IL TEOREMA DEL NIENTE di Davide De Lucca

Mi sono addentrato in questo enigmatico romanzo con la voglia di conoscere meglio la figura di Aldo Castori, autore della sceneggiatura del film “Il teorema del niente” di Lorenzo Bellini e regista a sua volta (ha lavorato fino agli anni ‘80). Mi sono imbattuto in una figura soprattutto divertente, molto sarcastica e cinica, al limite dell’irriverenza. La lettura è scorsa via piacevole, per merito del capace autore Davide De Lucca, attraverso sentieri imprevedibili, tragici e surreali. Sullo sfondo, la travagliatissima stesura della sceneggiatura maledetta.

Continuavo a scrivere “Il teorema del niente” senza capire cosa fosse, se solo una storia triste, compiaciuta e senza senso, oppure qualcosa di significativo per cui dovevo trovare la chiave giusta, o ancora il fallimento più totale: la vita di mezzo tra quelle due cose.
«Sarà un bel film almeno?» domandò sconsolato il produttore.
Ci pensai sopra. Dovevo trovare una risposta giusta, convincente: una bugia.
«No» dissi invece. «Per niente.».

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LEONE di Paola Mastrocola

Leone è un bambino di 6 anni. Fragile e solitario. Sul marciapiede, inginocchiato sul gradino con la testa china e le mani giunte, in un martedì qualsiasi, in una città, Bussolo, che potrebbe essere qualsiasi città, Leone fa una cosa: prega. Prega, davanti a una madre incredula e silenziosamente vergognata, Katia.
«Leone, cosa fai?» è questa la domanda che per giorni Katia si pone, pone a suo figlio, e pone ad un ex marito presente solo nel pianerottolo di casa due venerdì al mese.
Il gesto di Leone è inaspettato per Katia.

«Perché ti da così fastidio che tuo figlio preghi? […] Fastidio… sì, perché non avrebbe dovuto darle fastidio? Era una paura, soprattutto. Aveva paura che gli altri ridessero di suo figlio, che lo prendessero in giro. Era questo che le dava fastidio, il pensiero che Leone si sentisse fuori posto, un bambino sbagliato. […] Ma non era tutto lì, c’era altro. Katia sentiva che c’era altro.»

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NON C’È STATA ALCUNA BATTAGLIA di Romolo Bugaro

Dove finiscono le infinite possibilità che la gioventù fa intravedere? Cosa diventano tutte le speranze che nascono in quel periodo? E gli amori come si trasformano?

Romolo Bugaro prova a raccontarlo nel suo ultimo romanzo Non c’è stata alcuna battaglia (Marsilio Editore).

Adolescenti a fine anno scolastico in continuo movimento in un rincorrersi tra motorini e vespe, in compagnie tra piazze e panchine, ristori, ritrovi e feste.

Nel raccontare questi vagabondaggi, Bugaro delinea i caratteri dei personaggi, esseri distinti, ma che crescono assieme. Ragazzi che devono ancora decidere che direzione prendere, cosa essere, cosa scegliere, e per questo sono belli, ognuno con le proprie particolarità.

Da un lato la militanza politica, spesso violenta; dall’altra l’eroina, che in quegli anni si infila nelle vene di tanti. In mezzo il riflusso, il divertimento. Continua a leggere