L’ANALFABETA di Agota Kristof

Aprendo L’analfabeta bastano poche righe e subito siamo in una dimensione altra, una dimensione fatta di sensi che si accavallano e contaminano, in un’infanzia fatta di odori, colori e sapori piccoli, domestici, intimi:

L’aula di mio padre sa di gesso, di inchiostro, di carta, di quiete, di silenzio, di neve, anche in estate. La grande cucina di mia madre sa di bestia macellata, di carne bollita, di latte, di marmellata, di pane, di biancheria umida, di pipì dell’ultimo nato, di fermento, di rumori, di calore estivo, anche in inverno.

Ma soprattutto è un libro sulle parole, un racconto autobiografico sulle parole della piccola Agota, che fin da bambina legge e legge, racconta storie da lei inventate al fratello più piccolo e ancora legge: “Leggo. È una malattia. Leggo tutto ciò che mi capita sottomano, sotto gli occhi”. Legge per il nonno che orgogliosamente la fa esibire davanti ai vicini “E io leggo. Correttamente, senza errori, alla velocità che vogliono loro”. Continua a leggere

IL SOCCOMBENTE di Thomas Bernhard

Il soccombente di Thomas Bernhard, Edizioni Adelphi, è la prima e sinora unica opera che ho letto dell’autore austriaco prematuramente scomparso nel 1989 a soli 58 anni, dopo aver convissuto sin dalla giovinezza con la tubercolosi.

Ho iniziato la lettura del romanzo subito dopo l’acquisto, ed ho finito la lettura delle 186 pagine che lo compongono già il giorno successivo, e sono impaziente di affrontare le altre opere di questo potente scrittore.

La storia ripercorre l’esistenza di due giovani pianisti, entrambi provenienti da ricche e opprimenti famiglie borghesi, che, nei primi anni ’50, recatisi a Salisburgo a un corso di perfezionamento tenuto dal maestro Horowitz, incontrano un altro giovane pianista, le cui capacità straordinarie sono sin da quei giorni già evidenti, Glenn Gould, colui che presto diventerà uno dei più grandi, se non il più grande pianista del ‘900.

 

Fatale per Werthemer è stato il fatto di essere passato davanti alla stanza trentatrè proprio nel momento in cui Glenn Gould suonava in quella stanza la cosiddetta Aria. Werthemer mi raccontò la sua esperienza e disse che mentre sentiva suonare Glenn era rimasto in piedi davanti alla porta della stanza trentatrè fino alla fine dell’Aria. Allora compresi con chiarezza che cos’è uno shock, pensai adesso

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A COLPI D’ASCIA – Una irritazione di Thomas Bernhard

A colpi d'ascia CopertinaHo trovato A colpi d’ascia in una catasta di libri usati. La mia copia ha la copertina scorticata, qualcuno direbbe vissuta, io dico semplicemente rovinata, ma che importa? A colpi d’ascia. Che titolo!

Associato all’autore de Il Soccombente poi, ha tutta la forza di un pugno in faccia e il fascino di una rissa interminabile.
Me lo sono portato via dal negozio a un prezzo ridicolo e per tutto il resto della giornata non pensavo ad altro: A colpi d’ascia. Me lo ripetevo a fior di labbra e già alla parola “d’ascia”, quando la lingua ti si spalma sul palato, mi sembrava di gustare tutto il livore e il lucido cinismo di Bernhard, un veleno che da dipendenza. L’ho letto, ininterrottamente, come schiacciata da un attacco bulimico che non da scampo. Continua a leggere