IL GATTO DI MARMO di Ilaria Mazzeo


Paola e Carmine condividono la vita da quarant’anni, hanno vissuto una storia d’amore durata poco e poi la vita è andata avanti: lui è uno sceneggiatore e lei la sua assistente. C’è un film da presentare, ci sono i giornalisti da tenere a bada e ci sono da evitare tutte le altre seccature. È estate, c’è il sole, fa caldo e c’è il mare alla finestra:

Le porte del treno si chiudono.
«Finisco di scrivere una roba» fa, abbassando di nuovo la testa sulla tastiera.
Prendo il mio libro senza dire nulla. Sono abituata a non disturbare Carmine mentre lavora, le sue sceneggiature sono sempre state al primo posto nella sua personale classifica esistenziale, a discapito di qualsiasi altra cosa, persona o situazione.
Quando riemerge dallo schermo siamo quasi arrivati a Napoli. Si stiracchia, come dopo un lungo sonno, poi dice: «Alloggeremo ad Amalfi.»
«Bene.»
«Ho chiesto che la stanza sia vista mare, ho immaginato che ci tenessi.»
«Sei stato molto gentile.»

Tutto sembra quieto, di una mollezza rilassata, eppure a piccoli scarti si scivola. La direzione è segnata. Anche se non sappiamo esattamente come accadrà, sappiamo che accadrà. Continua a leggere

L’AVVOCATO G. di Federica Sgaggio

L’avvocato G. di Federica Sgaggio è uno di quei libri che lasciano incerti. All’inizio non sai bene cosa ti sia piaciuto e cosa no, ma sai che c’è qualcosa che ti è piaciuto e qualcosa che no, non ti è piaciuto.
Un romanzo breve, dal taglio psicologico, diviso in cinque capitoli i cui titoli hanno una ragion d’essere che si esplicita alla fine e che rientrano, pertanto, nella categoria delle cose apprezzabili.
C’è un capitolo Zero, una sorta di prologo che getta un indizio apparentemente chiaro; un capitolo Zero punto uno, introduttivo, con un narratore onnisciente; un capitolo Uno dove la narrazione passa alla seconda persona, che si interrompe bruscamente nel capitolo Due con la ripresa della terza persona. Il libro si chiude con un capitolo conclusivo che ritorna al punto zero, o quasi… Un finale a sorpresa che svela ciò che avevamo davanti agli occhi sin dall’inizio. Continua a leggere

NOI CHE SALVAMMO IL MONDO DA IVAN DRAGO di Andrea Malabaila

noi-che-salvammo-il-mondo-da-ivan-drago-malabaila-intermezziCon Noi che salvammo il mondo da Ivan Drago Andrea Malabaila ci trascina attraverso le pagine in una operazione nostalgia scritta su misura per noi che ormai siamo arrivati ai quaranta e che quella roba lì ce la ricordiamo tutta e bene.
È il 1986, sta per passare la cometa di Halley, mancano pochi mesi al disastro di Cernobil e il mondo è ancora diviso in due blocchi contrapposti.
Filippo, Panino e Jabbar hanno dodici anni, sono compagni di classe e sono vessati da bulli che li inseguono in scooter mentre loro devono pedalare sulle BMX.
Tra alieni, guerre atomiche e un nonno che la sa lunga sui complotti dei comunisti e non solo, i tre amici, (e -come da copione- una ragazza), sono destinati a salvare il mondo e a diventare degli eroi. Ma le complicazioni arriveranno presto, e i protagonisti saranno costretti a fare la gincana tra una difficoltà e l’altra, scansando pericoli e imprevisti per riuscire a raggiungere lo scopo sventando la catastrofe. Continua a leggere

COME HO INCONTRATO VOSTRA MADRE di Gianluca Morozzi

cop_morozziGianluca Morozzi in Come ho incontrato vostra madre, sembra quasi voler costruire una storia sgangherata, ma talmente sgangherata, da renderci questo racconto, che è quasi un’allucinazione notturna, digeribile come un sorbetto al limone.
Il titolo ci presenta il primo elemento che già dopo poche righe non regge l’urto di questa scrittura psicotico-allucinatoria e a tratti trash.
Come ho incontrato vostra madre, come fosse un raccontino della buona notte per ammansire i bambini che non vogliono andare a dormire, come una favola dolce al punto da essere zuccherosa all’eccesso, o magari come una sitcom della CBS.

Il protagonista del racconto è uno scrittore che ha esaurito le idee e che non ha “abbastanza mestiere per scrivere il niente come tanti facevano”, così si ritrova davanti a uno schermo bianco, con le mani che “galleggiavano sulla tastiera senza toccarla” con solo un rettangolino che lampeggia in modo ipnotico. Continua a leggere

TI METTONO IN UNA SCATOLA di Carlo Sperduti

ti-metto-in-una-scatola-carlo-sperduti-intermezziHo tentato di evitarlo per settimane, ma hai fatto pressioni, hai minacciato una separazione, hai tirato fuori sospetti… sono stato costretto ad accettare che entrassi in casa mia, ed ecco il risultato…

Cosa fareste voi, se dopo aver assistito alla lettura di un brano di un libro a una presentazione, e dopo esservi divertiti e aver molto riso e aver comprato il libro poi… non ci fosse traccia di quello che l’autore ha letto alla presentazione? Beh, io ci sono rimasto male e non ho capito. Ma adesso sì che ho capito, sono passati tre anni ma ho capito: questo è Carlo Sperduti.

Dopo cena sei voluta venire in camera mia e io ti ho detto che forse non era il caso, ma tu hai insistito ancora… e io di nuovo ti ho accontentata. Ho dovuto spiegarti un po’ di cose e non si può certo dire che non te le abbia spiegate per bene. Cosa ti ho detto appena entrati, eh? Appena hai varcato la soglia di questa stanza, cosa ti ho detto, te lo ricordi? Ti ho detto: Anna, ascoltami, cerca di fare attenzione

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