L’OPERA di Émile Zola

Era quella, esattamente quella la figura che aveva inutilmente cercato per il suo quadro, e già quasi in posa. Un poco esile, un poco gracile d’infanzia, ma così morbida, d’una giovinezza così fresca! E, sul tutto, seni già maturi. Dove diavolo l’aveva nascosto, la sera prima, quel seno così, che non l’aveva neanche sospettato? Una vera rivelazione!

Romanzo assai curioso e tra i meno conosciuti di Zola, maestro nonché inventore del realismo letterario, L’opera racconta la vita di un artista a Parigi negli anni della rivoluzione artistica portata dall’impressionismo e da tante altre correnti che sottovoce, bisbigliavano parole nuove incomprensibili alla tradizione e al mondo.

E Zola con l’occhio del fotografo ha ripreso e narrato, non solo la vita di un artista in quegli anni, ma anche e soprattutto il rapporto dell’artista con la sua opera. Ma qui non parliamo di un’opera qualsiasi, di una qualsiasi produzione, qui parliamo dell’Opera, quella che secondo l’artista lo rappresenta al meglio,e che è fatta di ripensamenti e di sudore, di incubi e notti insonni, dove la linea è complicata come quella del pensiero: nulla conta tranne Lei. Continua a leggere

ANTONIA POZZI (13 febbraio 1912 – 3 dicembre 1938)

Flora alpina

ad A.M.C.

Ti vorrei dare questa stella alpina.
Guardala: è grande e morbida. Sul foglio,
pare un’esangue mano abbandonata.
Sbucata dalle crepe di una roccia,
o sui ghiaioni, o al ciglio di una gola,
là si sbiancava alla più pura luce.
Prendila: è monda e intatta. Questo dono
non può farti del male, perché il cuore
oggi ha il colore delle genzianelle.

Pasturo, 18 luglio 1929 Continua a leggere

BIAGIO MARIN (29 giugno 1891 – 24 dicembre 1985)

Per le stràe
solesàe
bon odor xe de viole.

El gno cuor
’na canson
canta sensa parole.

La morte la me dise
che la xe un’ilusion;
ma un svolo de silise
rasenta un barcon.

Mámola, boca bianca, 
ma rii, ma rii, ma canta,
ch’el cuor el se spalanca
in ’sto ragio de sol.

Per le strade / soleggiate / c’è buon odore di viole. // Il mio cuore / canta / una canzone senza parole. // La morte mi dice / che è un’illusione; / ma uno svolo di rondini / rasenta un balcone. // Fanciulla, bocca bianca, / ma ridi, ma ridi, ma canta, / ché il cuore si spalanca / in questo raggio di sole.

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