PIÙ PICCOLO È IL PAESE, PIÙ GRANDI SONO I PECCATI di Davide Bacchilega

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Leggere parole così non mi era mai capitato. Neanche sentirle dire mi era capitato. Parole come queste non credevo neppure si potessero pensare. Voglio dire, non possono venire da una persona normale, ci mancherebbe. Neanche da una persona malata, per forza. Parole così vanno ben oltre, sicuro, e comunque.
Comunque sono arrivate discrete queste parole, come amano arrivano discrete le parole importanti: scivolano sulla carta, sotto la porta, fra le dita. Si rassegnano anche a farsi buttare via, il più delle volte.

Tre donne con un passato in comune, e che in comune hanno anche la volontà di cambiare vita, ricevono tre lettere terribili che danno l’avvio a una serie di omicidi. Michele, giornalista di nera sempre a caccia di notizie; Gola Profonda, la sua fonte privilegiata, sempre pronto a passare cattive notizie d’altronde: “le cattive notizie sono buone notizie”; Mauro, un tanatoprattore che fa il suo lavoro, (cioè ricompone le salme), con particolare scrupolo, sognando di andare a un quiz tv; una donna con un dolore irrimediabile alle spalle, e poi un pugno di imprenditori e professionisti a completare la fauna che abita questo romanzo corale nel quale le vite dei personaggi si incrociano o semplicemente si sfiorano nel vivere quotidiano della provincia, dove anche ciò che è nascosto non resta mai segreto. 
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