NEW YORK È UNA FINESTRA SENZA TENDE di Paolo Cognetti


Continuo a chiedermi come è possibile che io sia ancora qui. Chiuso il libro di Cognetti, mi sarei dovuta fiondare sul primo pc disponibile e prenotare il volo più economico e immediato a mia disposizione. Destinazione New York ovviamente. Già mi immagino la mia prima istantanea, il mio primo personalissimo mattone di questa città in perenne cambiamento. Capisco che questo piccolo libro possa essere scambiato per una guida turistica, magari atipica, ma comunque una guida, ma in realtà non lo è, almeno per me.

Non posso dimenticare il mio arrivo in città. L’estate dei venticinque anni, uno zaino pieno di libri come sedile, e la corriera che emerge dal buio del Lincoln Tunnel. Anch’io cercavo qualcosa laggiù – le strade degli scrittori che amavo, la loro ispirazione segreta – ma non ero pronto all’accoglienza che mi aspettava. Sbarcando dal New Jersey, Manhattan apre il sipario all’improvviso: poco prima stavo contemplando un paesaggio di fabbriche e svincoli autostradali, e subito dopo ero tra i grattacieli.

Cognetti non parla di monumenti, ma di atmosfere, di sensazioni. I suoi occhi bucano i palazzi di Brooklyn alla ricerca di quello che non c’è più e che anche quando c’era non era visibile, o forse non interessava a nessuno. Ci fa attraversare quartieri e vie che hanno custodito, a volte miracolosamente, gli scrittori che ha più amato. Ogni sua pagina è pervasa da un senso di nostalgia che ti attanaglia lo stomaco. Continua a leggere

LA MIA PUTTANA FRANCESE – Una delicata storia d’amore di Gene Wilder

La-mia-puttana-francese-gene-wilder-sagomaDopo il suo esordio come scrittore con l’autobiografia Baciami come uno sconosciuto, La  mia puttana francese (My french whore) è il primo romanzo di Gene Wilder. 

Sono rimasta piacevolmente colpita dall’edizione. Sagoma Editore ha curato davvero bene questo libro: la copertina è bella ed elegante, in linea con il contenuto del libro. I caratteri sono leggibilissimi e la suddivisione dei capitoli segue lo stile grafico del titolo, l’asimmetria delle pagine, poi, ci rimanda indietro nel tempo, un’imperfezione (voluta) davvero piacevole al tatto.

Aprendo il libro ci troviamo nel 1918. Paul Peachy è un conducente di treni, nonché attore mancato, di Chicago (impossibile non associare il personaggio allo stesso Wilder). Insoddisfatto della sua vita e infelice del suo matrimonio, decide di lasciare tutto e arruolarsi nell’esercito americano. A giugno dello stesso anno sbarcherà in Francia per combattere i tedeschi. A causa dell’origine tedesca della sua famiglia e della conoscenza della lingua, Peachy si ritroverà dall’altra parte della barricata, in territorio tedesco, costretto ad interpretare il ruolo di una famosa spia germanica. Ed è proprio in questa veste che farà la conoscenza di Annie, puttana francese, di cui si innamorerà, mentre intorno a loro infuria l’atrocità della guerra e il pericolo costante di essere smascherato dai  nemici.
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COME LEGGERE UN LIBRO di Virginia Woolf

come-leggere-un-libro-virginia-woolfSe si pensa a Viriginia Woolf, molto spesso ci viene in mente la figura di una donna intellettuale, colta e un po’ snob. Ma leggendo il prologo e i due saggi di questo piccolo libro edito da Passigli, intitolati Come si dovrebbe leggere un libro? uscito nel 1926 sulla Yale Review e Che effetto fa un contemporaneo uscito nel 1923, viene naturale chiedersi se quell’aggettivo, snob, sia davvero così fondato.

Questo perché in questi saggi non c’è davvero niente dello snobismo di certi critici/intellettuali. Al contrario, sin dal prologo, l’autrice si trova perfettamente concorde con Samuel Johnson, che dalla sua posizione di critico e saggista, affermava: “è al senso comune dei lettori, non corrotti dai pregiudizi letterari, che alla fine deve essere rimessa l’attribuzione dei massimi onori poetici”. Il concetto di lettore comune, ovvero di colui che legge per il proprio piacere, senza impartire lezioni o cercare di cambiare il giudizio del prossimo, è alla base di questi due saggi.

