Paola e Carmine condividono la vita da quarant’anni, hanno vissuto una storia d’amore durata poco e poi la vita è andata avanti: lui è uno sceneggiatore e lei la sua assistente. C’è un film da presentare, ci sono i giornalisti da tenere a bada e ci sono da evitare tutte le altre seccature. È estate, c’è il sole, fa caldo e c’è il mare alla finestra:
Le porte del treno si chiudono.
«Finisco di scrivere una roba» fa, abbassando di nuovo la testa sulla tastiera.
Prendo il mio libro senza dire nulla. Sono abituata a non disturbare Carmine mentre lavora, le sue sceneggiature sono sempre state al primo posto nella sua personale classifica esistenziale, a discapito di qualsiasi altra cosa, persona o situazione.
Quando riemerge dallo schermo siamo quasi arrivati a Napoli. Si stiracchia, come dopo un lungo sonno, poi dice: «Alloggeremo ad Amalfi.»
«Bene.»
«Ho chiesto che la stanza sia vista mare, ho immaginato che ci tenessi.»
«Sei stato molto gentile.»
Tutto sembra quieto, di una mollezza rilassata, eppure a piccoli scarti si scivola. La direzione è segnata. Anche se non sappiamo esattamente come accadrà, sappiamo che accadrà.
Lui e lei si vogliono bene in un modo che li ha fatti rimanere assieme anche quando l’amore è finito. Un modo fatto di una intimità che solo una vecchia coppia può avere, piccoli gesti d’affetto e protezione. E allora lui sceglie Amalfi per lei, e la stanza vista mare. Una specie di vacanza dalla vita che li porterà a ripensare il passato e il presente e oltre. Una resa dei conti che si presenta con la dolcezza delle serate di gala ma che presenterà il conto inesorabile.
In questo racconto, (perché di racconto si tratta), punto forte di Ilaria Mazzeo è la delicatezza della scrittura che si accompagna a una apparente semplicità.
Uno dei migliori Ottantamila che io abbia letto.
Mi si siede accanto e inizia a farsi aria con il mio cappello di paglia. Io apro il mio libro e mi accomodo nel nostro consueto, rassicurante silenzio. Lui è l’unica persona con cui posso stare così per ore.
«Sai che questo costume ti sta proprio bene?» fa dopo un po’.
«Grazie» sghignazzo.
«Perché ridi?»
«È che sono una signora di sessantasette anni, probabilmente neanche dovrei mettermici in costume.»
«Non dire scemenze. Tu sei sempre bella.»
«In effetti niente.»«Certo, per me. Perché, degli altri che te ne frega?»
IL GATTO DI MARMO
Ilaria Mazzeo
Intermezzi (Ottantamila)
euro 3 (ebook)
Bello davvero, complimenti all’autrice. A tratti mi ha ricordato un passato fin troppo presente con frasi che decisamente mi raccontano un deja vu.