L’EVENTO di Annie Ernaux

Un altro “capitolo” si aggiunge al “libro” della vita di Annie Ernaux. Dopo Il posto, Gli anni, L’altra figlia, Memoria di ragazza, Una donna e La vergogna, l’Orma pubblica L’evento: la storia di un aborto clandestino nella Francia del 1964.

È noto come Annie Ernaux nella scrittura trovi un naturale e necessario mezzo per preservare e far rivivere i suoi ricordi. Ma il personale è politico, come recitava un importante slogan femminista, e la vicenda narrata appartiene a un’epoca non troppo lontana che getta luce anche sul presente.

Che la clandestinità in cui ho vissuto quest’esperienza dell’aborto appartenga al passato non mi sembra un motivo valido per lasciarla sepolta. Tanto più che il paradosso di una legge giusta è quasi sempre quello di obbligare a tacere le vittime di un tempo, con la scusa che «le cose sono cambiate».

A cavallo tra il 1963 e il 1964 Annie Duchesne ha ventitré anni, segue i corsi alla facoltà di lettere dell’Università di Rouen, sta scrivendo il suo primo romanzo e frequenta P., un ragazzo che studia scienze politiche a Bordeaux.
Annie ha un’agenda, sulla quale inizia ad annotare, «in maiuscolo e sottolineata» la parola NIENTE. I giorni passano senza che lei riesca a concentrarsi sulle cose che ama: il cinema, lo studio, il teatro… Ha un pensiero fisso: l’attesa delle mestruazioni diventa l’attesa di sbarazzarsi del feto non voluto che porta in grembo.

Annie Ernaux è determinata a scrivere di quell’“evento” così come nel 1963 era determinata a interrompere la gravidanza. Di Annie ventitreenne traspare l’afflizione, ma anche la fierezza, la ferma decisione che scaturisce dal senso di usurpazione che una donna può provare di fronte alla «violenza della riproduzione» che trasforma il corpo in un luogo di passaggio delle generazioni.

Annie è sola ad affrontare l’“evento”. Gli uomini ai quali chiede aiuto si dividono in due categorie: chi preferisce voltarsi dall’altra parte e chi, acquisita la certezza che ha avuto esperienze sessuali, comincia a guardarla con occhi diversi, tutt’altro che disinteressati.
Eppure in questa vicenda ci sono persone, se non necessariamente migliori sul piano etico, quantomeno capaci di rendersi utili. Una fredda ma sentita gratitudine va alla donna che, anche se per soldi, ha aiutato Annie ad abortire. Un aiuto “prezioso” sebbene pericoloso, in una società in cui la parola “aborto” «non aveva posto nel linguaggio».

Di quei giorni Ernaux ricorda i luoghi, le canzoni, i volti: uniche prove della realtà, perché «la sola vera memoria è materiale». Immagini silenziose, pittoriche, frutto di uno sguardo che si fissa su oggetti e luoghi per imprimersi nella memoria e acquistare un significato personale e indelebile.

Per anni ho rivisto quella camera e quelle tendine come le vedevo dal letto su cui ero distesa. Forse nel frattempo è diventata una stanza luminosa con i mobili dell’Ikea, magari il soggiorno di una giovane coppia agiata che ha comprato tutto il piano. Ma nulla può minare la mia certezza che essa conservi il ricordo delle ragazze e delle donne salite fin lì a farsi trafiggere da una sonda.

Se a qualcuno oggi può apparire incomprensibile come tante donne potessero rischiare la vita, per noi lettori del XXI secolo Ernaux trova un paragone spiazzante ed efficace: l’aborto clandestino è assimilabile all’immigrazione clandestina, così le mammane agli scafisti. Se c’è una condanna è soprattutto verso la morale cieca e bigotta che alimenta le leggi. E nessuna legge – e neanche la prospettiva della morte – può fermare coloro che cercano di sfuggire a un destino spietato o percepito come opprimente.

Le parole di Ernaux colpiscono per il modo in cui, senza proclami, ma con la sola forza del proprio vissuto, si inseriscono in un dibattito ancora attuale, in un contesto di lotta sempre viva per una libertà di scelta che non comporti calvari e non si scontri con invadenti moralismi.
Ernaux scrive: «Se non andassi fino in fondo nel riferire questa esperienza contribuirei a oscurare la realtà delle donne, schierandomi dalla parte della dominazione maschile del mondo». A noi spetta sottoscrivere e aggiungere che se non parlassimo di libri come l’Evento contribuiremmo a occultare la realtà di libri necessari scritti da donne, schierandoci dalla parte dell’egemonia maschile nella letteratura.

L’evento
Annie Ernaux
L’orma
traduzione di Lorenzo Flabbi
ISBN 9788899793920
15,00 euro
128 pagine
2019

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