IL CANTO DI CALLIOPE di Natalie Haynes

«Cantami, o Musa» dice, e dall’urgenza nella voce si capisce che non è una richiesta. Se fossi incline a soddisfare il suo desiderio, potrei dire che affila il tono sul mio nome come fa un guerriero quando passa il pugnale su una pietra abrasiva, preparandosi alla battaglia dell’indomani. Ma oggi non sono dell’umore per fare la musa. Forse lui non ha pensato a cosa significa trovarsi nei miei panni. Certo che non ci ha pensato: come tutti i poeti, pensa solo a se stesso. È incredibile che non abbia considerato quanti altri uomini ci sono come lui, ogni giorno, tutti lì a pretendere la mia attenzione incondizionata e il mio aiuto. Di quanta poesia epica c’è davvero bisogno al mondo?

Chiunque conosce la storia della guerra di Troia, chiunque conosce e sospira il nome del grande e possente Achille, dell’astuto Odisseo e del saggio Ettore, e tutti conoscono la fine della storia, nonché la fine eroica di questi eroi, baluardi e rappresentazioni del coraggio stesso. Continua a leggere

SIRENE di Laura Pugno

Di solito docili come vacche, le femmine di sirena si rivelavano stupendamente feroci alla fine della monta. Non appena cessato l’estro che le manteneva narcotizzate e placide, alla mercé dei maschi, le femmine li avrebbero uccisi e in parte divorati. Era l’unica occasione in cui la specie – o così credevano gli scienziati – consumava carne.

Con la mattanza, l’acqua si sarebbe scurita di sangue e sarebbe stato necessario liberare le carcasse nell’oceano, procedere allo svuotamento delle vasche. I maschi servivano solo a fecondare le femmine, la loro carne era velenosa per l’uomo.

L’ozono ha abbandonato il Pianeta Terra. Le radiazioni solari affondano le loro lame nella carne umana senza alcuna pietà. Per gli uomini esse non sono solo letali, ma addirittura pandemiche, diffondendo, per chiunque si esponga alla luce, il cancro nero, una malattia del derma che ha termine solo con la morte dell’individuo infetto. La minaccia spinge l’umanità, o meglio, i pochi ricchi privilegiati, a costruire le loro dimore sotto la superficie dell’acqua, godendo in questo modo della confortante sicurezza degli abissi. Continua a leggere

NON C’È STATA ALCUNA BATTAGLIA di Romolo Bugaro

Dove finiscono le infinite possibilità che la gioventù fa intravedere? Cosa diventano tutte le speranze che nascono in quel periodo? E gli amori come si trasformano?

Romolo Bugaro prova a raccontarlo nel suo ultimo romanzo Non c’è stata alcuna battaglia (Marsilio Editore).

Adolescenti a fine anno scolastico in continuo movimento in un rincorrersi tra motorini e vespe, in compagnie tra piazze e panchine, ristori, ritrovi e feste.

Nel raccontare questi vagabondaggi, Bugaro delinea i caratteri dei personaggi, esseri distinti, ma che crescono assieme. Ragazzi che devono ancora decidere che direzione prendere, cosa essere, cosa scegliere, e per questo sono belli, ognuno con le proprie particolarità.

Da un lato la militanza politica, spesso violenta; dall’altra l’eroina, che in quegli anni si infila nelle vene di tanti. In mezzo il riflusso, il divertimento. Continua a leggere

LE FRAGILI ATTESE – Mattia Signorini

LeFragiliAtteseQuando diventò il proprietario della Pensione Palomar, nell’inverno del 1952, Italo rimase a lungo seduto sul pavimento della sua stanza. Osservava una piccola macchia di muffa. Dall’angolo vicino alla finestra si stava allargando verso l’alto come il sentore di un’attesa.

Questo romanzo è una storia che ne racchiude tante altre: a fare da sfondo alle vicende, fino a diventarne essa stessa una protagonista, è la pensione Palomar, un anonimo edificio situato nella zona periferica di una grande città e e crocevia di numerose esistenze che, tra le quattro mura del piccolo albergo, si dipanano e si intrecciano.
Nel presente narrativo Italo, che gestisce la pensione da quarantasei anni, è intento a sbrigare le ultime faccende prima di chiudere definitivamente l’attività e girare un po’ il mondo, come avrebbe sempre voluto fare. A distrarlo è il ritrovamento di alcune lettere d’amore risalenti agli anni cinquanta; Italo, non accontentandosi di conoscere solo i contorni della vicenda deducibili dalle parole contenute in quelle lettere, decide di mettersi alla ricerca dell’autrice misteriosa, la quale si firma solo con l’iniziale S.:

Cosa era successo tra lei e l’uomo a cui scriveva le lettere? Italo non riusciva a capirlo. Forse la risposta era scritta in quelle che doveva ancora leggere, o in modo più semplice, gli venne da pensare, era scritta nella vita, che non va mai come vorremmo veramente.

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Penna a penna. Intervista con l’autore: Carla Menaldo

CarlaMenaldo1. Quando ha cominciato a scrivere? Era sicura di voler diventare una scrittrice?
Ho sempre avuto una passione per la scrittura, ho cominciato a scrivere poesie come molti adolescenti, ma volevo diventare un medico. Non così agli opposti, pensandoci bene, visto che nei secoli medicina e scrittura sono spesso andati a braccetto.

2. Che cosa scriveva all’inizio? È stata incoraggiata da qualcuno e se sì, da chi?
A parte le poesia, brevi racconti spesso in forma diaristica. Ho trovato insegnanti di lettere molto bravi sia alle scuole medie che al liceo, che hanno sempre incoraggiato la mia espressione letteraria. Unitamente a questo ho partecipato a vari concorsi letterari classificandomi spesso tra i primi posti. Continua a leggere