FRATELLI di Simone Marcuzzi

Arrivo a pagina 363. L’ultima.
Chiudo il libro, guardo avanti a me, senza fissare un punto preciso, faccio partire un respiro profondo e penso “Ci vuole coraggio a scrivere cosi”. Forse dovrei finire qui la recensione di Fratelli, ultimo libro di Simone Marcuzzi edito per DeA Planeta, perché forse quelle parole per me basta e avanzano.
Eppure la storia che si sviluppa nelle pagine del libro non è quello di un eroe, non ci sono azioni da film americano di cassetta, ma solo i rapporti all’interno di una famiglia del nordest, come ce ne sono tante: madre, padre, due figli. I due fratelli del titolo.
All’interno di una gruppo famigliare quante sono le cose non dette? Quelle che non si svelano, ma che sono presenti con tutto il loro peso? Marcuzzi le fa vedere, le pesa, le racconta. Le affronta.

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NEL PROFONDO di Daisy Johnson

I luoghi dove siamo nati ritornano. Si travestono da emicranie, mal di stomaco, insonnia […]. Ci sono cresciuti dentro, sono il nostro midollo. Se ci rovesciassero come un guanto, troverebbero delle mappe incise dietro la pelle. Servono proprio a ritrovare la strada di casa. Solo che dietro la mia pelle non ci sono canali, binari ferroviari e una barca, ma sempre e solo tu.

Gretel è una donna dal nome di fiaba, la cui vita stessa ha tinte fiabesche. Ma di quelle di tradizione grimmiana: cupe, inquietanti, dove tutto è avvolto da un persistente senso di paura che permea tutte le cose. Cresciuta su un battello sul fiume, allevata dall’eclettica madre che la abbandona  adolescente, la Gretel adulta deve fare i conti con  la mancanza ingombrante della figura materna, che ingombrante lo è stata sempre, e con l’incapacità di vedere chiaramente tutti i tasselli del suo passato, offuscati dal tempo come fossero sporcati dall’acqua fangosa dei canali nei quali è cresciuta.

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L’ESTATE CHE SCIOLSE OGNI COSA di Tiffany McDaniel

Come immaginiamo il diavolo? Probabilmente come lo immaginava l’avvocato Autopsy Bliss quando ha scritto l’invito destinato proprio a Satana sul quotidiano della cittadina americana di Breathed, Ohio: «con il forcone e le corna, rosso fuoco. Un essere brutale, malvagio e crudele…». E invece in paese, in una giornata di inizio estate, arriva Sal, un ragazzino afroamericano con una salopette di jeans, un ragazzo di campagna col fare di «un’anima antica» che dice di essere il demonio e chiede un gelato.

Un errore grossolano, davvero, aspettarsi la bestia, perché a volte, sì, a volte tocca al fiore portarne il nome.

Inizia così, L’estate che sciolse ogni cosa, il fortunato romanzo d’esordio di Tiffany McDaniel, edito in Italia da Atlantide e giunto alla quarta ristampa.

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