I MIEI STUPIDI INTENTI di Bernardo Zannoni

Mio padre morì perché era un ladro. Rubò per tre volte nei campi di Zò, e alla quarta l’uomo lo prese. Gli sparò nella pancia, gli strappò la gallina di bocca e poi lo legò a un palo del recinto come avvertimento. Lasciava la sua compagna con sei cuccioli sulla testa, in pieno inverno, con la neve.

Sopravvivere è dura se si è nati in una tana umida in mezzo al bosco. Archy è una faina. Suo padre, dopo aver fatto il suo dovere fisiologico, ha abbandonato la madre a svezzare lui ed i suoi fratelli, non sempre con successo. Tuttavia, il mondo che gli viene promesso è questo: solo i forti sopravvivono. Archy, tuttavia, è un caso a sé: reso zoppo da un incidente di caccia, non è abbastanza vigoroso da sopravvivere senza difficoltà, né abbastanza debole da lasciarsi morire. La madre perciò lo vende alla volpe Solomon, usuraio che, in cambio del figlio, le darà cibo a sufficienza per sfamare il resto della famiglia. Così la faina e la volpe iniziano la loro travagliata convivenza. È con lui che Archy scoprirà di avere degli istinti apparentemente dissimili da quelli che riconosce in chi appartiene al suo mondo, circoscritto nella vastità di una collina. Continua a leggere

LE ASSAGGIATRICI di Rosella Postorino

Fra le pareti bianche della mensa quel giorno diventai un’assaggiatrice di Hitler. Era l’autunno del ’43, avevo ventisei anni, cinquanta ore di viaggio, settecento chilometri addosso. Da Berlino ero venuta nella Prussia orientale, il luogo dove era nato Gregor, e Gregor non c’era. Per sfuggire alla guerra mi ero trasferita a Gross-Partsch.

Ogni giorno, da quel giorno, la vita di Rosa Sauer, l’assaggiatrice di Rosella Postorino, vincitrice del Premio Campiello, poteva finire con un solo assaggio.
La vicenda di Rosa, intrecciata a quella di altre nove donne, si ispira alla storia di Margot Wölk: l’ultima assaggiatrice di Hitler. È da questo evento reale che si snoda un tratto della Storia poco conosciuto. 

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LA RAGAZZA CON LA LEICA di Helena Janeczek

Tutti hanno sentito parlare almeno una volta di Robert Capa. Ma Gerda Taro, sua compagna, fotoreporter di guerra, è altrettanto conosciuta?

Candidato al premio Strega e al premio Campiello, La ragazza con la Leica di Helena Janeczek ripercorre gli anni che vanno dall’inizio della carriera della giovane fotografa fino alla sua tragica scomparsa a soli 26 anni, nel 1937.

Non appena si inizia a sfogliare il libro, ci si imbatte in una foto. Una foto datata agosto 1936, scattata a Barcellona, che raffigura due miliziani antifranchisti. Un uomo e una donna, che si guardano ridendo complici. È un’immagine divenuta celebre, subito seguita da un’altra. Stessi soggetti, stesso istante ma qualcosa di diverso: la prospettiva. I due amanti sono stati fotografati da due angolazioni diverse perché i fotografi sono due: Robert Capa e Gerda Taro. Continua a leggere

Penna a penna. Intervista con l’autore: Andrea Molesini

AndreaMolesiniQuando ha cominciato a scrivere? Era sicuro di voler diventare uno scrittore?
Intorno ai vent’anni. Volevo essere poeta, solo poeta.

Che cosa scriveva all’inizio? È stato incoraggiato da qualcuno e se sì, da chi?
Poesie. No, nessuno mi ha incoraggiato.

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