disponibile anche in eBook

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