I RACCONTI DEL COMMISSARIO SILVESTRI. INDAGINI NELLA VENEZIA METROPOLITANA di Guido Vianello

IL COMMISSARIO SILVESTRI E LA NOSTALGIA PER UNA CITTÀ PERDUTA

“Papà, ma perché in questo campo non c’è nessuno?”
“Cossa ti disi, Biagio?”
“Quando passiamo di qui è sempre vuoto. Sento solo l’acqua della fontanella. Chi ci abita?”.
“Che domanda: veneziani, come noialtri. Poi, guarda sono arrivati dei bambini con il pallone!”
“Dove?”
“Là, dove c’è scritto Casa israelitica di riposo, vedi? Dai, chiedi di giocare con loro. Io ti aspetto qui, sulla panchina”.
“Mi vergogno, papà!”
(dal racconto “Il destino dell’onda”)

È veneziano il commissario Silvestri.
Il personaggio uscito dalla penna di Guido Vianello ci accompagna per 230 pagine attraverso una città riconoscibile per luoghi e atmosfere, ma, come annunciato nel titolo, ci conduce anche attraverso quel ponte translagunare che, come un filo di yo-yo, allontana e avvicina il “pesce” della città storica all’area metropolitana. Continua a leggere

GIOVANNI RABONI (Milano, 22 gennaio 1932 – Parma, 16 settembre 2004)

Da LE CASE DELLA VETRA (1955-1965)
Cinema di pomeriggio

Quasi sempre, a quest’ora
arriva gente un po’ speciale (però
di buonissimo aspetto). Chi si siede
ma poi continua a cambiar posto,
chi sta in piedi, sul fondo della sala, e fiuta,
fiuta rari passaggi, la bambina
mezzo scema, la dama ch’entra sola,
la ragazza sciancata… Li guardo per sapere
che storia è la loro, chi li caccia. Quando
viene la luce penso che il cuore
gli si deve contorcere cercando
d’esser salvo più in là, di sprofondare
nel buio che torna tra un minuto Continua a leggere

L’INNOCENTE di Marco Franzoso

Oggi esce il nuovo romanzo di Marco Franzoso, L’innocente.

Marco Franzoso è uno scrittore che ho sempre apprezzato molto, fin dai tempi dei suoi primi romanzi più scanzonati come Westwood dee-jay a quelli più intimi che lo hanno portato a indagare la tematica dei rapporti famigliari difficili: una moglie madre che si allontana volontariamente dalla famiglia in Tu non sai cos’è l’amore, una moglie madre che arriva quasi a uccidere il figlio ne Il bambino indaco, una moglie madre che abbandona la famiglia e un padre che si trova solo col figlio a doverlo crescere ne Gli invincibili.
C’è sempre un figlio in queste storie, ma il punto di vista è quello dell’adulto.

In questo nuovo romanzo invece c’è Matteo, un bambino di dodici anni orfano di padre. E’ lui a raccontarci questa storia, la sua storia e lo fa nell’arco di una giornata intera in cui tutto cambierà e diventerà “grande” suo malgrado: dal momento in cui si sveglia, al viaggio in auto accanto alla madre dal paesino di campagna in cui vive verso la città dove lo aspetta il confronto col Giudice per fare chiarezza su un presunto abuso avvenuto due anni prima, al ritorno a casa.

Al buio le lancette della sveglia sembravano due piccoli
neon che illuminavano le api e le rondini disegnate sul
quadrante. Matteo strinse il cuscino con le mani e vi affondò
la testa. Tic.
Chiuse gli occhi e contò i secondi. Quattro. Cinque. Sedici.
Li riaprì per vedere lo scatto in avanti della lancetta
dei minuti, ma come sempre aveva atteso troppo e il piccolo
neon fosforescente adesso stava lì, più in alto, di nuovo
immobile. Era un gioco che faceva con suo padre. Tac.
Matteo non era mai riuscito a cogliere quel movimento,
ma da un po’ aveva imparato a non prendersela perché
nella vita, come gli aveva insegnato suo padre, non
serviva. Quando era bambino lui, diceva, non c’era tempo
per prendersela o starci male, e infatti i bambini erano
più svegli, non c’erano tutte queste comodità che avevano
rovinato la gente. «Dovevi arrangiarti, ed era giusto così,
altrimenti erano affari tuoi» ripeteva. «Siamo in guerra,
vecchio mio, è meglio che ti dai una mossa.» Tic

«Ricordati, Matteo» diceva, «nella vita sono importanti
tre cose.» Si fermava ancora, gli metteva una mano
sulla spalla e stringeva per fargli capire che gli voleva
bene, e che quelli erano gli insegnamenti fondamentali
di un padre. «Tre cose, hai capito? Misurare, scavare e
poi dimenticare.»

Matteo è in guerra e deve dimenticare. Così inizia il romanzo e questo è il suo fulcro.
Sopravviverà Matteo a questa guerra? Riuscirà a dimenticare?

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