Nel primo, Come si dovrebbe leggere un libro?, che fu scritto in occasione di una conferenza in una scuola femminile, la Woolf inizia affermando che l’unico consiglio su come leggere un libro è quello di non accettare consigli, ma piuttosto di abbandonarsi al proprio personale istinto per trarre poi le proprie conclusioni. Questo perché la qualità più importante in un lettore è proprio la sua indipendenza che, comunque, va controllata ed educata per poter trarre il meglio dalle proprie letture. Continua a leggere

SHAKESPEARE È DAVVERO MORTO? di Mark Twain

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Per quanto ne sappiamo, in base alle prove effettivamente in nostro possesso, Shakespeare di Stratford scrisse una sola poesia in tutta la sua vita. Una poesia autentica. Quella la scrisse veramente – un fatto, questo, che resta incontestabile: la scrisse di suo pugno; la concepì da solo, senza il contributo di nessuno. Pretese che quest’opera d’arte venisse incisa sulla sua tomba e gli obbedirono. E lì  rimane tuttora.

La definizione di questo testo di Mark Twain non è poi così scontata come potrebbe apparire a una lettura di superficie. Forse un saggio, potremmo definirlo così, anche se al suo interno si alternano considerazioni personali, altre più tecniche sul mestiere dello scrittore e fatti autobiografici che hanno il compito di impersonare il termine di paragone con cui Twain cerca di spiegarci perché, secondo lui, le opere del Bardo di Stratford non appartengono realmente a Shakespeare. E in mezzo a tutto questo, quasi in ogni riga, uno humour dissacrante. Continua a leggere

LEGGENDO TURGENEV di William Trevor

leggendo-turgenev-william-trevor-guanda Anche io, come molti lettori, ho le mie piccole manie. Sulla prima pagina di ogni libro che ho letto, oltre al mio nome, campeggiano la data di inizio e fine lettura e le pagine in cui compaiono i passaggi che più ho amato di quel libro, debitamente sottolineati.

E’ molto difficile trovare un libro senza queste mie note di lettura. Quasi sempre, infatti, in ogni libro trovo un passaggio, una descrizione o un ragionamento che mi hanno colpito e che voglio ricordare.

In Leggendo Turgenev lo spazio dedicato a questa mia mania è vuoto. Me ne sono accorta solo a fine lettura e ho pensato che non era un buon segno. Continua a leggere

BUGIARDI E INNAMORATI di Richard Yates

38 yates bugiardi.inddBugiardi e innamorati è una raccolta di racconti che uscì per la prima volta a New York nel 1981 con il titolo Liars in love: stories, e che è stata proposta in Italia solo nel 2011 da Minimum fax, nella traduzione di Andreina Lombardi Bom.
I sette racconti che compongono la raccolta, ci presentano personaggi con vite e caratteristiche diverse; due ragazzini figli di madri divorziate, uno scrittore disilluso, una prostituta londinese, un soldato in licenza, la moglie di un professore, un impiegato con aspirazioni letterarie.
Vite diverse, ma che sotto la penna di Yates seguono tutte la stessa identica parabola di decadenza.
Yeats, infatti, li coglie in quel momento delle loro vite dove i personaggi credono, o si illudono, di poter rimettere in sesto le proprie esistenze. Esistenze che già dalla prime righe di ogni racconto ci appaiono compromesse, incrinate da legami finiti, o in procinto di esserlo. Madri divorziate, padri soli, figli testimoni di uno sfacelo percepito come inevitabile. Ma i personaggi di Yates, negando l’imminente catastrofe, con la convinzione di meritarsi un destino diverso e per questo migliore, si affannano comunque per raggiungerlo, fallendo.
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ELOGIO DELLA LETTURA E DELLA FINZIONE di Mario Vergas Llosa

Elogio della lettura copertinaQuando realizzi che la vita fa schifo, è quello il momento in cui prendi in mano un libro.
Sarà che per me è stato così e in un’età in cui ancora non avevo la consapevolezza per capire che, se amavo tanto leggere, era perché mi ribellavo a tutto quello che mi circondava.
Ma ritrovare questa verità nelle parole di Vergas Llosa è stato consolante.
Molti vedono nella lettura appassionata un modo di evadere, fuggire dalla realtà per rifugiarsi nella finzione e in parte è così, ma c’è dell’altro; un concetto più profondo e sottile che a volte anche chi lo pratica non riesce a cogliere interamente.
Chi cerca nella finzione ciò che non ha, dice, senza la necessità di dirlo, e senza neppure saperlo, che la vita così com’è non è sufficiente a soddisfare la nostra sete di assoluto, fondamento della condizione umana, e che dovrebbe essere migliore”.
Non mi permetto nemmeno di riassumere questo concetto, che peraltro campeggia sulla copertina di questo pamphlet, Vargas Llosa lo ha espresso troppo bene per banalizzarlo. Continua a leggere

