SPATRIATI di Mario Desiati

Un ossèquio sulle labbra, un gesto consenziente, una spazzolata alle scarpe: reputazione. Spatriati, Premio Strega 2022, ci conduce di fronte al palcoscenico della vita: esistenze di polistirolo, ipocrisia come sostituto dell’etica, perbenismo (una volta si sarebbe detto “borghese”) surrogato della morale: va di scena la disgregazione della molecola elementare della società tardo capitalista, esplode (o implode?) la famiglia.

Nelle famiglie non esistono segreti, ma solo dei patti dolorosi, a volte miserabili, a volte irrinunciabili, dei ‘non detti’.

Due adolescenti, inquieti ed errabondi, occhi al cielo e sogni colorati, vagano per la provincia di un Sud lunare e polveroso, a cercare una via di fuga, soluzione alla continuità della vita per approdare alla Vita. Si scoprono figli di due adulteri che hanno tessuto, tra la finzione della tribù, una relazione extra-coniugale. Claudia, lancia in resta, in lotta con tutto, un colpo lei uno il Mondo a chi cada per primo; Francesco, remissivo, rassegnato, inconsapevole di ciò che sta dietro allo schermo che il conformismo ha posto innanzi, non in grado di comprendere il suo confuso rifiuto della propria collocazione, come figlio, come credente, come maschio, o cosa?

Poi l’altrove: master in Bocconi per lei, il mondo della produttività che ingurgita, il volere essere soccombe al dovere essere, il desiderio di sembrare fa aggio sulla necessità d’essere, anzi d’Essere. Lui, invece, rimane tra le braccia materne dell’inedia, cullato dalla menzogna, sostenuto dalla falsità, blandito dall’usuale. Poi la deflagrazione, lo spazio aperto diviene autorealizzazione, Francesco si rifugia da Claudia che ora lavora in Germania. Continua a leggere

NEL GUSCIO di Ian McEwan

Nel suo ultimo romanzo dal titolo Nel guscio, Ian McEwan ci presenta una narrazione il cui punto di vista è del tutto originale.

Siamo a Londra, Trudy è al nono mese di gravidanza, vive con un tizio di nome Claude in un lurido e decrepito edificio su Hamilton Terrace ereditato da John Croincross, nient’altro che ex marito di Trudy e fratello di Claude. Tutto questo è un feto a raccontarcelo, ecco il geniale e forse irreale punto di vista che McEwan ci presenta nel suo ultimo romanzo edito Einaudi.

Già a partire dall’incipit la narrazione è folgorante:

Dunque eccomi qui, a testa in giù in una donna. Braccia pazientemente conserte ad aspettare, aspettare e chiedermi dentro chi sono, dentro che guaio mi sto per cacciare.

A questa narrazione il lettore deve lasciarsi andare, abbandonando la ragione e vagando solo con la fantasia. In questo modo il feto non solo non ci sembrerà tale, ma diventerà un narratore che ha le sembianze di un personaggio reale e adulto, che si nasconde dietro le quinte della casa in cui si svolge l’intera vicenda. Continua a leggere