LEGGIADRA STELLA – Lettere a Fanny Brawne di John Keats

Leggiadra stella copertinaEra il 1818 quando John Keats, rientrato dalla Scozia, si trasferì a Well Walk per dedicarsi alle cure del fratello Tom, malato di tisi.
In occasione di una serata mondana conobbe Fanny Brawne, che abitava con la madre e i due fratelli nella casa di Wentworth di proprietà di Charles Brown, amico e benefattore del giovane poeta.
Nessun colpo di fulmine fra i due. Keats era troppo preoccupato per le condizioni di suo fratello e Fanny, probabilmente, troppo vivace per non infastidirlo.
Quando Tom morì nel dicembre dello stesso anno, Keats si trasferì nell’ala della casa di proprietà del suo amico Brown, diventando così vicino della famiglia Brawne.
Ogni giorno vedeva Fanny dalle finestre del suo appartamento, parlavano, si scambiavano visite e biglietti e si innamorarono.
Chiedi a te stessa, amore mio, se non sei crudele per avermi irretito così, per aver distrutto così la mia libertà”. Continua a leggere

BELLI E DANNATI di Francis Scott Fitzgerald

Belli e dannati copertinaQuando affrontiamo un nuovo autore, tendiamo quasi sempre ad iniziare con quei libri che vengono considerati i suoi capolavori.
Ma, riflettendoci, per alcuni scrittori sarebbe meglio accostarsi a loro attraverso i loro testi meno conosciuti.
Belli e dannati viene considerato il “tentativo”, la cosiddetta prova generale di Fitzgerald in attesa de Il grande Gatsby ma, nonostante tutto, avrei preferito accostarmi a lui tramite questo romanzo.
Non è facile spiegare il perché. Questo libro ha la tendenza a rimanermi in mente tramite immagini in dissolvenza.
Difficile immortalarle singolarmente a parole.
Un momento brillano di quella luce dorata che Fitzgerald sa donare alle parole, e un momento dopo, te le vedi sfumare davanti confondendosi in una lunga coda di cometa. Sempre luminosa e dorata, come la sua natura vuole, ma dai margini incerti e confusi. Continua a leggere

A COLPI D’ASCIA – Una irritazione di Thomas Bernhard

A colpi d'ascia CopertinaHo trovato A colpi d’ascia in una catasta di libri usati. La mia copia ha la copertina scorticata, qualcuno direbbe vissuta, io dico semplicemente rovinata, ma che importa? A colpi d’ascia. Che titolo!

Associato all’autore de Il Soccombente poi, ha tutta la forza di un pugno in faccia e il fascino di una rissa interminabile.
Me lo sono portato via dal negozio a un prezzo ridicolo e per tutto il resto della giornata non pensavo ad altro: A colpi d’ascia. Me lo ripetevo a fior di labbra e già alla parola “d’ascia”, quando la lingua ti si spalma sul palato, mi sembrava di gustare tutto il livore e il lucido cinismo di Bernhard, un veleno che da dipendenza. L’ho letto, ininterrottamente, come schiacciata da un attacco bulimico che non da scampo. Continua a leggere

84, CHARING CROSS ROAD di Helene Hanff

Copertina 84 Charing Cross RoadOggi noi lettori voraci e appassionati, abbiamo decisamente vita facile. Anobii, E-bay, Bol, Ibs, blog, siti e forum pieni zeppi di informazioni e recensioni, tanto che il titolo da noi scelto, al momento della sua consegna, non ha più alcun segreto per noi.

Ci basta un clic ed un’attesa più o meno lunga, per ricevere l’oggetto del nostro desiderio; copertina morbida o rigida, edizione rilegata o brossura, usato o nuovo, insomma, le varianti per noi sono davvero tante.

Ma Helene Hanff, autrice di questa raccolta di lettere dal titolo 84, Charing Cross Road, (Archinto – Le vele) non ha avuto la nostra stessa fortuna. Continua a leggere